Sirius, la porta, la bici e le scarpe

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Sosto un gatto nero in giro
"Sirius, fammi compagnia amico
in questo giorno blu grigio
come i vetri di quell'edificio in cui non ho ufficio"

Me lo prendo in braccio, è abituato
"non so neanche se tu sia addomesticato o randagio
eppure la mia spalla di passaggio
sembra essere tua da quando sei nato"

È ora, "oh tranquillo, ci vediamo domani
sai che non ti porto mai oltre l'ultimo dei 3 cani
sii fiero Sirius, sei il mio orgoglio
la magia del gatto nero amico dello sfiancato del mondo

Mentre passiamo noto una porta rossa
la casa è vuota, sporca
però la porta sembra nuova
come se l'avessero cambiata apposta

"Chissà cosa si nasconde la dietro"
la cenere mi brucia dentro
cade dalla punta sul cancello mentre Sirius mi gioca col collo
come se avessi una corda che non ricordo

Tutti abbiamo un nodo
che sia in gola o allo stomaco
piano piano si stringe
penso la porta sia la Sfinge che mi domanda se sia felice, in torto

È buffo a dirsi
davanti la casa c'è una bici rosa
crepata per la ruggine che ci riposa sopra
è così fuori posto in un quartiere che muore, neanche riposa

È completamente sporca, sarà legata al palo da non so cosa
Sirius miagola
credo non sappia cosa stia facendo
gioca con i capelli mentre lo stringo per il vento

Che bel colore, è così acceso
così spento però per quanto superficiale
è una margherita prima che entri nel mondo davvero
verrà strappata da un bambino per regalarla al sesso, capito adesso ?

"Sirius, devo lasciarti qui
fai il bravo, non fumare e divertiti"
il tutto con la paglia in bocca
mi tocca, sta per spegnersi

Ho ogni suola tatuata con i mozziconi
il nero tinge anche i piedi, fino agli occhi
le battezzo così
penso che il fuoco spento, lasci un segno o più, indelebili

Li camminerò fino a toccare l'asfalto con le calze
ripercorro giorni e pomeriggi identici in piccoli cerchi neri
in filtri arancioni come tramonti
e la puzza sulle dita fin nelle falangi

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