Dalila
«Che cosa???» Osservo sbigottita e incredula Azzurra, restando per qualche secondo a bocca aperta e cercando di assimilare ciò che mi ha appena detto.
Lei, con l'espressione contrita come se avesse un carico da cento chili sulle spalle, testa bassa e sguardo colmo di lacrime mi fa un piccolo cenno d'assenso.
«Aspetta... perché non lo hai detto a me invece? Avrei potuto aiutarti in qualche modo. Forse...», lascio cadere la frase, mordendomi un labbro in modo nervoso per evitare di dire altre sciocchezze. Come avrei potuto aiutarla davvero se non standole vicino. Certo può sembrare tanto ma non essendo io un medico, avrei voluto fare molto di più anche se non potevo.
Lei scuote la testa, amareggiata e un'altra lacrima le riga la guancia. «Avevo paura. Non sapevo se i miei sospetti fossero fondati, certo il mio ciclo era in ritardo ma inizialmente ho cercato di convincermi potesse essere un fattore fisiologico piuttosto che una gravidanza...», sospira mentre il suo sguardo vola verso la finestra della cucina di Jean-Pierre. «...la verità è che ho avuto paura di avere ragione, potevo essere incinta. In un momento come questo, in una vita che abbiamo scelto di percorrere, ho temuto per questo ipotetico bambino. Non è sempre un percorso facile il nostro, ormai.», rimango in silenzio, limitandomi ad annuire mentre poso una mano sulla sua, che avvolge la tazza di tè come se fosse un'àncora di salvezza.
«Hai detto tutta la verità a Stéphan?» Le mie parole fecero di nuovo breccia in lei e gli occhi di Azzurra si abbassarono.
«No, non ho avuto il coraggio di parlare ancora, dopo aver visto la sua espressione alle mie parole.», la guardo con dolcezza mista ad un amaro sapore di tristezza e le faccio un lieve sorriso.
«E allora devi dirglielo Azzurra. Lui deve sapere le tue motivazioni più profonde che ti hanno spinto a tenerti tutto questo solo per te. Non sei riuscita neanche a parlarne con me, figuriamoci... non lasciare che una crepa vi separi, quello che è successo è stata una disgrazia ma voi potete ancora cercare di rimediare, di andare avanti in qualche modo.», il mio discorso sembrava essere capito dalla mia migliore amica anche se i suoi occhi non smettevano di brillare dalle lacrime a stento trattenute.
Sorrido di nuovo, stavolta più apertamente: «Ne avete superate tante insieme, supererete anche questa, ne sono sicura.»
«Azzurra.», la voce dietro di noi ci fa voltare in un piccolo sobbalzo e lei sgrana gli occhi come se avesse visto un fantasma.
«Stéphan...»
«È vero quello stavate dicendo? È per questo che non hai detto nemmeno una parola anche a me?» Il ragazzo dai capelli biondo cenere si avvicina a noi con gli occhi ancora lievemente arrossati e gonfi dal pianto che deve aver fatto prima.
La sua espressione sconvolta e vogliosa di sapere fa quasi ritrarre Azzurra dalla vergogna; la vedo abbassare appena lo sguardo e asserire lentamente con un movimento del capo.Mi alzo di colpo: «Vi lascio soli.», le dico sottovoce mentre faccio un piccolo sorriso di incoraggiamento al suo sguardo ancora pregno di senso di colpa.
Quando passo davanti a Stéphan noto come mi guarda dolce, come se in qualche modo mi stesse ringraziando di essere stata almeno vicino a lei. Gli lascio un piccola pacca sulla spalla ed esco dalla cucina, fingendo di svoltare nel corridoio quando invece mi metto ad origliare e sbirciare quei due.Voglio essere sicura che Azzurra stia bene effettivamente per dire la verità, entrambi meritano di andare avanti, di ricominciare in qualche modo e non di mettere la parola fine al loro rapporto ancora fresco.
«Mi dispiace... io non so cosa dire Stéphan. È tutto come hai sentito, è la pura verità.», lei ancora non si azzarda a guardarlo negli occhi eppure lui le porta una mano sulla guancia, accarezzandola e finendo con due dita sotto il suo mento per alzarle il viso verso di lui.
STAI LEGGENDO
La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]
ActionI ragazzi atterrano a Parigi insieme a Dalila e Azzurra, finalmente si godono del tempo insieme, lontani da tutti i nemici e gli ostacoli che li hanno tenuti con l'acqua alla gola in Italia. Passano alcuni giorni sereni insieme, finché una sera, dur...