Dalila
Quando Alexander vede la mia espressione alle parole di Jack, fa uno sguardo irritato: le mie labbra si aprono in un sorriso felice che diventa sarcastico quando osservo l'uomo dagli occhi di ghiaccio.
Incrocio le braccia con espressione soddisfatta: «Te lo avevo detto, Lupin non smetterà mai di cercarmi, non riuscirai davvero a dividerci.», lui per un attimo assottiglia lo sguardo e stringe i pugni, finché non fa un sorriso beffardo che mi fa gelare il sangue.
«Lo vedremo, ti offrirò molto di più di quello che può offrirti lui...», lascia la frase in sospeso e mi prende alla sprovvista, esce con Jack di corsa e mi chiude a chiave nella stanza.
«No!» Esclamo mentre mi precipito alla porta, batto i pugni con tutta la forza che ho, prendo a calci la maniglia sperando di rompere il meccanismo mentre la voce dell'uomo dall'altra parte mi distoglie. «Mi perdonerai Dalila, lo faccio per te.»
Si allontana a grandi passi mentre una lacrima sgorga dai miei occhi e un singhiozzo fa fremere tutto il mio corpo mentre una scia di brividi mi pietrifica. Quasi mi lascio andare contro la porta mentre altre lacrime sfuggono alla mia resistenza se penso a Lupin di nuovo tra le grinfie di quell'essere.
Passano diversi minuti, sento un inquietante silenzio fuori e dopo essermi sfogata, alzo gli occhi davanti a me verso un punto indefinito; li sento diventare duri come la pietra e seri come mai erano stati. Una sensazione di adrenalina, rabbia e determinazione monta in me e lascio che emerga completamente mentre mi asciugo gli occhi e mi alzo.
Comincio a guardarmi intorno, sperando di trovare qualcosa che possa essermi d'aiuto per uscire da qui. Mi dirigo verso la sua scrivania e comincio ad aprire cassetti su cassetti finché non ne vedo uno chiuso a chiave. In questo momento vorrei Lupin con me, lui avrebbe saputo trovare un modo per aprirlo.
Mi mordo un labbro, nervosa e mi passo una mano tra i capelli, sistemando una piccola ciocca sfuggita alla coda e un dito tamburella ritmicamente sul legno del tavolo sotto di me. Di colpo alzo gli occhi e vado verso la libreria, cominciando a smuovere ogni libro nella speranza di avere a che fare con un meccanismo simile a quello nella stanza di Lupin.
Passano forse altri dieci minuti abbondanti e ho smosso ogni libro davanti a me, senza successo e inizio ad avere i nervi a fior di pelle. Mi volto, rifiutandomi di cedere e il mio sguardo si fissa sulla sedia della scrivania: faccio una prova, sollevandola per capirne il peso effettivo ma capisco che non è impossibile da alzare, nonostante il legno robusto come quello della scrivania.Guardo la porta con rabbia e freddezza, torna quella scarica di energia adrenalinica nel sapere di Lupin in reale pericolo di vita e afferro la sedia. Caccio un urlo di rabbia iniziando a colpire la porta e la maniglia con rabbia cieca, ripetutamente, come se da lì ne dipendesse la mia intera sopravvivenza finché non avverto lo scricchiolio della maniglia.
Continuo a colpirla finché non la vedo piegarsi malamente sotto il peso del legno e uno strano rumore metallico mi fa capire di essere riuscita a indebolita abbastanza da tentare di aprirla con violenza. Inizio a scuoterla mentre la muovo ripetutamente, abbassandola e alzandola e, alla fine, con un calcio secco la rompo.
Riesco ad aprirla e mi catapulto fuori, cercando di tornare nella mia stanza dove ho lasciato i miei abiti comodi. Quando mi ricordo di una pianta che avevo già visto, nel tragitto che mi ha fatto fare prima Alexander, capisco di essere sulla giusta strada.Finché di colpo mi scontro con Jack che veniva dall'altro lato e cadiamo a terra entrambi dall'impeto della mia fuga. «Tu!» Cerca di alzarsi per prendermi ma con un calcio al mento lo faccio volare a terra e sembra sul punto di perdere i sensi, sia dal mio colpo che dalla botta appena presa contro il pavimento. In un momento di lucidità ne approfitto, afferro la sua cintura e tasto finché non trovo quello che volevo: una pistola!
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La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]
ActionI ragazzi atterrano a Parigi insieme a Dalila e Azzurra, finalmente si godono del tempo insieme, lontani da tutti i nemici e gli ostacoli che li hanno tenuti con l'acqua alla gola in Italia. Passano alcuni giorni sereni insieme, finché una sera, dur...