Capitolo sedici

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CLAUDIA

Il primo giorno a Plintri, la località dove avremmo passato la vacanza, fu pieno di felicità e sorprese.
Appena arrivate nella nostra casa, lasciammo velocemente le valigie nel soggiorno e decidemmo di andare a fare un giro a piedi per il centro del paese, che era a pochi minuti da lì. Ero estremamente emozionata ad essere finalmente in Grecia con le mie più care amiche, ma ciò che non sapevo era che di lì a poco una chiamata inaspettata mi avrebbe cambiato totalmente la giornata.
Entrammo in un bar per mangiare qualcosa, dato che avevamo fatto colazione al volo con una brioche prima di partire dall'aeroporto di Roma e ormai la fame iniziava a farsi sentire.
«Chissà se il cibo qui è buono.» esclamò Vittoria, curiosa, mentre osservava con aria attenta i vari cibi in esposizione.
Ordinammo in velocità qualche sandwich e ci sedemmo su un piccolo tavolino circolare, iniziando a parlare del più e del meno. Organizzammo nei minimi dettagli quella giornata, analizzando minuziosamente ogni attività che avremmo potuto fare. Optammo per tornare a casa, rilassarci alcuni minuti e andare subito in spiaggia. Fu una mattinata meravigliosa, ci divertimmo moltissimo. La spiaggia, che era poco distante dal centro di Plintri, la raggiungemmo velocemente con un taxi; alla prima vista si presentò come un paradiso: l'acqua cristallina, la sabbia chiara, il rumore delle onde. Quanto amavo il mare!
Era per me molto affascinante, il modo in cui, per nessuna precisa ragione, il mare rappresentasse per me una casa, una via di fuga, un rifugio. Era il mio posto felice, dove mi sentivo libera, mi sentivo in armonia con il leggero vento e le onde.

Arrivate in una spiaggia libera, posammo i nostri borsoni e ammirammo la vista.
«Se il paradiso non è così, allora preferisco non morire mai.» disse ridendo Vittoria, e in poco tempo, contagiò tutte noi.
C'era una leggera brezza faceva muovere i miei capelli, li legai in una coda veloce e disordinata e chiusi gli occhi e stetti ad ascoltare. Stetti ad ascoltare il mare parlare, sussurrare, ridere. Gli angoli della mia bocca curvarono involontariamente all'insù e riaprii gli occhi.

«Peccato che tu non abbia portato dietro la chitarra, Cla. Sai che falò meravigliosi avremmo potuto fare?» esclamò sognante Arianna, mentre sistemava attentamente il suo telo per terra.
Vittoria si mise a ridere alla vista di quest'ultimo: aveva alcuni disegni delle Winx ed era molto colorato, non il solito telo che una ragazza di vent'anni dovrebbe avere.
«Ari ha ragione. Speriamo ci siano ragazzi simpatici qui in giro, almeno posso divertirmi.» disse ancora la mora, sorridendo speranzosa, mentre io e Laura alzavamo ironicamente gli occhi al cielo.

«Com'era il detto? Parli del diavolo e gli spuntano le corna?» esclamai ridendo, guardando i cinque ragazzi che si stavano avvicinando a noi, abbozzando qualche piccolo sorriso.
«Ciao ragazze, ci chiedevamo se vi andrebbe di fare una partita di beach volley insieme. Non giocheremo sporco, promesso.» affermò il più alto del gruppo, capelli biondi e occhi marroni.
Io e le ragazze ci guardammo alcuni secondi, indecise sul da farsi, poiché quei ragazzi erano dei completi sconosciuti e non sapevamo se potessimo fidarci. Un occhiolino da parte della mia migliore amica diede la risposta a tutte e tre: ci alzammo, togliendoci qualche granello di sabbia di dosso e iniziammo a parlare con quei ragazzi. Dopo circa un'ora e una partita (ovviamente) persa, decidemmo tutti di tornare dove avevamo posato le nostre cose.
Il gruppo era formato da cinque ragazzi toscani, più precisamente di Firenze: Alvise, riccio, occhi verdi; Roberto, il biondo che ci aveva parlato per primo; Stefano e Nicola, due fratelli gemelli con due occhi azzurri ammalianti e Mattia, il più esilarante dei cinque.

«Quindi siete qui per il viaggio di maturità?» chiese il riccio, che era particolarmente occupato a guardare Arianna, nonostante lei cercasse in tutti i modi di evitare il suo sguardo, per non diventare rossa dall'imbarazzo.
«Esatto, staremo qui una settimana e poi torneremo a Roma. Il nostro obiettivo è quello di goderci ogni singolo minuto di questa vacanza. Ciò che succede a Plintri rimarrà a Plintri.» disse Vittoria, mentre io e Laura ci guardavamo preoccupate, conoscendo la natura festaiola della ragazza.

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