C I N Q U E

1.3K 65 8
                                    

Amelia's Pov.

"Questa lezione è pallosa", commentò Charlie, ripetendomi quella frase per la centesima volta. Risi leggermente, cercando di non farmi sentire dalle persone intorno a noi. Nelle file davanti c'erano seduti altri liceali, alcuni li riconobbi perché erano nella nostra stessa classe, ma altri dovevano provenire da istituti diversi.

Anche io avrei voluto sedermi davanti, per seguire con attenzione la lezione di letteratura inglese, ma Charlie mi aveva obbligata a sederci in ultima fila. Da dove praticamente non sentivo nulla. Vidi Charlie agitarsi sulla sua poltroncina e quando mi girai per guardarla notai che stava facendo delle facce strane. "Charlie, ma che combini?", chiesi sottovoce, osservandola sospettosa.

Lei rise girandosi verso di me, e fece una smorfia con le labbra, imitando lo strano modo di parlare che il professore universitario aveva. Per poco non scoppiai in una sonora risata, ma riuscii a trattenermi, fortunatamente.

Charlie cominciò a segnare alcune linee di matita sul mio quaderno, solo quando ebbe finito capii che aveva appena disegnato una caricatura dell'assurdo professore. Questa volta non mi trattenni. Scoppiai a ridere talmente forte che tutte le teste si girarono nella mia direzione, compresa quella del professore che intanto era impegnato a scrivere sull'enorme lavagna elettronica, dando a tutti una meravigliosa vista dei suoi aloni di sudore sulla camicia azzurra.

"E voi due che avete da ridere?", alzò la voce, alterandosi e diventando paonazzo in viso. Quella visione non fece altro che farci ridere ancora di più, facendoci quasi piegare in due. "Fuori dalla mia aula, immediatamente!".

Quando udii quelle parole mi ghiacciai. Ero stata cacciata dalla classe al primo giorno. Guardai male Charlie, non avrebbe dovuto provocarmi fino a farmi ridere tanto. Volevo seriamente seguire la lezione. Sbuffai, alzandomi e prendendo la mia borsa. Mi diressi fuori dall'aula con Charlie al seguito, lei ancora ridacchiava divertita.

Per tutto il tempo sentii lo sguardo infuriato del professore addosso, più tutti quelli degli studenti che di sicuro si stavano prendendo gioco di noi. "Charlie", la richiamai, rimproverandola.

"Eddai, ora non mettermi il muso. Lo sai pure tu che era esilarante!", rise ancora, appoggiandosi al muro di fianco a me.

La guardai ed alla fine cedetti e le sorrisi. "Sì, okay. Era divertente, ma siamo state cacciate dalla classe, il primo giorno", la guardai, sospirando.

Lei alzò gli occhi al cielo e si lasciò scivolare lungo il muro fino a ritrovarsi seduta per terra, si strinse le ginocchia al petto. "Dai, Amelia. Ci siamo solo messe a ridere. Non finiremo mica in prigione per questo".

Infondo aveva ragione, forse dovevo tranquillizzarmi e lasciarmi andare. Ero troppo tesa in ogni momento della giornata, probabilmente quelle due settimane sarebbero state l'ideale per svagarmi e staccarmi dalla vita di tutti i giorni.

"Vabbene, ma domani seguiamo tutte le lezioni, intesi?", la osservai, mentre io ancora ero in piedi davanti a lei con la borsa in mano. Lei sbuffò scocciata, ma dopo annuì, accontentandomi. "Dai, andiamo a farci un giro", proposi io, cercando di farla alzare.

"Uh, guarda chi arriva", ridacchiò, guardando un punto oltre me. Mi girai e deglutii a vuoo quando vidi Rafik camminare verso di noi.

È fottutamente perfetto.

I jeans neri cadevano in modo quasi disumano sui suoi fianchi, e la giacca in pelle lo rendeva tremendamente sexy, facendo intravedere la camicia bianca che indossava sotto. Si sfilò gli occhiali da sole e ci sorrise, passandosi una mano tra i capelli. "E voi che ci fate qui? Non dovreste seguire le lezioni?", ci chiese, ma continuò a guardare sempre me, facendomi sentire una strana sensazione nello stomaco.

Young Hearts. | zjm Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora