Sentivo l'emozione della prima partita in tutto il corpo ma non riuscivo a smettere di pensare a Beatrice e Federico che erano nell'angolo dello spogliatoio da soli e in panchina si sarebbero anche probabilmente seduti vicini, lui non stava rispettando quello che ci eravamo detti la stessa mattina dopo che lei aveva chiuso la porta:
<< Non ti fidi di me, vero? >>
<< Perché dovrei? D'altronde la stai trattando come merce da scambio >>
<< Scusa hai ragione, non mi sono espresso bene, voglio solamente sapere se ti piace, tutto qui >>
<< Si, scusa, sono soltanto molto nervoso e puoi capire dalla mia reazione che si è così >>
<< Ti piace >>
<< E se lei non dovesse provare gli stessi sentimenti, non mi perdonerei mai di avervi fatto allontanare >>
<< Ma io non mi allontanerò, non ci penso nemmeno, voglio comunque la sua amicizia >>. Ci eravamo stretti la mano e poi avevo visto Roberto entrare in camera. Avevo bisogno di dirle tutto questo ma proprio quando mi stavo avvicinando a lei era ora di salire in campo, l'abbracciai e lei sussurrò un ci vediamo a partita finita, so che andrà benissimo, ne ero sicuro anch'io però non riuscii a dire niente, ero agitatissimo e percepii che anche lei lo era.
Salito il primo gradino sentii l'adrenalina salire fino alla gola e poi fermarsi, volevo urlare, mi voltai nella sua direzione, sapevo che lei poteva tranquillizzarmi ma mi innervosii ancora di più vedendola di nuovo insieme a Federico, adesso ero pronto, ero carichissimo, vedendo quello l'adrenalina era salita alla stelle e la scaricai durante l'inno, mano sul cuore, che batteva a mille per l'arcobaleno di emozioni che giocavano in quel momento a pallone dentro di me, era come se potessi sentire veramente una palla passarmi in ogni angolo del corpo e quando me la ritrovai ai piedi per un attimo non seppi che fare, ero un calciatore io, dovevo saperlo allora giocai come meglio potevo, sapendo che a guardarmi c'erano lei, il mister e i miei compagni dalla panchina e la mia famiglia e tutti i tifosi italiani dallo schermo della loro TV, dovevo rendere tutti un minimo orgogliosi soddisfacendo anche me stesso.
A partita finita ero sfinito ma felice, lei mi tirò una bottiglietta d'acqua come aveva fatto quel fatidico giorno << Sei stato bravissimo >> gli diedi il batti cinque con entrambi le mani << So cosa vuoi sentirti dire ma non lo farò finché non avrai al collo quella medaglia e tra le mani quella coppa che tanto vi meritate tutti >> sorrisi << Non volevo detto niente, volevo solo questo >> l'abbracciai, continuammo a parlare delle mie prestazioni durante la partita anche sull'autobus e sul treno. Quando arrivammo a Coverciano, lei dormiva e questa volta non la volli svegliare, la presi in braccio e la portai in camera, la stesi sul letto e gli spostai una ciocca di capelli << So che stai dormendo ma è tutto il giorno che vorrei dirti che quello che hai sentito non è vero, che tu mi piaci da impazzire, che ho una paura folle di fare qualcosa di sbagliato e rovinare tutto questo, che non so come comportarmi, cosa fare ma so che ti voglio sempre intorno a me, voglio poter guardare sempre il tuo sorriso, stringere la tua mano, abbracciarti, accarezzare i tuoi capelli, baciarti la fronte, dormire stretto a te, voglio poter provare sempre quel senso di calma e tranquillità quando incontro il tuo sguardo, voglio sempre fare lo stupido soltanto per vederti ridere ma non sai quanto sia difficile dirti tutto questo, sai a volte penso che non troverò mai l'occasione giusta e che qualcun altro potrà allontanarti da me ma se sarai felice sarò pronta a lasciarti andare perché un tuo sorriso per me vale molto di più di averti accanto. Queste cose non le ho detto mai a nessuno e per te sarà come se non lo avessi fatto quindi tutto quello che sto dicendo rimarrà tra me e queste mura. Bene, spero di trovare il coraggio di dirtelo in faccia perché non meriti una bugia come quella di oggi, buonanotte >> mi avvicinai a lei e le baciai la fronte, mi alzai delicatamente in modo da non svegliarla, Matteo era ancora in bagno, mi buttai sul letto, non pensai più a tutto quello che era successo prima ma realizzai finalmente il fatto che avevamo vinto, 3-0, adesso toccava all'altra partita ma non era tempo di pensarci, chiusi gli occhi e mi addormentai.~ Beatrice's pov ~
Avevo deciso di stare un po' alla larga da Manuel perché non avevo ancora accettato del tutto il solo modo in cui mi vedeva e non volevo commettere stupidate quando ero con lui ma proprio non ci riuscivo, mentre Federico mi parlava nello spogliatoio riuscivo soltanto a guardare lui e non riuscii a rinunciare alla tentazione di andarlo ad abbracciare, aveva bisogno del mio supporto in quel momento e come AMICA dovevo darglielo, è giusto? Non so proprio cosa fare.
Durante la partita non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso e Matteo me lo fece notare parecchie volte, tralasciato questo, Turchia-Italia è stata la miglior partita che ho visto fin ora tranne quelle giocate da mio padre che ormai risalgono a molto tempo fa, ma fatale fu la presenza del mio migliore amico al mio fianco che esultava e soffriva insieme a me.
Anche a fine partita non riuscii a non fare un passo verso di lui e lui mi sorprese quando mi abbracciò e mi disse che era l'unica cosa che voleva fare in quel momento, come AMICO ovviamente, è importante che me lo ricordi sempre. Parlammo per tutto il viaggio, avevo paura di annoiarlo con le mie chiacchiere perché lui parlava il minimo indispensabile ma non volevo neanche smettere altrimenti si sarebbe creato quel silenzio imbarazzante che forse era anche peggio, lui sembrava abbastanza interessato alle cose che dicevo fortunatamente ma durante l'ultimo tratto di strada la stanchezza ebbe il sopravvento, mi addormentai sulla sua spalla e dopo questo non ricordo niente.
Mi risvegliai nel mio letto e sentii aprirsi la porta del bagno << È tardi Bea, dormi >> era Matteo << Come ci sono arrivata qui? Mi ricordo di essermi addormentata sull'autobus >> domandai << Infatti ti eri addormentata, Manuel non ti ha voluto svegliare e allora ti ha messo lui a letto. È stato molto carino, no? >> mi girai verso il letto di Manuel, lui stava già dormendo, sorrisi per un momento poi la mia faccia si incupì, Matteo notò il mio sbalzo di umore << No, non può esserlo >> avrei finito per innamorarmi di lui ogni giorno di più e non poteva succedere << Non capisco, hai detto che ti piace, dovresti essere contenta? >> lo ero, lo ero veramente tanto << Non posso semplicemente, finirei per perdere la testa e non ne è una cosa che può succedere vista la situazione >> le cose stavano così << Che situazione? >> non gliene avevo ancora parlato << Ho già capito lascia stare, quando hai origliato hai sentito che a lui non piaci >> era per questo che era il mio migliore amico, gli sorrisi e andai verso di lui, lo abbracciai e per quella notte dormii con lui.
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M.L. Finalmente tu
RomansaManuel e Beatrice si conoscono già da quattro mesi ma non si sono mai conosciuti veramente. Beatrice Mancini è la figlia del grande allenatore Roberto Mancini che la farà entrare nella famiglia della nazionale. Tra i due ragazzi ci sarà solo un rapp...