Capitolo 19.

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Zayn's Pov.


La sera prima ero rimasto a guardare Floralie dormire tra le lenzuola di quello che era il mio vecchio letto. Le avevo accarezzato i capelli e l'avevo osservata mentre si lasciava scivolare nel mondo dei sogni. Chissà se sognava me, chissà cosa pensava di me in quella sua strepitosa mente. Chissà se mi amava più o meno di quanto mi aveva detto di amarmi.

I dubbi e i sensi di colpa mi assalivano ogni giorno di più, dovevo dirle la verità ma non riuscivo a farlo. Avevo paura, sì, forse per la prima volta nella mia vita avevo paura. Avrei potuto perderla e non potevo permetterlo. Non ora che l'avevo ritrovata. La mia Floralie, la mia bellissima e splendida Floralie. La mia ossessione.

Magari ad alcuni piaceva collezionare cartoline, collezionare fumetti, pezzi storici; magari ad alcuni piaceva andare a caccia, ad altri andare a teatro, ad altri la musica; magari ad altri ancora piacevano gli sport, ad altri i libri, ad altri il cibo. La mia passione era lei, solo ed unicamente lei. Forse la mia ossessione era degenerata, ma era troppo tardi per potermi tirare indietro da questa storia. La mia mente pensava costantemente solo ad una cosa: Floralie.

Nient'altro occupava la mia mente, nient'altro che lei. Se l'avessi persa.. non so cos'avrei fatto, sarei impazzito, avrei ucciso qualcuno probabilmente. Floralie. Floralie ed ancora Floralie. Solo lei, lei ed io. Nessun'altro. Se avessi avuto a disposizione una navicella spaziale avrei preso la bellissima creatura di fianco a me e l'avrei portato su un pianeta dov'eravamo solo io e lei. Niente interferenze dall'esterno.

Così non sarei nemmeno costretto a stalkerarla costantemente, perché saremmo solo io e lei e non dovrei preoccuparmi di disturbi da parte degli altri. Perché era il mondo esterno a rovinare ogni volta le cose tra me e lei. Era solo e solamente colpa degli altri, ed io avrei ucciso chiunque avesse provato ad allontanarla da me. Chiunque, uomo, donna o bambino che fosse. Perché Floralie era mia. Solo mia, e nessuno doveva permettersi ad allontanarla da me.

"Malik, ha cominciato a preparare il suo progetto di arte?" La voce del professore mi riportò con i piedi per terra. Scossi leggermente la testa e misi a fuoco la figura davanti a me. Il mio professore di arte e design era davanti a me, con un sorrisone sul viso e con una scatola di cereali in mano. Anche lui faceva spesa nello stesso supermercato in cui la facevo io?

"Uhm.. no, in realtà no, non so ancora che disegnare." Gli risposi, sbattendo un paio di volte le palpebre per ritornare meglio alla realtà. Quanto tempo ero rimasto fermo davanti allo scaffale dei biscotti a pensare alla mia Floralie? Forse le persone che mi erano passate di fianco avranno pensato che fossi un cartellone pubblicitario in 3d.

"Visto com'è difficile?" Mi disse il professore, con ancora quell'irritante sorriso sul viso che gli provocava la comparsa delle evidenti rughe attorno agli occhi. "E' molto più difficile quando vi do completa libertà su un compito da svolgere, o sbaglio? Insomma, quando vi dico di riprodurre una natura morta o di progettare la piantina di un ipotetico appartamento è molto più facile. Io vi dico cosa fare e voi lo fate, mentre ora avete così tanta libertà di scelta che siete senza idee." Continuò, mettendo un pacco di biscotti al cioccolato nel suo carrello pieno per metà.

Lo osservai con attenzione e silenziosamente mentre lui mi parlava e mi spiegava cosa intendesse dire. In effetti aveva ragione. La libertà di scelta mette in crisi, è più facile quando qualcuno ti dice esattamente cosa fare e per quando farlo. Essere liberi è una bella responsabilità.

"Ha ragione." Dissi brevemente, ritornando ad osservare gli scaffali per cercare i miei amati biscotti al miele.

"Dunque, cosa pensi di disegnare?" Mi domandò un'altra volta, rimanendo ad osservarmi mentre io volevo solo continuare la mia spesa senza altre interferenze da persone che non fossero Floralie.

Young Hearts. | zjm Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora