La Fame, si innamora della ricchezza
sa che può prosperare nella bellezza
non interessa se è viscido il Signore
se la stressa con molestie e poi la lascia senza parole
colpevolizzata della prole magra, non adatta
persone vuote da governare con man forte
scopa e scopa, muore, scopa il Signore ma è imperatore, quindi godeI figli della Fame chiedono cibo
il Signore grasso porge un piatto pulito
i figli vogliono mangiare
"Vi lamentate ? Io non avevo neanche l'idea del servizio"
i figli della Fame gridano dallo stomaco
il Padrone gli sputa in bocca i resti del pasto
marcio, direttamente dall'alveoloI figli della Fame aspettano
aspettano che i tempi migliorino
il Signore gli vuole bene, si fidano
i figli della Fame non ragionano
aspettano che sia il Padrone a spiegare
i figli della Fame sono macchine magre spensierate
distruggono loro stesse, i figli della FameI bimbi si lamentano e lo fanno rumorosamente
sanguinano le orecchie delle badanti e delle vecchie
si fa una selezione: si picchiano i neonati, i muti verranno risparmiati
le bimbe in pasto al Signore per procreare
siringhe sporche con dentro il seme del male
nutrite per essere troppo grasse
quelli morti verranno usati come bambole, sessualeI figli pregano, pregano, pregano
pregano una nuova vita
una nuova situazione, una rivincita
eppure è complicato perché il Signore se ne è preso cura
quindi non s'esprimono, hanno paura
"Come vi ho fatti, vi distruggo" diceva
e così, pregano, ma è solo una libertà apparente, inutile e scema
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Poetry
PoetryGli anni sono lassi di tempo così relativi da farmi dubitare della loro esistenza. Guardo il mondo che va avanti da dietro una finestra e mi chiedo se sia possibile definirlo "anno" un periodo fermo ad una scrivania. Probabilmente no, però "Poetry"...