1993-1994
Stava per iniziare l'ultimo anno ad Hogwarts. Monica avrebbe finalmente rivisto Severus. Negli ultimi tempi però, i pensieri belli e felici erano stati sostituiti da dubbi ed incertezze. Snape non le aveva scritto mezza volta. Nemmeno quando a metà agosto aveva preso coraggio scrivendo lei a lui che si trovava a Londra e se gli avrebbe fatto piacere che si incontrassero. Zero risposte.
Adesso erano ad Hogwarts e fecero l'ingresso nella sala grande. Solo durante la prima sera Lauro, Monica e Michelle sedevano verso il centro della tavolata, dato che i loro posti abituali erano riservati ai primini.
Già sul treno Monica aveva notato un cambiamento delle persone nei suoi confronti, o meglio, aveva notato che i ragazzi erano più spaventati del solito alla sua vista. Pensò però che fosse dovuto al suo patronus, che aveva evocato per scacciare i dissennatori che perlustravano prepotentemente il suo scompartimento. In sala grande, tutti, tutti si girarono verso di lei a fissarla, tutti con un stramaledetta paura negli occhi.
Lauro la trascinò la tavolo, facendo segno di non pensarli. Altre due novità che staccarono Monica da quel pensiero, furono la nomina di Hagrid come professore di cura delle creature magiche e del professor Lupin come professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Finito lo smistamento e la cena, prima di recarsi in sala comune, Monica si attardò con Lauro in sala grande per potersi congratulare con Hagrid che nel frattempo parlava con Harry e gli altri due. Quando Harry stava per uscire la notò, Monica abbozzò un mezzo saluto per educazione, che Harry e il trio ricambiarono incerti. Anche loro erano spaventati? Non lo erano mai stati. Anzi, Monica li considerava fin troppo spavaldi.
Si diresse da Hagrid congratulandosi, esprimendo la sua felicità e iniziando a parlare di creature magiche, ma Hagrid anche, sembrava strano, non era spaventato, era preoccupato. La ragazza gli lesse la mente, era curiosa.
Dal nulla urlò "SIRIUS BLACK È EVASO?!
DA AZKABAN?! E QUANDO ERAVATE INTENZIONATI A DIRMELO?!"
Poi guardò Lauro e scaravantandosi su di lui, riprese "TU LO SAPEVI! BRUTTO STRONZO BASTARDO, TU LO SAPEVI! I DISSENNATORI CERCAVANO LUI. SENTIVANO IL MIO SANGUE NELLO SCOMPARTIMENTO ECCO PERCHÉ NON SE NE ANDAVANO! BRUTTO STRONZO! PER QUALE CAZZO DI RAGIONE MI HAI TENUTO ALL'OSCURO"
Monica era incazzata. Stava colpendo Lauro che borbottava scuse e che alla fine per salvarsi da una Monica furiosa che sarebbe incorsa alla magia a breve, indietreggiò fino a rifugiarsi dietro agli altri professori rimasti, Silente stesso, Snape, la Mcgonagall e Lupin il quale era ancor più confuso degli altri, guardando Monica a bocca aperta.
"Basta così Monica" disse Silente con voce tranquilla. Solo allora la ragazza di accorse che c'erano altri professori in sala oltre Hagrid.
Che c'era il SUO professore che la guardava senza far trasparire emozioni.
"Da quanto ho capito ha appena scoperto che suo fratello, malauguratamente è evaso da Azkaban. Lei dunque mi conferma di non aver avuto contatti con suo fratello"
Monica elaborò in fretta il tutto. Era sempre stata temuta perché sorella di un assassino, ora era stratemuta perché quell'assassino era a piede libero. Il primo ad essere evaso da Azkaban. Pensavano che lei lo avesse aiutato.
"L'ho scoperto leggendo la mente di Hagrid, del professor Hagrid. Avevo l'impressione che mi stesse nascondendo qualcosa, che TUTTI mi stessero nascondendo qualcosa. Ma Rosier ha barriere occlumantiche troppo forti ed estorcergli qualcosa è difficile.
Se me lo sta chiedendo, no non ho aiutato in nessun modo mio fratello."
Remus Lupin ebbe un tuffo al cuore lasciandosi sfuggire un gemito. Monica lo guardò. "Può leggermi la mente se non ci crede, le lascio il libero accesso abbassando le barriere."
"Non credo sia necessario signorina Black, io le credo e mi fido di lei ciecamente. Il problema è piuttosto un altro. La nosta preoccupazione è che Black venga a cercare lei, ma più di tutti... il signor Potter" disse Silente.
"Albus... credo che la signorina Black abbia già saputo abbastanza" intervenne la Mcgonagall.
"Mi fido di Monica e della sua opinione, Minerva. So che quello che le rivelerò tra poco nel mio ufficio, resterà tra me e lei e il suo parere mi interesserà molto."
Monica era sconcertata, per le parole del professore, per il collegamento con Potter che non capiva, per lo sguardo insistente e gelido di Severus su di lei. Per lo sguardo di Lupin sempre più stupito(?) che non si staccava da lei.
Come anticipato dal professor Silente, si ritrovò per l'ennesima volta nel suo ufficio, insieme a Snape e la Mcgonagall.
Raccontarono a Monica tutta la storia di Sirius Black, dall'amicizia con James Potter, Lupin e Pettigrew, del fatto che Sirius era il custode segreto, che era il padrino di Harry, del suo tradimento e dell'omicidio nella Londra babbana.
Monica ascoltava tutto ciò chiedendo dei particolari che le sfuggivano ascoltando in religioso silenzio e, quando Silente finí, si guardarono a lungo negli occhi, Monica abbassò le sue difese, solo per il professor Silente "Siamo proprio una famiglia di assassini" sussurrò la ragazza che, per la prima volta dopo anni le vennero gli occhi lucidi, ma riuscí a trattenere le lacrime.
"Non si incolpi per azioni compiute dagli altri signorina, non possiamo fare di tutta l'erba un fascio" azzardò con tono dolce e consolatorio la Mcgonagall. Monica accennò un sorriso, ma poi guardò nuovamente Silente, lui sapeva che anche lei aveva le mani sporche, e seppur agiva per conto delle più segrete aree del ministero, i suoi erano comunque omicidi.
Nel frattempo Severus era sempre più cupo e teso. Non aveva pensato nemmeno per un istante che Monica c'entrasse con l'evasione del fratello, ma aveva deciso di allontanare la ragazza, non poteva funzionare. Era la sorella del suo peggior nemico. Ma questa non era nemmeno la causa principale. Il fatto principale è che lui doveva onorare il patto fatto a Silente 13 anni orsono. Doveva pagare per quello che aveva fatto nei suoi anni da mangiamorte. Come? Tornando ad essere di nuovo un mangiamorte quando il signore oscuro ritornerà. Perché sarebbe ritornato, questo sia lui che Silente che qualsiasi essere dotato di intelligenza lo sapeva. Speravano il contrario ovviamente, ma lo sapevano. Sarebbe stato un "finto" mangiamorte perché la sua lealtà apparteneva a Silente, ma comunque aveva il marchio. Era stato un mangiamorte e non si smette mai di esserlo, la sua anima era marchiata, non solo il suo braccio. Non sapeva se egli avesse avuto un futuro. Non poteva garantire nulla a quella ragazza. Nemmeno il suo cuore che, a suo dire, era di Lily. Anche se, ultimamente era più il senso di colpa che altro a pensare a Lily. Cosa poteva offrile dunque? Quella stupenda ragazza che, da non crederci, si era interessata a lui, si era donata a lui e solo a lui. Non se ne capacitava, con tutti i ragazzi giovani, belli, puri (alcuni anche intelligenti) che le giravano intorno, lei aveva scelto solo lui. Era onorato, ma non poteva offrirle nulla se non oscurità e ombre.
Cose che però leggeva anche nei suoi occhi. Forse era anche questo che lo attraeva della ragazza. Aveva in corpo segreti, segreti grandi, inconfessabili, i suoi erano occhi che avevano visto il male, ne era sicuro, ma pensava fosse legato agli episodi della sua infanzia. Fino a quel momento. La sentí sussurrare quella frase, a se stessa e a Silente. Si guardarono capendosi, Silente sapeva. Sapeva che cosa faceva durante le missioni. Sapeva di che cosa stava parlando Monica e del perché di quella frase. Minerva intervenne con suo fare materno. Una conferma che quella frase Monica non l'aveva detta solo per le circostanze. C'era qualcosa in più, c'era oscurità nei suoi occhi. Continuava a guardare Silente con aria affranta, sconfitta, simile a chi brama la morte. NO.
Si promise di scoprirlo. Di toglierle quell'ombra dagli occhi. Ma come poteva lui? Lui che era ombra. Non si rispose. Ma desiderò immensamente la ragazza. Le mancava. Le mancava il suo profumo, le mancavano i suoi capelli. I suoi occhi puntati nei suoi. Le sue mani sul corpo. Le mancava lei, completamente. La voleva, la desiderava, la bramava. La fissava. Ma qualcuno guardava lui, Silente. Distolse lo sguardo, divenne glaciale e restò impassibile, ma sapeva che era troppo tardi.
Passò qualche settimana. Voci dicevano che Sirius si trovava poco lontano da Hogwarts.
Monica ebbe modo anche di parlare con il professor Lupin. Lui e Sirius erano migliori amici. Le raccontò che Sirius gli parlava spesso di lei, che desiderava conoscere la sorella. Aveva sempre desiderato una sorella, aveva intenzione di venire in Italia a cercarmi, prima che succedesse il tutto.
Monica era combattuta. C'era qualcosa che non le tonava, dai racconti di Remus, Sirius era fantastico. Un po' troppo grifondoro, sì, ma leale. Eppure aveva tradito il suo migliore amico e ne aveva ucciso un'altro.
Quella stessa sera, un Harry furioso la rincorse nel corridoio, sputandole in faccia che avrebbe ucciso Sirius e chiunque lo avesse difeso. A Monica venne da ridere. Quel ragazzino era terrorizzato, ma soprattutto non avrebbe ucciso una mosca.
"Immagino tu abbia scoperto perché è andato ad Azkaban, Harry.
Bene, credimi quando ti dico che l'ho scoperto anche io quest'anno. Non ho mai visto Sirius in vita mia, non so nemmeno se vendendolo lo riconoscerei. Dovresti saperlo che uno la famiglia non se la sceglie. Mi dispiace davvero per i tuoi genitori. Mi dispiace che il tuo padrino sia un traditore. Non credere che io ne sappia qualcosa. So quanto te, anzi, forse meno di te." Disse in tono tanto freddo da provocare brividi anche al barone sanguinario.
Lesse la mente di Harry, scoprì la mappa del malandrino e della conversazione che Harry aveva origliato sotto il suo mantello. Uno dei doni della morte, Monica ne era sicura. Li aveva studiati benissimo alcuni anni fa.
La mappa del Malandrino però la attirava. Era davvero un bell'aggeggio.
Superò Harry lasciandolo a bocca aperta e andò in sala comune, dove Lauro e Sebastian erano avvinghiati. Alla fine i due stavano insieme da un bel po'. Lauro aveva messo la testa apposto. Forse. E l'uno si intrufolava nella sala comune dell'altro per sbaciucchiarsi di continuo.
Sirius entrò ad Hogwarts.
La prima volta nessuno lo vide. La seconda volta stava aggredendo Ron.
Aveva tentato di entrare nella sala comune di grifondoro due volte. Monica non capiva. Voleva davvero uccidere Harry? Però era un fallimento troppo misero per uno che aveva da solo aggirato i dissennatori e Azkaban. E poi, non aveva dato cenno che cercasse anche lei. Zero.
Qualche settimana prima di Natale, Monica tornò da una missione, aveva bevuto un po', quindi prima di tornare al castello, pensò di farsi una passeggiata nei dintorni del castello, sottoforma di animagus. Mentre avanzava, silenziosa come solo una pantera può esserlo, si trovò davanti un cane nero.
Un cane nero ad Hogwarts.
Un cane.
Le ringhiò, mostrando le zanne affilate. Monica rise mentalmente. Quale cane sano di mente ringhia ad una pantera. Ringhiò anche lei, mostrando le fauci. Il cane indietreggiò ma non si arrese. Strano. Anche i centauri le lasciavano la strada libera. Ammonochè non si trattasse di un finto cane. Di un animagus.
Avanzò verso il cane, il quale diventava sempre più aggressivo, Monica invece non ringhiava più, annusava l'aria circostante. Era puzza di morte. Di dissennatori. Il cane la aggredí al collo, Monica si difese. Lo ferí leggermente, sovrastandolo, poi si trasformò in forma umana e paralizzò il cane, facendo l'incantesimo per scoprire se fosse un uomo o no. Si trovò davanti la sua immagine invecchiata di una trentina d'anni, con la barba. Indietreggiò spaventata.
"C-chi sei" chiese, ma sapeva già la risposta.
Liberò Sirius dall'incantesimo pietrificante, puntandogli la bacchetta addosso.
"Monica... tu sei Monica, non è vero? Sei mia sorella?" Disse Sirius con lacrime agli occhi.
Monica indietreggiò "cosa ci fai qui, non sei qui per me, giusto?"
Sirius si sedette comodo "giuro che non ho intenzione di farti del male. Ti consegno la mia bacchetta."
Monica la fece levitare con la mano verso di lei.
"Magia senza bacchetta. Sei una De Angelis perfetta"
"Cosa ci fai qui, Sirius" disse Monica sedendosi anche lei, ma senza abbassare la guardia mai.
"È una lunga storia. Ma credo che dovrò raccontartela. Avrò bisogno del tuo aiuto per"
"Se intendi uccidere Potter hai sbagliato persona. Non ti aiuterei mai."
"NO!" Urlò Sirius sconvolto. "Harry è il mio figlioccio. È colpa mia se i suoi.. se Jam e Lily.. oh cazzo.. lo sai immagino. Io non torcerei un capello ad Harry."
"Ma non ti sei fatto problemi ad ucciderli"
"No, Monica.. non sono stato io. Io non ero più il custode. Io li amavo, tutti e tre. Erano la mia famiglia. Proprio per questo consigliai loro di scegliere come custode Peter Pettigrew. Ma lui si è venuduto. Li ha traditi." Sirius piangeva.
"Per questo lo hai ucciso?"
"No, per questo VOGLIO UCCIDERLO! Lui si nasconde qui, nel castello. Quell'esplosione a Londra, l'ha provocata lui. Si è tagliato un dito. Ma il resto del corpo è vivo. Da 13 anni vive come animagus. Con i Weasley. Sottoforma di sudicio topo."
"Il topo del Weasley amico di Harry.."
"Esatto. Se ci fai caso, gli manca un dito" disse Sirius.
"Come posso crederti, Sirius"
"So che sai leggere la mente. Io non sono un ottimo occlumante, anche per questo non potevo essere un buon custode. leggimi la mente."
Monica lo fece. Quando uscì, abbracciò il fratello, il quale piangeva come un bambino.
"Raccontami di te sorellina" disse Sirius dopo che si fu calmato.
Monica abbozzò qualcosa di superficiale, tralasciando tutti i "dettagli" fondamentali della sua vita: lo stupro, l'arruolamento da parte del ministero, Snape.
Non aveva ancora tutta questa confidenza con il fratello.
"Sento che non è tutto, ma non pretendo che tu ti fidi di me fin da subito." Disse Sirius, meravigliando Monica.
"Allora, mi aiuterai a catturare quel topo?" Chiese Sirius.
"Certo, e so anche chi potrà darmi una mano. Remus Lupin insegna qui"
Il giorno seguente Monica andò a cercare il professor Lupin e gli raccontò tutto. Ci volle tempo per conquistare la fiducia di Lupin, ma alla fine lui le credette, per di più le confessò anche la sua licantropia. Monica lo sapeva già, l'aveva capito leggendogli la mente.
Lupin e Monica passarono il pomeriggio a cercare un modo per catturare il finto topo, ma a quanto pareva, l'animago non usciva più dalla sala comune di grifondoro. Remus suggerì la mappa del malandrino. Monica lo avvisò che l'aveva Harry, ma che, dato che al momento Harry era più invogliato a parlare con il professore Snape piuttosto che con lei, se ne sarebbe occupato Remus.
Dopo alcune ore, i due si salutarono e Monica si stava dirigendo in sala comune delle serpi, quando incontrò Snape. Dall'inizio dell'anno non si erano rivolti la parola. Monica non sapeva il perchè. Ci soffriva, ma era stata abituata fin da piccola ad incassare le situazioni difficili ed ingiuste e continuare a sopravvivere.
Non voleva affrontarlo, non dopo aver passato mezzo pomeriggio ad escogitare piani per acciuffare un topo scomparso.
Forse Severus non l'aveva ancora vista o forse sicuramente anche lui non voleva parlare con lei. Allora Monica girò sui tacchi e si allontanò, dirigendosi là dove la portavano i suoi piedi. Si fermò in cima alla torre di Astronomia, sporgendosi oltre il parapetto, respirando a pieni polmoni e gustandosi l'inizio di un tramonto che prometteva un panorama spettacolare. Tirò fuori la "questione Severus Snape" che aveva archiviato. A maggio non avevano mai parlato di futuro. Monica era insicura. Certo, era sicura che provasse qualcosa di fortissimo per il professore, non sapeva se fosse amore, ma solo perché non lo aveva mai provato per qualcuno. I sintomi che aveva letto sui libri c'erano tutti. Ma lei era un'assassina. Un'assassina autorizzata, ma un'assassina. Snape certo era stato un mangiamorte, Monica aveva carezzato molte volte quel tatuaggio magico quasi invisibile. La differenza era che mentre Snape non uccideva più ed era pentito, lei no. Si sentiva anche "sporca" come non mai. Si sentiva così dall'età di nove anni. Si era ripresa solo quando Snape la teneva tra le sue braccia. Le sue forti braccia. Gli mancava. Gli mancava come l'aria. Ma c'erano già troppi segreti. Da parte di entrambi.
Monica si bloccò quando sentì una presenza avvicinarsi, si concentrò per capire chi fosse, ma non fu difficile. Il suo profumo preferito, la sua aura magica favorita. Era la sua persona preferita. Era quella persona che stava pensando. Era quella persona con cui non si scambiava una parola da giugno.
"È tutto apposto qui, professore. Il coprifuoco non è ancora scattato e io non ho intenzione di buttarmi di sotto." disse Monica seria e fredda.
"Immagino abbia bisogno di schiarirsi i pensieri per capire il prossimo professore da sedurre." Se Monica era stata fredda, Severus era il ghiaccio fatto persona.
Monica si voltò di scatto. Cosa aveva detto Severus. Cosa intendeva.
"Scusi?"
"Attenta alle lune piene con Lupin, potrebbe essere pericoloso perfino per te." Continuò "ripensandoci trasformandoti in animale vi divertireste molto. Una bella battaglia. È questo che ti attrae?"
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Black&Snape
RomanceQuesta è la storia di un nuovo personaggio nel mondo di HP. La storia è totalmente inventata, non si basa sui libri, ma prende in prestito quasi tutti i personaggi. Monica Black è la sorellastra italoinglese di Sirius Black. Una strega incredibilme...