Capitolo due

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CLAUDIA

L'evento era iniziato da circa un'ora. Io e le ragazze avevamo ballato fin da subito come delle matte, il nostro unico obiettivo per la serata era quello di divertirci e ci stavamo riuscendo alla grande. Avevamo incontrato alcuni nostri amici degli altri indirizzi e avevamo formato un piccolo gruppetto, poi si erano aggiunti anche dei ragazzi e delle ragazze del quarto anno e la situazione stava diventando troppo soffocante. Laura allora propose a me e alle altre tre di prendere qualcosa da bere e di uscire per un po' per rinfrescarci e non sudare troppo. Mi piaceva davvero tanto andare a ballare con le mie amiche, ma quando l'atmosfera diventava troppo opprimente come in quel caso, non si riusciva a respirare e le persone continuavano a strusciarsi addosso a te. Una volta arrivate alla zona drink, dopo aver aspettato per più di dieci minuti in una fila molto lunga, ordinai la mia bevanda preferita e ne bevvi un sorso. Sapete qual è la differenza tra un Mojito e un ragazzo? Il Mojito non ti potrà mai deludere né ferire, al contrario può solo darti una grande sensazione di freschezza e leggerezza, come se fossi al settimo cielo. Mentre aspettavo che le altre prendessero i loro drinks, mi guardai intorno distrattamente analizzando con superficialità le persone presenti.

La mia attenzione venne però catturata subito da un gruppo di ragazzi, quattro per la precisione, che si stavano dirigendo nella direzione opposta da cui eravamo arrivate noi. Non li avevo mai visti, quindi dovevano per forza essere universitari o di un altro liceo. Uno in particolare attirò il mio sguardo: era alto, i capelli, di un castano molto scuro erano un po' in disordine, come se si fosse appena svegliato, probabilmente aveva ballato senza mai fermarsi. Indossava dei jeans neri e una semplice camicia bianca che lasciava libera una piccola parte di collo, dove si intravedeva una piccola collana. Dovevo averlo guardato per troppo tempo perché lui si girò verso la mia direzione e incrociò i suoi occhi marroni con i miei. Mi fece un piccolo saluto con una mano e mi sorrise in modo innocente, non come la maggior parte dei ragazzi che volevano fare colpo. Ricambiai il sorriso e tornai a porre il mio sguardo sulle mie amiche che avevano in mano già da un o' il loro bicchiere e mi osservavano con aria divertita, parlottando tra di loro. Le maledissi mentalmente alzando gli occhi al cielo.
«Claudia asciugati la bava, dai andiamo!» mi disse la rossa ridendo, io le risposi con un "vaffanculo Ari" appena percepibile, poi tutte e quattro uscimmo per prendere una boccata d'aria.
Appena fummo fuori, un'ondata di odore di sigaretta mi travolse, provocandomi una leggera tosse e mi guardai intorno cercando di capire chi stesse fumando proprio in quel momento. Quando mi accorsi di chi c'era poco lontano da noi, per poco non sputai il mio amato Mojito a terra. Due occhi marroni mi stavano scrutando con curiosità, ma potevo leggere anche un pizzico di divertimento, fatto che mi fece alzare gli occhi al cielo. Era già la seconda volta nel giro di cinque minuti.

«Cla, c'è quel ragazzo con la camicia bianca aperta che ti sta mandando occhiate da quando siamo uscite. Lo conosci?» mi colpì con un gomito la mia migliore amica, io negai risoluta cercando di riportare lo sguardo sulle mie compagne, nonostante quegli occhi mi seguissero in ogni mio movimento. Sentii quei ragazzi ridere di gusto a una battuta fatta proprio dal ragazzo che mi guardava, mi girai di nuovo verso di loro convinta che il soggetto di quelle parole così divertenti fossi io. Il ragazzo lo notò e stava per venire verso di me sorridendomi, quando il sospiro spaventato di Arianna lo fermò. Concentrai subito la mia attenzione su di lei.
Era sbiancata e stava fissando un punto impreciso dietro di me. Io mi stavo già girando per capire cosa avesse visto, ma la mano di Laura mi trattenne, tenendomi saldamente. Guardai le mie amiche confusa, mi liberai dalla presa e finalmente mi voltai.
Per poco non mi cadde il bicchiere dalle mani. Poco più distante da noi c'era Fabio, o come l'aveva soprannominato Arianna, "Il testa de cazzo" che continuava a fissarmi. Subito mi agitai, cominciando a respirare affannosamente, spostando lo sguardo ovunque tranne su di lui.

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