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Avanziamo nell'ombra, inoltrandoci sempre più in tutto quel verde, fino ad avvicinarci alla dimora di Alexander.

«Non ti sembra strano che non abbia nessuno di guardia? Potremmo entrare tranquillamente senza che se ne accorga.», mi sussurra Azzurra mentre ci nascondiamo dietro due tronchi spessi e massicci, facendo appena capolino per controllare l'esterno dell'enorme edificio che si staglia su più piani.

Arriccio il naso e corrugo la fronte. «Troppo strano, Azzurra. È proprio questo che mi insospettisce: potrebbe essere una trappola. Tocca stare attente con lui, sappiamo già che non è uno a cui piace giocare.», lei si volta verso di me. «Già, va dritto al sodo delle questioni.»

Faccio un profondo respiro e controllo di nuovo il GPS. Il segnale c'è ancora e non sembra essere cambiato... eccetto per un'anomalia.

«Azzurra, hai visto? Sono stati separati. I loro segnali sono tutti in posizioni differenti.», anche lei controlla il suo smart watch e mi guarda, confermando con un solo sguardo le mie parole.

«Sarà più difficile, forse dovremo dividerci anche noi.»

«Temo di sì, è l'unica maniera per avere qualche possibilità in più.», appena dico questo, apro la grande borsa contenente ogni arma e gadget che abbiamo preso prima di partire.

«Dividiamoci anche queste cose, per qualunque cosa meglio essere attrezzate il più possibile.», tiro fuori tutto per poi iniziare a separare gli oggetti nei nostri rispettivi zaini.

«Pronta anche io. Adesso non resta che entrare.», alle sue parole annuisco e mi volto verso l'enorme villa, se così possiamo definirla piuttosto che un semplice edificio.

Ci incamminiamo acquattate nell'ombra, attente ad ogni passo che muoviamo. Alcuni rami scricchiolano e si spezzano sotto i nostri piedi, cosa che ci fa rallentare ancora di più per evitare di attirare troppo l'attenzione.

Arrivate a pochi passi dal covo di Alexander, ci nascondiamo dietro una folte siepe che lo circonda su entrambi i lati; tiriamo fuori il gadget che ci serve e con uno scatto lo lasciamo estendere rapidamente, come un elastico, fino a farlo agganciare sul tetto.
La scala si srotola e in un secondo siamo già salite per iniziare ad arracampicarci lungo il muro laterale.

La notte ci aiuta, inghiottendoci nell'ombra: è talmente buio che senza gli occhiali a visione notturna saremmo completamente cieche e a tentoni. Azzurra mi segue a ruota, siamo perfettamente coordinate; ad ogni mio passo verso l'alto lei già mi è dietro con una mano.

Ci inerpichiamo sempre di più, finché non mi fermo proprio sotto ad una finestra e mi acquatto per quanto possibile, per evitare di farmi vedere e riuscire a sbirciare dentro.

«Cosa c'è?» La voce di Azzurra è ridotta a malapena ad un sussurro ma riesco comunque a sentirla.

«Una finestra, dentro la stanza sembra non esserci nessuno ma la luce è accesa.», le rispondo con lo stesso tono senza guardarla ma so che mi ha sentita.

«Allora vediamo di passarle accanto senza farci vedere... che stanza è?» Mi domanda alla fine, la osservo e alzo le spalle.

«Una camera da letto, lussuosa peggio di quelle in cui eravamo a Torino... passiamo di qua.», aggiungo in ultimo mentre ci spostiamo appena lungo il bordo per non passare proprio davanti il vetro illuminato.

Arriviamo al terzo piano e già inizio a sentirmi stanca, sembra non finire mai questo muro.

«Dio, ci sarà come minimo un altro piano.», Azzurra sbuffa, affaticata anche lei e come alzo gli occhi noto una seconda finestra, più grande della prima.

La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora