"Panico a Seoul" • Capitolo 1

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«Interrompiamo un attimo il programma per un'edizione speciale del notiziario» bastarono queste parole pronunciate in tv per attirare la mia più completa attenzione.

«Benvenuti ad un'edizione straordinaria del notiziario di Seoul. Questo è un avviso a tutti gli abitanti della città, vi preghiamo di prestare attenzione a quello che stiamo per dirvi...», sfregai una mano contro l'altra e prestai la massima attenzione come richiesto dal telecronista.

«Soobinnie perché sei così attento? Non vorrai mica proporti di aprire le indagini e di occupartene tu? Voglio passare del tempo con te» disse Hanya, la mia ragazza.

Dio se mi scocciavo!

Non che non le volessi bene, ma perché provava a privarmi del mio lavoro?

Passavo gran parte della mia giornata con lei, tre secondi prima infatti stavamo vedendo un film insieme...Cosa le cambiava se prestavo attenzione al notiziario?

Sbuffai dunque in risposta, ignorando totalmente la sua preoccupazione.

«Un mistero sta tormentando l'università di Seoul "Kyu-Yeong University". Nel giro di una settimana sono scomparsi più di 16 ragazzi, 3 dei quali sono stati ritrovati terrorizzati e non hanno alcuna intenzione di parlare. Alcuni sostengono che uno psicopatico stia tenendo in ostaggio alcuni studenti, altri sostengono invece che l'università in questione sia infestata. Per ora non si hanno maggiori notizie a riguardo, ma vi preghiamo di mettere i vostri figli al riparo, finché le lezioni non verranno ufficialmente sospese», al comunicare delle seguenti parole, l'intera città di Seoul venne sommersa dal caos.

«Soobin ti prego non aprire indagini» chiedeva Hanya in preda al panico.
«È pericoloso! C'è uno psicopatico che rapisce le persone, e deve essere un vero genio per esser riuscito a rapire 16 studenti senza lasciare una sola traccia. È troppo rischioso per te».

Mi scomodai dal divano: «Hanya basta! Ora mi sono stancato! Ho abbandonato 3 casi pur di restare con te, adesso si tratta di ostaggi, ed io sono un asso in questo campo, perché devo rinunciare? Non solo mi farai perdere il lavoro di questo passo, ma anche la pazienza» ringhiai zittendola totalmente.

Mi piangeva certo il cuore a trattala così, ma doveva capire che non ero solo il suo "Binnie", ma anche Choi Soobin, uno dei migliori detective della Corea del Sud, specializzato in ostaggi e identità nascoste. Avevo studiato criminologia per 9 anni non a caso, non per restare con la mia ragazza sul divano a coccolarci, ma per impartire giustizia scovando i peggiori criminali e psicopatici di questo fottuto paese.

Sbuffai delle sue lagne, andai nel mio studio, battei il quaderno sulla scrivania e cominciai ad appuntarmi qualcosa per dare il via alle indagini.

Hanya bussò delicatamente alla porta poco dopo, chiedendomi il permesso per entrare, mortificata chiese: «Scusa Soobin ma se il tuo capo non ti ha ordinato nulla perché indaghi?».

«Hanya, punto primo non ti intromettere in queste cose, neanche dovresti saperle, e punto secondo: sono certo che Jung-So affiderà il caso a me. Il mistero riguarda un essere non identificato che rapisce persone, esattamente ciò in cui sono specializzato, quindi...chi se non io?» dissi ruotando la sedia dandole le spalle.

«Ora lasciami lavorare, se devi dirmi qualcosa, fa che questa cosa abbia un senso, in caso contrario non parlarmi».

Psycho Lovers | yeonbinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora