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Erano giorni che continuavamo ad allenarci, ma i miglioramenti non tardarono ad arrivare.

Ora sono sicuramente più agile e veloce di prima, i miei riflessi sono migliorati - complice anche l'aver frequentato arti marziali - e mi sento più sicura di me rispetto a prima.

Anche Azzurra è migliorata moltissimo e con me è riuscita ad apprendere alcune tecnica di autodifesa.

«Possiamo fermarci per oggi, ormai sono tre ore che siamo in palestra.», pronuncia Lupin mentre rientra nella stanza con una bottiglia dacqua in mano. La maglietta madida di sudore che gli aderisce in modo provocante è una tremenda distrazione. Non riesco a fare a meno di arrossire vedendo la strada che stanno prendendo i miei pensieri e Azzurra se ne accorge subito dal momento che alza un sopracciglio maliziosamente e mi fa un sorrisetto che parla da solo. Scuoto la testa verso di lei e scaccio i pensieri che continuano a stuzzicarmi.

Dopo una doccia rinvigorente, mi appresto ad andare in salone per aiutare tutti a preparare il pranzo e nel frattempo ripenso a ciò che Azzurra mi ha detto ieri: ha visto di nuovo quella ragazza, Cloé mentre faceva jogging e noi eravamo nel bar. Nemmeno io mi ero accorta della sua presenza e sono sicura che il cambio repentino nell'umore di Azzurra era causa sua.

In un attimo rivivo i ricordi del nostro ultimo furto, alla Reggia di Versailles e le immagini di quelle due francesi mi fa inspiegabilmente contrarre la mascella. Probabile che pensassero di poter tornare insieme ai ragazzi. Dovrei però stare tranquilla, considerando che Lupin è stato chiaro con me al riguardo di Josephine. Eppure non riesco a non pensarci...

«Dalila stai bene?» La voce di William mi riscuote e mi accorgo di essere rimasta impalata, a metà tra la cucina e il salotto, con i piatti in mano e lo sguardo perso nel vuoto.

Faccio un lieve sorriso e scaccio i turbamenti interiori. «Sì sto bene, stavo solo ripensando a Monroe e al fatto che gli siamo ancora sfuggiti sotto il naso dopo il furto della corona.», William sembra convinto dalla mia versione e fa un ghigno soddisfatto.

«Beh, la cosa divertente è proprio questa. Vedrai che piano piano lo apprenderete anche tu e Azzurra. Il rischio fa parte del nostro mestiere, è ciò che ci accende e ci fa arginare ogni ostacolo. Il fatto che questa partita a scacchi tra noi e Monroe è ancora aperta e che nessuno vince mai davvero, è la benzina che ci fa partire.», le sue parole mi illuminano e mi confermano ciò che ho sempre pensato su di loro e sul loro rapporto con Monroe. In tutto ciò la corona di Maria Antonietta è stata messa al sicuro nel nostro caveau, custodita in una teca di vetro anti-bomba e anti- proiettile. Se ripenso che l'ho avuta tra le mani per pochi istanti, mi sento invadere da una strana scarica di adrenalina e che sul momento non comprendo. Ormai mi accendo anche per un furto?

«Quello che non capisco e che mi sorprende, è il fatto che Monroe non si è ancora reso conto della presenza di noi due insieme a voi. Insomma...quella sera aveva tra le mani Lupin e noi sotto gli occhi, eppure ha notato solo lui e forse a malapena tu e Stéphan.», Azzurra si intrufola nel discorso, rispondendo a William, ma sotto certi versi la sua domanda è la stessa che da un po' mi tornava in mente. Da quando mi ha vista la prima volta a Torino, possibile che non abbia potuto pensare che forse mi fossi unita a Lupin?

«Effettivamente anche noi ne siamo sorpresi, potrebbe essere che quella sera l'unico a cui ha dato davvero attenzione era Lupin, da sempre è lui il suo obiettivo principale, diciamo che noi veniamo dopo. La vera sfida se la giocano lui e Lupin.», anche Stéphan si unisce al discorso mentre ci sediamo per iniziare a mangiare.

«Monroe è furbo e incredibilmente arguto, dubito fortemente che si sia fatto scappare certe informazioni.», Lupin ci sorride divertito e una scintilla negli occhi sembra accenderlo. «Ma se fosse come dici tu Stéphan...allora abbiamo un vantaggio enorme su di lui e di certo dobbiamo solo che approfittarne. Non ha ancora capito che ci siete anche voi due? Abbiamo una marcia in più.», di colpo alla tv, passa la notizia al telegiornale nazionale: I gioielli di Bulgari arrivano in mostra a Parigi!

«Aspetta William non cambiare canale.», gli dico mentre tutti seguiamo la notizia e immagino lo sguardo concentrato di Lupin sulle foto che passano del noto marchio di gioielli.

«Lupin, pensi quello che penso io?» William fa un ghigno complice e mi volto, per vedere Lupin che ride sotto i baffi.

«Ecco l'occasione che aspettavamo, ora vedremo se Monroe davvero non sa della vostra presenza.»

«Stai scherzando? È il Museo del Louvre! Quel posto è una fortezza.», Azzurra si volta a guardarlo esterrefatta ma lui non batte ciglio. Anzi, se può sorride ancora di più.

«È questo il bello Azzurra, più la sfida sembra impossibile, più ci spinge a superarla. È da molto che ci studiamo quel posto, ho informazioni sufficienti per poter pianificare ogni cosa al minimo dettaglio.»


«Capo, Arsenio Lupin ha mandato un altro avvertimento!» La voce di un agente irrompe nella stanza del capo dell'Interpol, questultimo sgrana gli occhi e si alza di colpo dalla sedia, con un impeto che per poco non la fa cadere rovinosamente a terra.

«Cosa?! Quando? Maledizione!» Le imprecazioni di Monroe arrivano fin da fuori il suo ufficio, quasi spaventando gli altri colleghi del sottoposto entrato poc'anzi.

«Il direttore del museo del Louvre ci ha contattati all'istante, mandandoci questo.», l'uomo mostra a Monroe il biglietto bianco con la calligrafia elegante e corsiva del principe dei ladri.

«"Questa sera verrò a prendere Madame Gioconda. Ci vediamo Monroe." .», Monroe contrae la mascella e socchiude gli occhi con sguardo felino, mentre per poco non accartoccia il biglietto tra le mani.

«Quel folle prenderà la Gioconda, dobbiamo cercare di impedirlo a tutti i costi.», il suo tono di voce è serio e grave, al punto che il suo sottoposto lo guarda preoccupato.

«Capo perché quello sguardo, non ha mai avuto dubbi sul riuscire a prendere quel criminale presto o tardi.», ma Monroe si siede, con lentezza disarmante tira fuori una sigaretta e la accende, prendendo una grossa boccata.

«Perché tanti anni fa la Gioconda era già stata rubatada suo nonno, Arsenio Lupin, il primo vero ladro che la Francia abbia mai conosciuto.»

Al di fuori da tutto questo, una ragazza viene a sapere del furto imminente grazie alle chiacchiere che si sono sparse fuori il museo. La ragazza, intenta a camminare per raggiungere il suo posto di lavoro al bistrot, si ferma davanti al museo, ascoltando le voci di alcuni passanti che hanno saputo del furto. Di colpo i suoi occhi si illuminano, le sue speranze sembrano rinascere. Lupin farà un colpo al museo del Louvre! Di fronte a questa prospettiva, trova l'occasione che stava aspettando da ben due anni. Prende il telefono nella borsa e, velocemente, ricomincia a camminare per non tardare al lavoro.

«Cloé ho una notizia per te! Lupin farà un nuovo furto al Louvre, è la nostra occasione! Possiamo rivederli...lo so, rivedremo Stéphan e Lupin, finalmente potremo ritrovarci...»

La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora