Epilogo

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Mi sveglio con un po' di torpore ma la leggerezza nel petto: Alexander e il peso che incombeva su di me e su tutti gli altri se n'è andato, sparito così com'è arrivato di botto nella mia e nella loro vita. Mi stiracchio come un gatto, allungando i muscoli delle braccia e delle gambe mentre caccio un piccolo sbadiglio, per poi voltarmi e rendermi conto che sono sola nel letto della nostra camera: Lupin deve essere sceso oppure al bagno. Le narici ancora sono invase dal suo profumo inebriante ed esotico, un mix fatale per me dal primo momento che l'ho incontrato.

Allungo una mano sul lato in cui dorme lui, le lenzuola ancora hanno impresso la sua forma e un sorriso spontaneo alza le mie labbra mentre i ricordi della notte appena trascorsa tornano nella mente: posso ancora sentire l'impronta dei suoi baci su di me, le sue mani mi hanno marchiata a fuoco in modo invisibile ma ugualmente potente, tracciavano delle linee immaginarie e indelebili sulla mia pelle. 'Mi era mancato così tanto.' mi accoccolo di più verso la sua parte, respirando a pieni polmoni la sua essenza. Solo dopo diversi minuti mi decido ad alzarmi, una cascata di capelli castani dai riflessi mogano mi inonda il viso e le spalle dall'irruenza con cui mi sono sollevata ma faccio un sorriso: mi sento buffa e piena di vita, come una bambina che si sveglia per iniziare un nuovo giorno, carica ed entusiasta.

Scendo le scale con un sorriso dopo essermi rinfrescata e sistemata, la pancia brontola e sono sicura che l'eco che sento dall'altra parte del corridoio è quello della pancia di Stéphan. Mi viene da ridere e quando giungo in cucina capisco di aver indovinato; difatti il ragazzo biondo è davanti a me, intento a preparare un caffè con latte mentre prende delle brioche che sistema su un vassoio rotondo dal grande diametro.

«Chissà perché qualcosa mi diceva che eri tu l'affamato.» gli dico avvicinandomi e lui si volta, mi sorride largamente e ride sotto i baffi.
«Allora era la tua pancia quella che ho sentito!» Scoppio a ridere dandogli una pacca affettuosa sulla spalla e rubando una brioche dal vassoio; l'addento mentre lui mi porge una tazza di caffè e ci dirigiamo in sala mentre le voci degli altri ci arrivano più vicine adesso, stanno scendendo le scale.

Le braccia di Azzurra di colpo si avvolgono sulle mie spalle e il collo, stringendomi a sé in un gesto d'amore fraterno mentre la sento ridacchiare: «Speravi di sbarazzarti di noi, eh?» Sbuffo divertita e ricambio il suo abbraccio, guardandola con gioia di poterla riavere accanto a me come è sempre stato finora e soprattutto con tutta questa storia ormai alle spalle.

«Mi siete mancati tutti, purtroppo non ho avuto scelta e voi lo sapete, adesso mi resta solo da chiamare Adriano.» in tutto questo casino non avevo avuto più notizie da mio fratello ma di una cosa su Alexander sono certa: è sempre stato di parola per quello che mi riguarda, so che ha senz'altro fatto in modo di far arrivare a casa mio fratello e incolume.

Dopo la colazione ed esserci ripresi per bene dalle ultime vicissitudini, ci ritroviamo per strada, passeggiando tranquilli e sempre ben camuffati per andare da mio fratello. Sono riuscita a chiamarlo durante la colazione e so che è tornato a casa dopo essere stato malamente lasciato nei pressi di un ospedale dai tirapiedi di Alexander: la cosa mi ha davvero stupito ma in fondo dovevo immaginarlo da parte sua, era così determinato ad avermi che avrebbe venduto l'anima, se già non l'aveva fatto.

I ragazzi hanno deciso, tutti, di accompagnarmi o non mi avrebbero fatto muovere un passo fuori dalla cucina, così ho accettato comunque con un gran sorriso nel saperli accanto a me, sempre pronti per aiutare l'altro.
Cammino mano nella mano con Lupin mentre Stéphan e Azzurra mi sono dietro, William e Abigail davanti a noi mentre lui tiene un braccio avvolto alle spalle di lei; Victoria è l'unica che non ci ha seguito a piedi, volendo riprendere la sua moto e aspettarci direttamente sul posto.

Il modo in cui Lupin intreccia le nostre dita e le stringe dolcemente ma con fermezza, non ha bisogno di parole e io lascio andare la mia testa contro l sua spalla... o meglio: contro il suo braccio e poco sotto la sua spalla vista la nostra differenza di altezza.

La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora