Ritorno ad Hogwarts

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Il mattino seguente, Monica si recò nel suo laboratorio nel ministero per distillare due pozioni corroboranti per lei e Lauro e per fare casualmente scoppiare tutte le scorte di ingredienti (salvando le più pregiate ovviamente), inscenando un'invasione di Doxy al ministero. Recitò una sceneggiata degna delle sue origini italiane e comunicò che l'unica soluzione era andare ad elemosinare Silente di poter usufruire del laboratorio di Hogwarts, almeno per il tempo necessario a rimettere a posto e ritrovare tutte le scorte di ingredienti, tutti molto rari. Il ministro accettò, comunicando che nella scuola, la presenza di un'altra figura ministeriale non poteva fare altro che bene. Ad Hogwarts regnava il potere della Umbridge. Una psicopatica vestita di rosa. Monica e Lauro e la maggior parte dei colleghi la conoscevano come il rospo confetto.
Tornò a Grimmuald Place per il pranzo, incontrandosi con Lauro, il quale era messo peggio di lei e gli allungò la pozione che aveva distillato la mattina.
"Novità con Sebastian?" Domandò Monica. La situazione tra i due era critica. Lauro aveva avuto qualche scappatella ai tempo di Hogwarts e Sebastian le aveva avute quando invece si erano trasferiti insieme a Londra. Ora erano in pausa, in realtà si provocavano a vicenda.
"No, ma ieri sera l'hanno visto a Diagon Alley con Jeff" sbuffò Lauro.
"Jeff Stanton? Quello del nostro anno?"
"Sì, il grifondoro fifone."
"Non è gay. Lo so per certo. Hai presente Liz Tyler? La tuttofare? Deve sposarsi con Jeff tra un mese" disse Monica.
"Beh si sarà concesso un addio al celibato in anticipo" affermò sconsolato Lauro.
"Mh e se invece stesse cercando te? Alla fine anche noi abbiamo inscenato una farsa per farlo ingelosire. E poi, Jeff è innamorato perdutamente di Liz. Se passi alle 14.45 davanti alla saletta dove si fa il the li trovi avvinghiati sul tavolo a scopare come ricci. Tutti i giorni."
"Hai capito la Tyler.
Comunque non so, mi sembra una stronzata. Alla fine se gli scrivo non mi risponde, ma non so nemmeno se ho voglia di scrivergli. Non sa nemmeno di questo -e indicò il marchio- e non so nemmeno se lo accetterà. Non so più niente, Monica, nemmeno se lo amo o no." Si accasciò con la faccia sul tavolo. Monica cominciò a carezzargli la nuca e i capelli biondo ramato che si stava facendo crescere.
"Hey Rosier, lo sai che facciamo? Nel weekend prossimo partiamo. Io e te e nessun altro. Ti porto in un posto e ci rilassiamo. Faremo tanto shopping, manicure, parrucchiere e spa. E non ammetto no"
Lauro sorrise restando con un viso sul tavolo. Monica gli baciò la testa e iniziò a cucinare. Si unirono anche Tonks e Lupin a pranzo con i tre. Sirius e Lauro discutevano su come rendere più accogliente la casa mentre apparecchiavano, Remus si stava riposando, mentre Tonks cercava di dare una mano a Monica parlando dei loro gradi di parentela e dei loro incontri ad Hogwarts.
Arrivò anche un biglietto di Severus in cui diceva che aveva già parlato con Silente e che la aspettavano alle 18.
Comunicò al ministero che avrebbe visto Silente non prima delle 18 e che quindi non sarebbe tornata in ufficio quel giorno, ma direttamente domani per discutere sull'incontro con Silente. Nonostante avesse servito il ministero da quando aveva 13 anni, non si era mai fidata di Fudge e degli altri funzionari.
Dopo pranzo Lauro tornò a lavoro, mentre Sirius e Remus iniziarono una partita a scacchi. Monica e Tonks passarono nel salotto, iniziando a chiacchierare di nuovo. Andavano d'accordo. La ragazza dai capelli blu (solo per quel giorno), le confessò che si era innamorata di Remus, ma quest'ultimo non ne voleva sapere a causa della sua licantropia e differenza di età.
"Dora, io e Severus abbiamo più anni di differenza rispetto te e Lupin.
Credo che il vero problema sia solo che abbia paura di farti male, che tu possa soffrire perché vivere con lui sarà impegnativo. Ma Remus è la persona più responsabile e dolce che io abbia mai conosciuto, dagli tempo, stagli vicino però, fagli capire che tu ci sei, faglielo capire da solo, senza dirgli nulla, vedrai che cederà. Si vede lontano un miglio che anche lui ti ama. Non ti stacca gli occhi da dosso."
"Faró così, non mi arrenderò!
Ma senti Monica, com'è il professor Snape, cioè sembra sempre così burbero e.. antipatico. Come hai fatto ad avvicinarti a lui"
"Non lo so... cioè all'inizio è stato difficile, non ci capivamo, ma quando stavamo insieme stavamo bene. Poi però ci siamo allontanati per poi ritrovarci, spero per sempre... ma in realtà non so se siamo una "coppia" in realtà, sono passati pochissimi giorni" rispose Monica, capendo quanto odiasse parlare di sè e delle sue cose personali. Deviò il discorso e passarono a chiacchierare sulla carriera da Auror di Tonks e sui viaggi fatti da Monica. Il tempo passò e alle 17:45 Monica era ad Hogwarts.
Silente era già nel suo ufficio, sapeva che sarebbe arrivata in anticipo e voleva parlare con lei.
"Allora mia cara Monica, come va?" chiese gentile Silente.
"Adesso benissimo signor preside, finalmente sono tranquilla" rispose Monica con un sorriso.
"Oh cara, chiamami Albus, non sono più il tuo preside e vorrei che mi considerassi un amico. E proprio come amico, vorrei chiederti come mai quel bellissimo tatuaggio sul tuo polso"
"Oh i doni... sa, ne ho trovato uno qui ad Hogwarts. Li ho studiati anni fa, quando un.. una missione richiedeva che sapessi la storia, diciamo così. Mi hanno affascinato tantissimo, tanto da volerli portare sempre con me."
"Anche io da giovane e anche da vecchio in verità, mi sono dedicato ai doni e ti confido che anche io li ho avuti nelle mie mani, solo due, uno l'ho tenuto, l'altro l'ho riconsegnato al suo legittimo proprietario, come giusto che sia"
Monica si soffermò su quelle parole.. poi un'illuminazione "la sua bacchetta.. è quella di sambuco!"
"Esatto ora immagino che anche tu puoi dire di averne visti due, giusto?
"Sì, con il mantello di Harry" disse Monica continuando a guardare la bacchetta "anche la sua dunque è fatta di crine di Thestral, è l'unica che io abbia mai visto oltre la mia.."
"Bacchette rare, Monica.. come te"
"Profess... Albus io...ho un dubbio che mi assale da quando ho visto Voldemort.
Lei crede che quel libro che Harry ha distrutto, nella camera dei segreti, fosse un horcrux?"
Albus rimase sorpreso, anche lui aveva la stessa teoria, ma non aveva avuto il coraggio di approfondirlo.
"Come conosci gli horcrux, Monica? È magia oscura, molto oscura."
"Beh mia nonna la adorava e io sono cresciuta con lei, lei ecco... voleva farmi creare un horcrux per assicurarsi la mia immortalità, ma ovviamente non l'ho fatto.. anche se di omicidi ne ho commessi lo stesso tanti.."
"Non cruccarti Monica. Comunque anche io l'ho pensato, da quando mi hai detto che quel diario emanava forte magia oscura. Ma non credo fosse l'unico"
"Oh no, glielo confermo, non so se lo ha visto di recente, il suo aspetto è deteriorato, ne ha fatti parecchi..."
"Questo è un bel problema. Con gli horcrux Tom Riddle non può morire"
"Ecco perché non è morto quando voleva ammazzare Harry..." ci fu una lunga pausa
"Aspetti un attimo.. ma non è che quella sera, la cicatrice... un pezzo di anima potrebbe... la rettilofonia..." Monica si fermò, guardando Silente che a sua volta ricambiava lo sguardo preoccupato, ma vennero interrotti da Snape che bussò ed entrò.
"Interrompo qualcosa?" Disse Snape, i due erano bianchi come due cenci.
"No Severus, facevamo solo delle teorie con Monica. È una ragazza estremamente intelligente e lungimirante soprattutto, sei un ragazzo fortunato, siete entrambi fortunati ad avervi incontrato " disse Silente sorridendo. I due arrossirono e cambiarono argomento, Monica avrebbe parlato dopo con Severus delle teorie sue e di Silente. Si accordarono con Silente per quanto riguardava il laboratorio e quali informazioni doveva riferire Monica a Voldemort al loro incontro, inoltre Silente le aveva riservato una stanza per dormire al castello ogni volta che voleva.
Si salutarono che erano le 19.30.
Fuori dall'ufficio di Silente, Severus guidò Monica nel laboratorio, per farla ambientare e farle posare i suoi attrezzi.
"Mi raccomando ragazzina, non voglio disordine, tutto deve essere posato nello stesso posto e nello stesso verso" disse Severus professore
Monica lo guardò e alzò un sopracciglio "credi  di aver a che fare con un tuo studente? Guarda che me la cavo con le pozioni. Sono sempre stata brava, eri tu che dovevi fare lo stronzo e mettermi sempre e solo Oltre ogni previsione, le mie erano da Eccezionale e lo dico col senno di ora che lo faccio per mestiere" disse Monica in tono di sfida.
"Vedo che abbiamo lasciato l'umiltà a casa. Se non ti avessi messo quelle O non saresti chi sei ora"
"Oh non ci provare professore, non mi è mai importato niente dei voti. Lo dico per ovvietà"
Severus se la rise.
"Comunque adesso potrai migliorare le  tue tecniche stando al mio fianco" disse Severus
"Modesto. Ma lo ammetto, sei più abile di me. Se non lo fossi però, non sarei qui, con te" rispose Monica avvicinandosi a Severus maliziosamente, passando la mano sui suoi pettorali, scendendo fino al bottone dei pantaloni. Severus stava per baciarla, ma lei scese giú, inginocchiandosi, in modo da trovarsi faccia a faccia con la virilità del professore, già carica di desiderio per lei;  gli abbassò i pantaloni e i boxer e iniziò a donare piacere con la bocca ad un Severus sempre più estasiato e soddisfatto fin quando non riuscí più a trattenersi, Monica era fantastica, e si riversò nella sua gola, appoggiandosi alla scrivania dietro di lui. Si accomodarono poi sul divano con due bicchieri colmi di Whisky che Monica aveva  appellato dalla scorta di Severus. 
Monica si era accoccolata sul petto di lui, il quale le carezzava dolcemente i capelli.
Stavano bene. Dopo un po' Severus tirò su Monica fino al sul viso "Sei bellissima" le sussurrò 
"Anc..mh" Snape non le aveva dato il tempo di rispondere le invase la bocca con la lingua, le morse il labbro e la baciò di nuovo con foga, quasi volesse divorarla. Invertí le posizioni e le baciò tutto il copo, facendo scendere la zip anteriore del vestito di Monica fin quando non fu tutto aperto. Severus passò alle cosce, leccava, mordeva e baciava. Monica era già in estasi e quando arrivò alla sua femminilità, ebbe un orgasmo così forse che quasi perse i sensi. Severus era un master anche nel donare piacere ad una donna.
"Severus.."
"Te l'ho già detto che mi fa impazzire il modo in cui pronunci il mio nome?" Le sussurrò all'orecchio.
In quel momento anche Monica credeva di impazzire, aveva brividi ovunque, lo desiderava dentro di sè. "Ti voglio.."
Anche Severus era in estati, se la tirò su e la fece sedere a cavalcioni su di lui. Monica iniziò a baciargli il collo e a strusciarsi sull'asta di Severus, per poi  guidarlo nella sua apertura. Cominciò a muoversi dapprima lentamente, con le mani del professore che accarezzavano Monica dalle natiche alla schiena, aumentó il ritmo per poi rallentare, entrambi erano sull'orlo del piacere, Severus prese il controllo della ragazza e la fece aumentare di ritmo fin quando non la sentí gemere e dopo altre due spinte gemette anche lui, reclinando la testa all'indietro, poggiandola sulla spalliera del divano, venendo assalito dalla bocca di Monica che gli baciava tutto il collo.
Si ripulirono e rivestirono, era tardi per cenare al castello, ma avevano fame.
Monica azzardò a chiedergli di andare fuori, in qualche ristornate, non sapeva ancora se il mago era disposto a rendere pubblica la loro frequentazione.
Severus accettò di buon grado e allora Monica lo portò in Italia, a Napoli. Mangiarono un pizza, la scena di Severus che mangiava la pizza restò per molto tempo davanti agli occhi di Monica, era divertentissimo.
Quella sera passò in fretta, parlarono del più e del meno, di pozioni, tecniche, ingredienti particolari e dove trovarli, dei loro interessi, degli innumerevoli libri che entrambi avevano letto. Tornarono ad Hogwarts a tarda notte e dato che non avevano intenzione di separarsi, Severus la trattenne nelle sue stanze, fecero la doccia e si addormentarono, il giorno dopo Severus avrebbe avuto molte lezioni e Monica doveva recuperare un sacco di pozioni per il ministero. Dormirono abbracciati,sereni, entrambi furono risparmiati dai loro incubi frequenti.

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