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«Ehi Lupin guarda!» Stéphan entra di colpo nel soggiorno con un giornale in mano. Ci mette sotto il naso un articolo in cui è riportato in primo piano il crimine di furto di un gioiello, appartenuto al famoso alchimista Cagliostro da parte di... Arsenio Lupin III!

Il diretto interessato afferra il quotidiano alzando un sopracciglio contrariato. «Qualcuno mi sta usando per i propri giochetti. Per questo ieri sera Monroe stava inseguendo quell'auto.»

«Il problema adesso è che incolperanno tutti noi per qualcosa che nessuno ha fatto.», interviene Azzurra incrociando le braccia pensierosa e turbata.

In tutto ciò, mio fratello continua a guardarci senza sapere cosa fare. Finché non vedo una scintilla attraversare il suo sguardo e capisco subito che ha avuto un lampo di genio, ha la classica espressione di quando ha un'intuizione.

«Scusate... io non ne capisco molto ma se provaste a fare... non so... qualcosa durante la comparsa di questo impostore per dimostrare che non siete voi?» Tutti i nostri sguardi si posano su Adriano, sorpresi di aver sentito proprio da lui una cosa del genere.

«Tuo fratello ha ragione, sai? Che te ne pare Lupin?» Domanda William e il moro accanto a lui fa un sorrisetto.

«Buon sangue non mente direi...», comincia Lupin guardandomi con un sorrisetto malizioso e mi sento improvvisamente avvampare, «Dobbiamo escogitare un piano ragazzi. L'idea è buona, potremmo portare allo scoperto il tizio che sta dietro questa farsa.»

Il pomeriggio mi dirigo da Adriano, lo trovo seduto sul letto della camera che sarebbe stata mia se non avessi dormito insieme a Lupin.

Ha gli occhi velati da un sottile strato di turbamento e lo sguardo basso. Appena chiudo la porta si volta verso di me e mi guarda malinconico. «Non ci rivedremo più, è così?»

Le sue parole mi colpiscono come uno schiaffo, molto più doloroso però. Mando giù un nodo alla gola, gli occhi si velano di tristezza e ricaccio indietro le lacrime.

Mi siedo accanto a lui. «Con molta probabilità... sì. Ma per il bene di entrambi Adriano, lo sai. Ho scelto la mia vita... e ho scelto lui. Mi dispiace.»

Cala il silenzio tra noi mentre cerco di farmi coraggio nel dirgli addio. Sapevo già che sarebbe successo, abbiamo entrambi deciso la nostra strada e sono dannatamente diverse tra loro.

«È giusto così.», Adriano si volta verso di me con un sorriso e mi chiude in un abbraccio. Finalmente le lacrime sfuggono via al mio controllo e così il groppo in gola che avevo per lo sforzo di trattenerle.

«So che lui ti proteggerà, perché se così non fosse verrò a scovarlo ovunque si trovi.», sorrido e la sua battuta smorza un po' la tristezza di quell'addio.

«Ricordati chi sei Dalila. Una ragazza dal cuore grande e il coraggio di una leonessa... so che starai bene, sei sempre stata più matura e responsabile di quanto la tua età faceva supporre e ti ho sempre ammirato per questo.», non riesco a dire altro se non a rifugiarmi di nuovo tra le sue braccia.

Sorrido di colpo. «E tu... prenditi cura di più di te stesso e sii meno testa calda, mi raccomando. Sappi che penso ancora a voi, mamma, papà...», la voce mi muore di colpo al ricordo dei miei genitori.

Gli occhi di giada di mio fratello si illuminano. «Almeno so che sei viva e stai bene, mi dispiace solo che dovrò mentire a loro due.», lo guardo di colpo ma lui mi precede. «Lo so è per il loro bene e la loro sicurezza... ma fa male comunque. E non oso pensare a te che dovrai portare questo fardello per sempre.»

Ahia... questo fa male, è una scoccata velenosa in pieno cuore ma almeno adesso anche lui ne è consapevole. Se serve a tenerli tutti al sicuro da chiunque per colpire me o Lupin o gli altri, possa minacciare e fare del male alla mia famiglia.

«Stai tranquilla non dirò niente a nessuno. Ti voglio bene piccoletta.»

«Ti adoro.», sorrido anche io e dopo alcuni minuti ci distanziamo quando la voce di Azzurra mi chiama. Mi volto verso mio fratello:

«Penso che sia ora di andare.»

Dopo aver bendato Adriano nuovamente così che non possa capire la posizione della nostra casa, decido di sedermi sul sedile posteriore, proprio accanto a lui, prima di salutarlo definitivamente. Alcuni istanti dopo che siamo partiti, il mio sguardo si incrocia con quello di Lupin nello specchietto retrovisore avanti a lui e lo vedo fare un impercettibile sorriso mentre accelera come usciamo da un vicolo.

Quindici minuti dopo siamo nel centro di Parigi, abbiamo lasciato la nostra Audi in una stradina interna e sbendiamo Adriano.

«Sarà meglio lasciarli da soli. Diamogli un po' di tempo per salutarsi per bene.», afferma Lupin agli altri e queste sue parole mi fanno ricordare i tanti motivi per cui lo amo. Sorrido grata a lui mentre tutti loro salutano mio fratello, persino Azzurra non resiste e scende dal mezzo per poterlo abbracciare. Lui le sorride, le dice qualcosa all'orecchio che la fa ridacchiare mentre gli lascia una pacca sulla spalla. «Vedi tu di star lontano dai guai, zuccone.»

Dopo che ci siamo incamminati solo io e lui, esserci abbracciati un'ultima volta e aver fatto scappare qualche lacrima, Adriano mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi lascia un bacio affettuoso sulla fronte. «Semmai avessi bisogno di parlare con qualcuno questo è il mio nuovo numero di cellulare.», so che se non me ne vado subito rischio di crollare, così sorrido, lo abbraccio lasciandogli un "ti voglio bene" sussurrato nelle orecchie e mi allontano.

Il suo sorriso è l'ultima cosa che vedo prima di voltarmi per tornare dai ragazzi. Finché un'esplosione non mi sbalza via e mi ritrovo a terra, con le mani sulla testa a coprirmi le orecchie che mi fischiano inarrestabili.

La vista mi si offusca per alcuni momenti e faccio fatica ad alzarmi. Ma il pensiero di mio fratello è più forte e riesco a voltare lo sguardo verso l'enorme colonna di fumo nero che si innalza fino a coprire l'edificio in cui si stava dirigendo Adriano.

La voce di Lupin supera ogni trambusto e urla dei passanti e dalle persone che stanno evacuando gli edifici accanto per vedere cosa è successo. Non riesco a capire cosa mi dice, né lui né gli altri perché il mio sguardo è perso tra la folla, cercando di scorgere una testa bionda. Non doveva essere lontano da me, ci eravamo appena salutati, avrà fatto sì e no cinque metri. Ma di mio fratello non c'è traccia, sembra svanito nel nulla.

La Ragazza Del Ladro [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora