FEDERICO
Appena aprii la porta mi resi subito conto che qualcosa non andava in Claudia, aveva gli occhi terribilmente spenti e gonfi, come se avesse pianto per molto tempo. La feci entrare subito, cercando di andarle vicino per abbracciarla e capire cosa stesse succedendo, ma lei si allontanò
indietreggiando.«Cla cosa è accaduto? Parlami, sono qui. Guardami.» chiesi cercando di prenderle il volto tra le mani, tentativo che tuttavia fallì poiché la ragazza non voleva essere assolutamente toccata.
Sospirai e la invitai a sedersi vicino a me sul divano per parlare un po’. Fortunatamente accettò e prendemmo posto sul sofà, cercai il più possibile di lasciarle i suoi spazi e di aspettare che iniziasse a parlare.
«La sera del ballo ho commesso un grave errore, che non avrei mai voluto né dovuto fare. Mi pento molto di averlo fatto.» disse lei, evitando con freddezza il mio contatto visivo.
Io ero molto confuso, non capivo a cosa si riferisse, forse parlava di quando era andata in bagno da sola e Fabio l’aveva seguita? Eppure come mai parlarmene solo ora?
«Di che parli Cla?» chiesi curioso.
«Ho fatto una cazzata a salire in auto con te. Non mi sarei dovuta fidare di uno sconosciuto dopo quello che era quasi successo con Fabio, ero troppo provata dalla situazione e sono salita in
macchina con te senza pensarci due volte. Ora penso che avrei voluto e avrei dovuto farlo.»La sua voce mi arrivò come acqua gelata sul viso, mi immobilizzai e subito cambiai espressione.
Cosa stava blaterando? Come poteva venirmi a dire ciò, dopo tutto quello che avevamo passato insieme? Se non fosse stato per me, quella sera probabilmente lei avrebbe sofferto nuovamente e
nessuno sarebbe riuscita ad arrivare in tempo per aiutarla, forse nemmeno le sue amiche.«Come puoi dirmi questo Claudia? Cazzo mi stai prendendo in giro?» esclamai prendendomi la testa tra le mani; non si rendeva conto di quello che mi stava dicendo. La voglia di chiederle cosa
fosse accaduto, cosa l’avesse resa così fragile e vulnerabile era scomparsa, improvvisamente
sostituita da una rabbia incontenibile.«Io ti sto dicendo come la penso. Ho fatto una cosa stupida e vorrei che fosse andata diversamente.» rispose la ragazza di fianco a me, mentre si torturava le mani. Mi tolsi di dosso la voglia di andarle vicino e di rassicurarla, dal momento che non si meritava più niente da me.
«Stai mandando tutto a puttane. Se è questo ciò che vuoi, puoi benissimo alzarti, andartene e non tornare. Non ti voglio più vedere né qui, né da nessuna altra parte. Almeno per un po’.» affermai
tentando di sembrare determinato e deciso, ma la mia voce stava già iniziando a tradirmi. Pregai con tutte le mie forze che Claudia si ravvedesse, affermando che era stato uno sbaglio riferirmi quelle parole e mi chiedesse scusa. Con mio totale stupore invece, si alzò lentamente e uscì dalla porta, sussurrando un impercettibile e leggero “Mi dispiace”.Io la bloccai con le mie urla, che si sentirono per tutto il piano.
«Non è vero Claudia! Porca puttana, ti rendi conto di quello che mi stai facendo? Stai considerando noi due, la nostra storia, i nostri baci, tutto quello che stiamo attraversando insieme uno sbaglio! Sai
una cosa? Vaffanculo, ero davvero felice con te. Ora vattene.» gridai con tutta la forza che avevo in corpo.Lei chiuse con un colpo secco la porta e se ne andò, riuscivo ancora a sentire il rumore dei suoi passi per le scale. I suoi passi che tanto adoravo percepire, eppure in quel momento ero grato di sapere che se ne stava andando, non avrei retto la sua vista un minuto di più.
Cominciai a girovagare per l’appartamento senza un vero scopo e senza una vera meta, ero semplicemente troppo nervoso e esterrefatto da quello che avevo appena udito. Avrei voluto cancellare quelle brutte parole, le avrei volute eliminare dalla mia testa. Esse continuavano a rimbombarmi nella mente, senza lasciare spazio ad altro.
Non riuscivo a credere che avesse mandato tutto all’aria nel giro di pochi secondi, pochi attimi. Dal primo momento in cui l’avevo accolta in casa, avevo compreso che ci fosse qualcosa che era insolito, eppure non volevo risultare invadente; nonostante ciò, Claudia aveva deciso di prendermi il cuore – in realtà me l’aveva già rubato mesi prima, dal primo momento che avevo notato i suoi occhi posarsi su di me – e di trafiggerlo con uno stilo estremamente appuntito, in modo ripetitivo,
come se volesse assicurarsi di farmi abbastanza male.
STAI LEGGENDO
Anche le stelle parlano di te
Literatura FemininaL'amore può avvicinare due persone, ma allo stesso modo può allontanarle. Può guarire delle vecchie ferite e causarne di nuove, molto più profonde, molto più dolorose. Claudia ha ormai finito il quinto anno del liceo classico e non è ancora sicura d...