TRENTOTTO

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- Capitolo Trentotto -

"Balliamo!"

Ci sono molte cose nella vita in cui devi solo buttarti senza pensarci troppo e saltare dentro senza alcuna preparazione

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Ci sono molte cose nella vita in cui devi solo buttarti senza pensarci troppo e saltare dentro senza alcuna preparazione. Ci sono molte cose nella vita che non hanno senso, come il traffico, chi lo provoca? Ci sono molte cose nella vita che ti causano preoccupazione o ansia per qualcosa su cui non hai alcun controllo. Come la morte, dove vai quando muori? È solo un abisso nero e senza fine? Perché se lo è, allora ci fluttueresti per sempre, davvero per sempre. Perché la tua vita è finita, ma quella di qualcun altro sta solo iniziando, quindi nuoteresti in un abisso nero e cupo per tutta l'eternità. Anche quando il mondo finirà, non lo sentirai perché sei già morto.

Elladora Hargreeves pensò che quello fosse ciò che la spaventava di più.

Non pensava così, ovviamente. Sapeva che un giornosarebbe morta, accidenti, ci aveva provato lei stessa. Ma le conseguenze non erano davvero una grande cosa allora. Ora, giaceva a letto la notte e piangeva fino ad addormentarsi perché era terrorizzata dall'idea di non avere mai più uno scopo per non morire.

Tutti vivono per qualcosa, se niente ti incoraggia a restare su questa Terra, allora perché sei ancora qui? Elladora viveva per i suoi amici e per la pura gioia che provava quando era con loro o semplicemente pensando a loro e ricordando le loro avventure passate. Ma se fosse morta, allora non avrebbe mai saputo come avrebbero reagito, non avrebbe mai più potuto vederli e quello scopo di vivere sarebbe scomparso perché sarebbe stata morta.

Non capiva.

Sapeva tutto, ma il concetto di vita e morte era troppo difficile da afferrare. Quando Sebastian, suo fratello, morì, davvero non voleva pensarci affatto. Ma il pensiero continuava a tornare e ritornare nella sua testa. Dov'era lui? La stava guardando dall'alto? O fluttuava in un abisso nero senza fine?

Solo il pensiero che lui non avesse uno scopo e fosse solo un piccolo frammento di mente e anima in un universo enorme era straziante. Vissuto per così tanto ma morto per così poco. Elladora non sapeva perché suo padre lo avesse ucciso, non sapeva davvero con certezza che lo avesse fatto. Ma aveva quella sensazione e la sua intuizione non era quasi mai sbagliata.

Le piaceva pensare che Sebastian la stesse guardando dall'alto, osservando la sua vita. Ora più che mai, non lo incolpava per magari non voler guardare il dolore che lei subiva a casa, ma voleva davvero che lui vedesse la pura gioia che provava con i ragazzi. Perché per quanto suo fratello la confortasse, non aveva mai sorriso neanche intorno a lui.

I tempi con Sebastian erano i migliori, spesso attraversava di nascosto il corridoio e entrava nella sua stanza di notte dove si sedevano uno di fronte all'altra sul suo letto e giocavano a quei giochi di strette di mano che Sebastian aveva imparato da uno dei suoi amici nati babbani di cui le aveva parlato. Dovevano stare attenti a menzionarlo intorno ai loro genitori, se mai avessero scoperto che qualcuno di loro si associava con babbani, nati babbani, traditori del sangue e mezzosangue, probabilmente li avrebbero uccisi.

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