Quinto anno

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Settembre 1991 - agosto 1992

Fu l'anno del cambiamento.
Harry Potter era arrivato ad Hogwarts. Tutti in eccitazione.
Monica non capiva. Certo ok, aveva annientato il signore Oscuro a solo 1 anno, ma non lo aveva ucciso. Monica aveva visto nell'ultimo anno dei movimenti sospetti nella foresta proibita quando era nella sua forma di animago che non le erano piaciuti. Non le piaceva nemmeno quel Quirrell, il nuovo professore di difesa contro le arti oscure.
Aveva provato a leggergli la mente, aveva trovato delle difese molto basse, facilmente distruttibili, ma che però non sarebbe passato inosservato al professore, dunque Monica lasciò perdere.
Harry Potter fu smistato in grifondoro.
Scontato.
Anche se a Monica sembrava che il ragazzo cadesse un po' dalle nuvole, era sovrappensiero e Monica appena riuscì ad avere una visuale completa e libera sul ragazzo gli entrò nella mente. Zero barriere, zero protezioni. Comprensibile, era cresciuto con babbani. Monica vide un po' i suoi ricordi, scoprí che era rettilofono come lei e che non aveva passato proprio una bella infanzia. Lasciò in pace Harry e si dedicò a frivole conversazioni con i compagni Serpeverde, lanciando qualche occhiata di sottecchi a Snape, il quale continuava a fissare il ragazzo sopravvissuto.
Tra i primini serpeverde c'era Draco Malfoy che, sentendo per caso Lauro che chiamava Monica per cognome, si presentò ai due, informando Monica che sua madre, Narcissa, era una Black. Monica però non diede tante informazioni sul suo conto al ragazzo, troncando la conversazione con un "mi farebbe piacere conoscerla" di cortesia, ma in realtà non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi ai Malfoy, conosceva bene le loro idee medievali e a chi era rivolta la loro lealtà e Monica voleva starne alla larga.
L'anno procedeva e il rapporto con Hagrid migliorava sempre, le aveva presentato anche Fufi, un cane a tre teste che aveva portato ad Hogwarts per fare la guardia a qualcosa.
Monica sapeva che al momento giusto Hagrid le avrebbe rivelato cos'era l'oggetto prezioso in questione, per il momento era concentrata sugli studi perché quell'anno avrebbe affrontato i GUFO e più missioni del solito, dunque era decisa a portarsi avanti con lo studio.
Non aveva dimenticato il professor Snape. Anzi, aveva iniziato ogni tanto a sognare i suoi occhi ossidiana o la sua figura che preparava una pozione.
Snape invece che l'aveva pensata per quasi tutta l'estate, a settembre ebbe un tuffo nel passato incrociando gli occhi verdi di quel ragazzino dalla faccia antipaticamente identica al padre, ad eccezione degli occhi, lì dove c'era Lily. Lily era tornata, tornata per ricordargli della promessa fatta a Silente. Ricordargli il mostro che era e che nella sua vita non c'era spazio per la felicità perché lui la felicità la toglieva, non la dava.
Monica era bellissima, stava diventando una piccola donna e proprio per questo Snape cercò di evitarla il più possibile.
Arrivò Natale, Monica e Lauro rimasero ad Hogwarts, dato che Luca e Andrea restavano in Francia. Ma anche perché Monica voleva controllare Quirrell che sembrava essere sempre più agitato e voleva sapere perché, perché portasse sempre quel turbante osceno, perché emanasse un'aura magica più potente di quello che aveva dimostrato di possedere durante le lezioni.
Tra Natale e Capodanno, Monica avrebbe affrontato una missione da sola, dopo aver ricevuto un permesso speciale da Silente e le solite raccomandazioni (Silente era l'unico che sapesse cosa i due ragazzi realmente facevano per il ministero e a volte agivano anche per conto suo
), Monica si smaterializzò fuori i cancelli della scuola, nella Londra babbana. Prima di agire passò in un supermercato per comprare dell'alcol e poi trovò dell'erba, tutte cose che le sarebbero servite a missione compiuta, le portò nell'appartamento londinese, dove si cambiò e partí. L'obiettivo questa volta era eliminare un magonò che aveva violentato 4 ragazzine di 12 anni. Un gioco da ragazzi per Monica, ma questa storia la portò indietro nel tempo, la portò a ripensare a Marilú, al bambino che sarebbe dovuto nascere e al povero compagno, Monica si sentiva il sangue ribollire nelle vene. Era pronta. Aspettò che il bersaglio uscisse dal luogo di lavoro, usando un incantesimo di disillusione lo seguí, fino ad arrivare a casa sua, entrò con lui, annullò l'incantesimo e si mostrò. Non fu come le altre volte. Monica lo uccise senza magia, senza pietà e con glaciale determinazione. Una volta fatto sparire il cadavere, si diresse nella sua casa di Londra e cominciò a bere. Stufa di restare chiusa in casa di smaterializzò fuori Hogwarts e continuò a fumare e bere per eliminare dalla sua testa gli occhi della sua ennesima vittima. Una volta finito il tutto fece per alzarsi, ma a malapena si reggeva in piedi e optò per trasformarsi in pantera e proseguire fino alle porte del castello. Una volta arrivata, con tutta la forza in suo possesso ritornò umana e proseguí verso i sotterranei, pregando di non incontrare nessuno. Appena imboccate le scale che portavano ai sotterranei, testò che non era pronta per andare nel dormitorio e allora optò per il davanzale della finestra più vicina ove si appollaiò e cominciò a dondolare la testa vicino al vetro e a lacrimare silenziosamente. Il caso volle che proprio in quel momento Severus Snape stava ritornando nei suoi alloggi dopo aver fatto un giro di perlustrazione nel castello. Trovò Monica che sbatteva la testa alla finestra e piangeva. Non si era accorta della sua presenza e più si avvicinava più veniva invaso da una puzza evidente di erba e alcol.
"Signorina Black. Perché è fuori dal suo dormitorio oltre il coprifuoco, ma soprattutto perché puzza di alcol e merlino sa cosa?"
Monica lo fissava, con sguardo vuoto, dopo molti secondi porse al professore il pass che gli aveva firmato Silente.
Snape lo lesse, poi posó lo sguardo sulla ragazza "Non credo che il preside le abbia firmato un permesso per farla ubriacare e drogare. Non le tolgo punti della casa solo perché è una serpeverde, signorina. Ciò non la salverà da due settimane di punizione che avranno luogo ogni sera alle 20.00 nel mio ufficio" Monica, che non aveva mai smesso di guardarlo, anche senza vederlo, rispose inconsciamente in italiano. Non riusciva a parlare altra lingua in quei momenti.
Severus intuí che la risposta della ragazza non era stata tra le più educate e si trattenne di aumentare la punizione solo perché vide che mentre cercava di scendere dal davanzale le crollarono miseramente le gambe. Snape tentó di prenderla per un braccio, ma appena la tirò un po' Monica iniziò ad urlare, a contorcersi e a lanciare incantesimi a caso. La lasciò subito e Monica parve calmarsi. Snape si avvicinò lentamente e si piegò sulle ginocchia per guardarla in viso "Monica non voglio farti del male, voglio solo aiutarti ad alzarti e portarti nel mio ufficio per una pozione che faccia finire la tua sbornia, ne hai dannatamente bisogno, ragazzina" 
La ragazza lo guardò a lungo, poi allungò una mano tremante verso di lui e si fece aiutare. Le braccia del professore erano forti, ma delicate, Monica si sentiva al sicuro e si fece guidare nel suo ufficio, dove si accomodò sul divanetto di fronte alla sua scrivania.  Nemmeno il tempo di guardarsi intorno che il professore le rifilò due boccette.
"Bevi." Disse in un tono che non ammetteva repliche.
Monica bevve tutto d'un fiato entrambe le pozioni.
"Tra qualche minuto starai meglio, Monica e vorrei delle spiegazioni, in inglese gentilmente che mi convincano a non portarti dal preside per farti espellere."
Monica annuì impercettibilmente, cercando di mettere in moto il cervello per trovare una giusta spiegazione al tutto.
Passarono 10 minuti. Monica si sentiva come rinata, ma non aveva trovato una scusa plausibile da raccontare al professore, optò per una mezza verità.
"P-professore.."
"La ascolto." disse glaciale.
"Mi scusi, mi sono comportata da stupida incosciente e vorrei ringraziarla per avermi aiutato a"
"Risparmi i convenevoli miss Black. Vada al dunque. Cosa. Cazzo. Stava. Facendo. Ha la minima idea in che condizioni era? Drogarsi Monica, drogarsi. La facevo più intelligente! È questo che fa quando esce dal castello? Ubriacarsi e drogarsi a soli 15 anni? Rosier stasera non si è unito? Avevate poca roba? Un'incosciente ecco cosa sei! Una ragazzina. Perché. voglio sapere uno stramaledetto Perché."
Monica era rimasta a bocca aperta. Severus la stava sgridando, le stava dando del tu e sembrava quasi preoccupato. La testa le suggerí che era solo una preoccupazione di un capocasa di perdere la studentessa migliore della casa.
"No, non oserei mai prendere un permesso solo per far uso di droghe ed alcol, professore. Ma sono la mia valvola di sfogo. Lei non immagina nemmeno quanto la mia anima sia nera e scomposta. A volte ho bisogno di staccare il cervello e tutto il resto e a volte mi lascio prendere la mano ed esagero un po', ma ciò non c'entra nulla con i permessi. Ho dei compiti da svolgere per conto del ministero, nulla di chè. Ho sbagliato a tornare in questo stato al castello, ho sbagliato ad esagerare con le quantità, ma non creda che io sia  dipendente da queste cose."
"Quali servigli offre al ministero?"
"Non posso rivelarli, la prego non insista"
Severus la guardò a lungo
"Perché hai avuto paura del mio tocco?"
Monica abbassò lo guardo "Non ho avuto paura del SUO tocco, professore, ma non sopporto l'idea che qualsiasi uomo possa toccarmi...mi ritornano in mente cose molto brutte"
"... vuoi parlarne?"
Monica era sempre più stupita dalla dolcezza del cinico e 'bastardo' professor Snape. Si fidava di lui, era cotta di lui, voleva che lui la salvasse, la guarisse, ma non ce la faceva a raccontare.
"Posso mostrarglielo professore, ma la prego, deve restare tra me e lei, tra noi due e basta"
Snape si prese dei minuti per riflettere, poi si perse nel viso stupendo della ragazza che stava pendendo dalle sue labbra e allora annuì e stabilendo un contatto visivo con i suoi occhi ambra, Severus si ritrovó tra le strade di Roma un un pomeriggio inoltrato a passeggiare con una ragazzina ignota e una bambina a lui fin troppo familiare. Assistí alle violenze, fino a quando le due ragazzine tornarono in casa. Lo portò poi a qualche anno dopo, quando lo stesso uomo la stava violentando in un corridoio poi i ricordi finirono, prima che potesse vedere Monica ucciderlo.
Snape si trovò davanti uno scenario mozzafiato, Monica era arrossita e aveva gli occhi che minacciavano lacrime prepotenti. Severus con calma le prese la mano, sussurrando un "mi dispiace. Ma ora dov'è? Sei al sicuro? Lui ti.. può fare ancora del male?"
"N-no ora non potrà mai più farmi del male"
"Monica.. l'anima nera, la tua oscurità.. è perché lo hai ucciso?"
Monica ricacciò indietro le lacrime e ringrazió il professore, concendandosi e tornando nel suo dormitorio, non dando al professore nessuna risposta.
La notte passò lenta e dolorosa, il mattino seguente fu un trauma per Monica. Avrebbe dovuto far i conti con Snape. Gli aveva raccontato troppo, era diventata vulnerabile. Scese in sala comune trovando alcuni primini che tremarono alla sua vista e in un angoli vide Lauro e Michelle immersi in alcuni libri di Aritmanzia, tutti e tre avevano scelto quel corso al posto di Divinazione, ma i due ragazzi erano in seria difficoltà. Appena videro Monica, Lauro la spinse fuori dal dormitorio e la tempestò di domande; gli raccontò tutto, anche di Snape e Lauro la abbracciò. Non la lasciò sola nemmeno un secondo quel giorno, tranne quando, alle otto si diresse verso l'ufficio di Snape per la sua punizione.
I due non si parlarono, Snape lasciò che Monica spolverasse la libreria, nei giorni seguenti i calderoni e poi rimettesse in ordine le varie pozioni.
Durante l'ultima sera di punizione, Snape le lasciò correggere delle verifiche del terzo anno.
Il professore pensava che Monica fosse troppo buona, ma era molto esigente, meno crudele di lui, ma lo stesso esigente. A lavoro terminato, Monica ripensò a quella notte "Professore... grazie per avermi coperto quella sera, se non fosse stato per lei, a quest'ora sarei stata bannata da Hogwarts"
Snape la guardò a lungo poi "Monica.. devi lasciar perdere quelle cose. So che ora alla tua età potrebbero essere la tua unica via di fuga, ma fidati, ti trascinano ancora più nel baratro. Sei più intelligente di tutti i serpeverde messi insieme, comportarti come tale"
Monica annuì, sapendo che aveva ragione, ma allo stesso tempo non riusciva a trovare un altro modo per dimenticare le sue vittime.
"Posso farle una domanda che non c'entra niente con questo?"
"L'ha già fatta." Ma fece cenno alla ragazza di continuare.
"Cosa ne pensa del professor Quirrell?"
"In che senso, miss Black"
"Si vede lontano un miglio che nasconde qualcosa e poi, alla partita di Quiddich, stava tentando di buttare giù dalla scopa Potter. Non è normale. E poi.." Monica si bloccò, non sapeva se continuare o meno.
"Cosa"
"Io e Hagrid abbiamo trovato degli unicorni morti nella foresta" sbottò Monica.
Severus era sorpreso. Confuso. Si strinse la radice del naso tra il pollice e l'indice della mano destra e sospirò
"Prima di tutto, cosa ci facevi nella foresta proibita, secondo, come hai capito che la maledizione su Potter la stava scagliando Quirrell?"
"Sono un animagus professore, e in quanto tale sento il bisogno di trasformarmi, ma sa com'è credo che non sia piacevole incontrare una pantera nera che corre e mangia carne cruda tra le mura del castello, dunque ho l'accortezza di andare nella foresta.
Per il fatto della partita di Quiddich, era elementare, non offenda la mia capacità di osservazione, lei ha iniziato a parlare molto dopo di Quirrell e soprattutto quando Harry già si dimenava sulla scopa, non poteva essere stato lei"
"Una pantera eh"
"Nera"
"Almeno voglio sperare che Hagrid non ti perda mai di vista"
"Vedo che non è stupito degli unicorni morti"
"No, lo sapevo già"
"Professore, ho visto Quirrell entrare nella foresta molte volte.."
"NON DIRMI CHE LO HAI SEGUITO"
"Non ho corso nessun pericolo, nessun mago sano di mente si avvicina ad una pantera"
"Cos'hai scoperto"
"Nulla, quando iniziavo a seguirlo o Thor abbaiava contro e Quirrell scappava o scompariva nel nulla."
"Lascia che me ne occupi io, tieniti lontana dalla foresta! È un ordine"
Snape dopo minuti di silenzio, continuò su un altro discorso che fece rabbrividire Monica.
"Per quanto riguarda ciò che è successo qui due settimane fa, quella ragazza era la stessa che è venuta a mancare due anni fa?"
Monica annuì.
"È stato quell'uomo ad ucciderla?"
"Sì... era... era suo padre" sussurrò Monica.
Snape chiuse gli occhi e un brivido gli attraversò la schiena vide gli occhi della ragazza per un attimo scurirsi e caricarsi di fiamme di odio e vendetta. Passò subito.
"Cosa gli è successo?"
Monica lo guardò, voleva capire dove il professore voleva andare a parare.
"Ha avuto quello che si meritava, quello che meritano tutti i mostri come lui"
"Il tuo patronus, Monica..."
"È un Thestral, lo so." la ragazza si stava innervosendo.
"A cosa hai pensato la prima volta che lo hai evocato?"
"Al ricordo più felice che ho. Sapere qual è non credo sia affar suo. Lei non di certo mi viene a raccontare qualcosa di sè, non so nemmeno che forma ha il suo patronus e lei pretende che io le racconti tutta la mia vita? La smetta di giocare a fare lo psicologo con come, non ne ho bisogno." Mentre diceva ciò si era alzata dalla sedia e la vena sulla fronte era gonfia più che mai. Concluse il suo discorso con un'imprecazione poco elegante in italiano.
"SI CALMI" urlò Severus infastidito dal tono della studentessa " e ricordi qual è il suo ruolo, non può rivolgersi ad un insegnate con questo tono, è chiaro?"
Monica si risistemò sulla sedia.
Snape continuò "il compito di un capocasa è anche quello di assicurarsi che i suoi studenti stiano bene, miss Black. Lei sembra tutto fuorché stare bene. Se vuole farsi aiutare, bene. Altrimenti veda di non importunare i suoi compagni con le sue dipendenze o di mettere la scuola in pericolo o in cattiva luce."
Era questo allora. A Monica crollò il mondo addosso. Si era illusa per un po' che Severus la trattava in modo diverso da tutti gli altri, ma non era per il motivo che pensava lei, lo faceva con tutti i suoi serpeverde se credeva che avessero bisogno di aiuto. Aveva bisogno di aria, aveva bisogno di non pensare.
Si alzó e se ne andò.
Uscì nel cortile, si trasformò in pantera e corse nella foresta.
Passarono i mesi, Monica era glaciale con tutti. Si era sciolta solo quando aveva visto Norberto, il drago di Hagrid.
Il resto dell'anno proseguí senza altri eventi importati, a parte gli sguardi che si scambiavano Monica e Snape, senza mai rivolgersi la parola, fino all'arrivo dei GUFO. Monica era pronta, aveva studiato giorno e notte, non a caso seppe  rispondere a tutto. Durante gli esami i dubbi di Monica sul professor Quirrell vennero sciolti dato che si scoprì che in realtà sotto al turbante nascondeva niente di meno che Lord Voldemort che vennero fermati dal golden trio. E si scoprì che gli unicorni li uccideva stesso Voldemort per restare in vita. Monica era convinta che questo fosse solo uno dei numerosi tentativi di Voldemort per tornare dato che ora Harry era sd Hogwarts.
L'estate passò tra una missione e l'altra, tra una festa e l'altra tutte organizzate da Lauro. Aveva visto anche Sebastian e Michelle che avevano invitato nel loro appartamento a Londra per tutto il mese di agosto. Fu proprio verso la fine di quel mese che Monica si recò al ghirigoro per comprare dei libri per il sesto anno e con Lauro che voleva vedere dal vivo Lockhart. Mago carino, ma più beota di una rapa. Quello che colpí Monica, invece fu Draco che vedendola si avvicinò con dietro una figura imponente, lunghi capelli platino e vestiti tanto costosi quanto eleganti.
"Monica Black, mio figlio Draco mi aveva parlato della tua bellezza, ma mai immaginavo così tanta racchiusa in un'esile figura come la sua, Lucius Malfoy" e fece un teatrale inchino.
Monica era disgustata, ma indossò la maschera da ragazza educata, d'altronde voleva o no erano la sua famiglia in un certo senso. "Piacere di conoscerla signor Malfoy, anche Draco mi ha parlato di lei e della sua signora, la quale dovrebbe essere una mia cugina se non sbaglio"
"Lei è la figlia clandestina di Orion, non è vero?
Beh sei uguale a tuo padre, ma hai ereditato l'eleganza e la cortesia della famiglia De Angelis"
"Conosceva la mia famiglia materna"
"Ovviamente, la famiglia purosangue più prestigiosa d'Italia. Peccato per la fine che hanno subito"
Cosa... Monica si trattenne. Fece appello a tutto il suo autocontrollo, ragionando sul fatto che con i tempi che correvano era meglio non mettersi contro un mangiamorte come Lucius.
Si limitò ad un sorriso che a quanto pare conquistò Lucius.
"Sono sicuro che lei abbia ereditato i sani principi di entrambe le sue casate e che si sposino perfettamente con quelle dei Malfoy. Sarei lieto di farle conoscere mia moglie"
"Con immenso piacere, ora se non le dispiace dovrei affrettarmi a fare compere. È stato un piacere conoscerla, signor Malfoy"
"Non la trattengo oltre miss Black, ci sentiremo presto"
Detto ciò Monica si allontanò e sbruffò chiedendosi come fosse possibile che esistesse ancora gente del genere a piede libero. Più tardi vide Harry che discuteva con loro, quando una bambina dai capelli rossi, l'ultima sorella dei Weasley si mise in mezzo. Con la punta dell'occhio vide Lucius raccogliere un libro dal calderone di Ginny con disgusto e dopo un po', quando anche il signor Weasley si avvicinò, Monica notò che magicamente i libri nel calderone della Weasley erano diventati due. Malfoy faceva beneficenza? Assurdo. La situazione poi sfociò in una vera e propria rissa tra i due senior che venne placata da Hagrid.
I Weasley se ne andarono, così come i Malfoy, ma Monica restó con il dubbio del libro nero comparso improvvisamente.

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