CLAUDIA
Passai il giorno seguente al ballo completamente presa dallo studio di greco, una delle materie che proprio non riuscivo a farmi piacere. Sin dalla prima i miei voti per quella materia non erano dei migliori, ma a me bastava la sufficienza. Stavo iniziando ad avere un leggero mal di testa, quindi alla sera decisi di saltare la cena e di andare direttamente a dormire, per non peggiorare la situazione. La mattina successiva mi svegliai riposata e abbastanza fiduciosa per la giornata che mi aspettava. Da un lato ero molto felice del fatto che avrei svolto la mia ultima versione di greco in assoluto, ma dall'altro ero preoccupata di dimenticarmi delle cose, quindi decisi di rivedere gli appunti dopo aver fatto colazione.
Scesi velocemente in cucina, presi distrattamente un pacchetto di biscotti e tornai al piano superiore, dove mi preparai velocemente, prendendo come ultima cosa i fogli di greco. Uscii di casa, e mentre aspettavo che Laura mi venisse a prendere, giocherellai con un sassolino che c'era per terra, ripetendo mentalmente le ultime cose.
Appena la mia migliore amica arrivò, salii nella sua auto e le sorrisi, raggiante.
«Grazie mille per il passaggio e anche per avermi riportato la macchina tutta intera ieri mattina.»
«Figurati Cla. Ti andrebbe di fermarci a fare colazione con le altre? Così possiamo anche ripassare greco insieme, visto che ti vedo un po' in difficoltà.» disse lei ridacchiando alla vista dei miei appunti di greco.
«A dire il vero ho già mangiato, però mi piacerebbe bere un cappuccino in compagnia.» le dissi, riflettendo sul fatto che mi servissero maggiori energie per affrontare la giornata. Dopo alcuni minuti di silenzio, nei quali io stavo rispondendo ad alcuni messaggi e Laura stava guidando, ogni tanto cambiando stazione radio, mi chiese come fossi messa con la tesina per l'esame.
«Sono presa bene in realtà, però sono terrorizzata all'idea di dover parlare di fronte alla commissione. Ho paura di sbagliare, sai come divento quando sono sotto pressione. Non mettermi ansia pure tu, ti prego.» esclamai, coprendomi la faccia con le mani, sorridendo e alzando gli occhi al cielo. La mia migliore amica mi posò una mano sulla spalla, rassicurandomi. Io tolsi le mani dal viso e le sorrisi ringraziandola con lo sguardo.
Dieci minuti più tardi, ero seduta a un tavolo del mio bar preferito, il Trecaffè, mentre conversavo con Arianna, che quella mattina era particolarmente curiosa e in vena di fare domande, specialmente su Federico.
«Ma quindi con quel Federico com'è andata a finire? Ti ha per caso baciata? » chiese avvicinandosi a me, come se dai miei occhi o dalle espressioni del viso avrebbe capito qualcosa. Io la spinsi via, scuotendo la testa e sbuffando, chiedendomi come le fosse venuto in mente di farmi una domanda del genere, visto quello che era successo.
«No Ari, non ci siamo baciati. E non vedo nemmeno il motivo per cui avremmo dovuto. Avete visto tutte quanto fossi scioccata da quello che era appena accaduto, lui si è limitato a tranquillizzami e ho apprezzato il fatto che non gli sia venuta in mente l'idea di approfittarsi di me. Non tutti l'avrebbero fatto.» esclamai, irritata e infastidita dalla improvvisa e invadente curiosità della mia amica.Poco dopo, Vittoria alzò la testa dalla sua colazione e si rivolse verso Arianna, come se si fosse appena ricordata qualcosa di estremamente importante o urgente.
«Ari tu non ci avevi detto di aver visto un certo ragazzo al supermercato ieri?»
«Cosa stai dicendo? Non sono nemmeno andata al supermercato ieri, ti devi essere confusa. Stai pensando troppo alla tesina dell'esame di maturità e non ci stai più con la testa, ammettilo.» esclamò frettolosamente la rossa, interrompendo la ragazza.
Le guardai un po' confusa, chiedendomi di cosa stessero parlando, lasciai perdere dopo pochi secondi e tornai con la testa ai miei appunti. Potevo già sentire il familiare sentimento di ansia e agitazione che iniziava a nascere dalla pancia, che mi accompagnava ormai da cinque anni.Dopo essere state per un po' di tempo nella caffetteria, ci dirigemmo a scuola a piedi, poiché il tragitto bar-scuola durava solamente pochi minuti. Io e Laura camminavamo una di fianco all'altra, mentre ripassavamo velocemente le ultime cose per la versione, le altre due ragazze erano dietro di noi e stavano parlando di qualche verifica che avevano nelle ore successive. Quando arrivammo davanti a scuola, salutai Vittoria e Arianna e con Laura entrai in classe, sedendomi velocemente vicino a lei, cosicché ci saremmo potute aiutare nella temuta versione.
Due ore più tardi avevo la testa appoggiata sul banco, mentre mi chiedevo quale fosse il senso dell'esistenza della lingua greca, pentendomi di aver scelto quell'indirizzo cinque anni prima. Laura era nella mia stessa situazione, così come metà della classe. Le quattro ore successive passarono lentamente, continuavo a fissare dalla finestra il giardinetto che circondava la scuola, senza prestare attenzione alle lezioni. Ripensai alle domande che mi aveva fatto Arianna quella mattina. Mi avrebbe veramente baciata Federico, se fossi stata meno sconvolta? Negai, scuotendo la testa decisa, in fondo non mi sembrava per niente il tipo. Anzi, mi dava l'impressione di una brava persona, responsabile e attenta.
Passai così il tempo, perdendomi tra i miei pensieri, che erano concentrati principalmente su due cose: la sempre più vicina maturità e Federico.Quando finalmente suonò la campanella, mi alzai scattante dal banco e uscii dalla classe, fermandomi per aspettare Laura. Non vedevo l'ora di poter tornare a casa e leggere un libro, o suonare la chitarra, grazie alla quale riuscivo sempre a staccare la mente dal mondo esterno. C'eravamo solo io, la chitarra e le note. Uscimmo da scuola e attendemmo che ci raggiungessero anche Arianna e Vittoria, in modo tale da tornare al parcheggio del bar, dove c'erano le macchine. Quando ci furono vicino, feci per camminare in direzione del bar, ma Laura mi fermò prendendomi per il polso, gentilmente. Mi girai confusa, non capendo perchè avesse fatto quel gesto, e lei mi indicò con un sorrisetto strano sul viso Arianna. Infatti quest'ultima era intenta a scrutare attentamente tutte le persone che si trovavano fuori dal cancello della scuola, mentre la mora era concentrata sul suo telefono. Guardai attentamente Arianna, ma non riuscivo ancora a capire chi stesse cercando così avidamente, forse stava cercando il ragazzo misterioso di cui aveva,parlato alcune ore prima Vittoria al bar.
Dopo pochi minuti in cui tentai inutilmente di comprendere meglio la situazione, capii che Arianna doveva aver trovato chi cercava, cominciai a ridacchiare e cercai di seguire lo sguardo della ragazza, ma appena mi resi conto di chi stesse guardando, mi immobilizzai e mi girai verso Laura, che sprizzava gioia da tutti i pori.
Non saprei descrivere come mi sentii in quel momento, il cuore aveva iniziato a battere più forte del normale, ma non potevo usare la versione di greco come scusa. Non sapevo nemmeno io perchè fossi così felice della presenza di quel ragazzo.
Non mi ero resa conto di quanto il mio desiderio di rivederlo fosse così grande.
Era ancora più bello di quanto lo fosse al ballo, aveva una semplice maglietta bianca, dei jeans neri e le sue Vans rovinate. Teneva il cellulare nella mano destra, ma dopo pochi secondi alzò lo sguardo, che subitò si incastrò nel mio.Appena mi vide mi salutò con la mano, sorridendo e venendomi incontro. Intanto, Arianna e Vittoria mi sorrisero soddisfatte e se ne andarono insieme a Laura, che mi fece un occhiolino.
«Infami» dissi divertita a bassa voce.
Quando sentii una presenza di fianco a me, subito mi girai sorridendo, provando a non sembrare troppo agitata.
«Veloci le tue amiche ad andarsene.» notò Federico, ridacchiando.
Annuii ridendo e mi spostai distrattamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
«Dovresti ringraziare Arianna, senza di lei non sarei riuscito a venirti a salutare in tempo. Ieri l'ho incontrata per puro caso al supermercato e le ho chiesto a che ora finissi le lezioni. Volevo rivederti, sai anche per sapere come stessi dopo quello che è accaduto al ballo» mi disse tranquillo, senza interrompere il contatto visivo nemmeno per un secondo.
I suoi occhi che mi scrutavano con attenzione mi stavano mettendo in soggezione.
Capii allora il senso della strana conversazione che Vittoria e Arianna avevano avuto quella mattina al bar e mi misi a ridere, sotto lo sguardo confuso del ragazzo.
Gli spiegai il motivo delle mie risate e notai che aveva la faccia abbastanza stanca, come se non avesse dormito tanto la notte prima.
«Hai fatto le ore piccole con i tuoi amici ieri sera?» gli chiesi, incuriosita.
«A dire il vero no, semplicemente non sono riuscito a dormire molto bene. Ma non è di questo che volevo parlare, come ti ho già detto. Come stai? Ti sei ripresa? Avrei cercato di contattarti ieri, solo che non sapevo come fare.» mi chiese, imbarazzato.
Gli sorrisi contenta e gli dissi che stavo bene, lo ringraziai ancora per l'altra sera e lui mi abbracciò di scatto, lasciandomi stupefatta, ma dopo questo piccolo momento di sbalordimento, ricambiai l'abbraccio.
Quando ci staccammo, mi sorrise e mi fece una proposta.
«Senti io dovrei fare un salto in biblioteca per prendere un libro che mi sarebbe utile per l'Università, ti andrebbe di accompagnarmi? Poi se vuoi ti porto a casa oppure ti riporto qui, magari hai la macchina nel parcheggio.» mi chiese.
Io accettai di buon grado, dicendogli però che mi avrebbe fatto piacere un passaggio, visto che ero senza macchina.
Avvertii mia madre che sarei arrivata a casa più tardi, rimisi il cellulare in tasca e mi concentrai sul ragazzo di fronte a me.
Magari quella giornata si sarebbe rivelata migliore di come mi aspettavo.Spazio autrice <3
Come vi é sembrato questo capitolo? Cosa succederà secondo voi? Fatemelo sapere nei commenti!
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Anche le stelle parlano di te
ChickLitL'amore può avvicinare due persone, ma allo stesso modo può allontanarle. Può guarire delle vecchie ferite e causarne di nuove, molto più profonde, molto più dolorose. Claudia ha ormai finito il quinto anno del liceo classico e non è ancora sicura d...