capitolo 6

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Laila era tornata a casa , stava carezzando la testolina del suo gatto , era distesa nel suo letto era stanca ed aveva paura di chiudere gli occhi ed di rivedere il diavolo in persona , voleva scordare l'uomo che la gettata in una fossa che sapeva benissimo che non si sarebbe salvata ,era finita in un'guaio ,nella sua testa c'era un vortice di pensieri che li inondava , come poteva dare ad un uomo di un certo titolo tutto quel denaro ci avrebbe messo più di un anno infetti, ma non contento questo "Alessandro" li vuole entro fine mese ...

Ma per la ragazza l'unica cosa che gli è venuto in mente e di scappare lontano da lui,il pensiero si trasformò in idea.
« Scappare, perché no?Con il tempo si scorderà di me?» È come se questa affermazione la traqulizzava, era l'unica alternativa non possedeva nessun oggetto di valore , nemmeno la sua casa era in affitto dalla vicina Claudia , almeno la poteva vendere sperando che qualcuno l'affita . Ma un'altra volta la sua fortuna è inesistente...

Si alzò dal letto ed si cambiò per mettere il suo pigiama, prima di dormire applicò le pomade ,per la sua schiena ed una per il suo zigomo,
Era stanca ed distrutta ,si mise sotto le coperte ed sperava vivamente di uscirne fuori al più presto possibile da questo problema , sospirò ed portò il lenzuolo fin sotto al naso ed chiuse gli occhi . Era stanca s ed si addormentò in poco tempo.

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Alessandro era già arrivato a Basiglio verso le tre del mattino , i due fratelli si erano messi alla guida verso  la bottega di famiglia,  che era stata ereditata dal loro nonni materni che gli  era stata tramandata da  generazioni in generazione, è un cimelio di famiglia  antico ormai con passr via degli anni  .
Alessandro è Federico si erano messi comodi per sapere  delle informazioni del "anonimo" , Alessandro aveva messo giù una specie di lista di chi potrebbe essere... Ma la cosa che non gli tornava il motivo dell'acquisto della villa ed delle terre già in lavorazione .

Si erano messi seduti uno diffondere dall' altro nessuno dei due osava parlarle era il silenzio che panotreggiava  il clima grazie a ciò udirono il rombo della macchina, era il segno che i loro uomini affidati erano giunti,

Marco era giunto insieme ai suoi colleghi , avevano le informazioni interessante ai loro padroni, un uomo riservato con poche parole come d'altronde i suoi "amici"  , scesero giù per le scale a chiocciola fatta di legno e ferro nei bordi , ogni gradino scricchiolava sotto i loro piedi , Marco pose un fascicolo con dentro il contratto ed alcune immagini scattate da loro nei video di sorveglianza dal individuo nel areoporto risalente tre giorni fa'  , Alessandro sfogliò i vari documenti, lesse il contratto della villa,  soffermandosi sul alcune foto , erano quelle del areoporto ; nella descrizione era riportata l'ora che segnava le 5:45 del mattino , era nella zona vip ed era scortato dai bodyguard  , alla terza foto il volto era nitido , alzò le sopracciglia per la sorpresa ,
« Adesso i conti tornano.» Ripose Alessandro passando l'immagine sul tavolo distribuendoli sopra ad essa, gli occhi di Federico sì assottigliavanono non capiva chi fosse ...
« Chi diavolo è questo?!.» Federico esordì  indicando l'uomo nel immagine .
Alessandro si era alzato intanto mettendosi in piedi incrociando le barche al busto ,
«Questo signori ... È l'unico figlio del signor Kafir . »Esclamò Alessandro indicando con il capo della testa .
«Sento puzza di bruciato »
Esordì Marco guardando attentamente i documenti , «Meno di 24 ore dal uccisione del padre è già qui?!.»

Federico sospirò non capendo cosa ,aveva solo una unica risposta che era la vendetta per il padre , sotto sotto questa affermazione non era così male . Ma troppe cose non li tornava, aveva visto che l'acquisto delle terre non era intestato a lui ma ad sua madre ...

« Non è venuto per Kafir ed la sua vendetta allora cosa diavolo sata escogitando ?...» Dubbi su tutto adesso; che sia Marco e Federico si erano messi a guardare Alessandro che in tutta la calma del mondo si era messo seduto mettendosi gli avambracci sul bordo del tavolo ed si pose con il busto verso davanti , come se stava per rivelare un segreto dai quei due .
« Il figlio di Kafir è la  pecora nera di famiglia , non si è mai interessato "all'attività di famiglia", ha fondato un'azienda  di gran fama internazionale . »
«Possiamo definirlo innocuo?. » Ridacchiò Federico indicando le foto .
Alessandro rise per la domanda, conosceva abbastanza bene il figlio rispetto al  padre. Di sicuro gli aveva fatto un favore da toglierlo dalla faccia della terra una volta per tutte .
«No. È diventato socio ed lui si occupa delle attività ed le vendite di merce al di fuori del Europa, vi stó parlando di merce rara e richiesta  »

"Tutto questo trambusto per una  testa di cazzo  , di sicuro non dobbiamo abbassare l'attenzione non mi sono fidato del padre bastardo ed nemmeno li farò con il figlio vizzato del cazzo" ,

« Come dobbiamo procedere adesso? Di sicuro è venuto qui in Italia per qualcos'altro?.»Esordì Marco che mise di cercare nella tasca della giacca il pacchetto di sigarette ed l'accendino, tutta questa tensione per un falso allarme lo ha parecchio fatto girare le scatole, di sicuro non era conosciuto per la sua pazienza .
Fece gire il pacchetto di sigarette ad Alessandro ed Federico che accettarono ed accesorono le sigarette ,«non dobbiamo perderlo di vista,» Federico non era tanto tranquillo quanto  suo fratello,

« Per adesso non è un nostro problema, traqulli signori miei non durerà tanto soprattutto non ha un appoggio qui in Italia ,se vi ricordo dal centro in giù lo vogliono morto come il padre .» Non finì del tutto la sigaretta ed la getto ed la schiacciò sotto le sue suole , farà la stessa fine lo stronzetto calpestato  da Alessandro .

«Bruciali...» Federico passò i fogli ed le foto.
Marco sì alzò ed mise la  sigaretta tra le labbre, raccolse tutto salutò i fratelli , doveva bruciarli una volta tornato nel suo appartamento...

Intanto i fratelli Capri erano già usciti dalla bottega ormai erano le prime luci dell'alba, ormai le ore senza sonno si fecero sentire, soprattutto ad Alessandro che durante la settimana non si era nemmeno riposato .

Erano diretti nella casa di famiglia che aveno passato ogni anno la trascorrevano lì...

«Dunque cosa facciamo esattamente»domandó Federico che si era messo comodo nella poltrona
« Come ti ho detto prima ,non faremo ninte ; non voglio rotture del cazzo per delle scemenze futili ...» Asi era alzato dal divano andando nella stanza non vendendo l'ora di chiudere gli occhi ed dimenticare la realtà ,
« Federico lascia stare ; domani mattina ritorno a Venezia,»

« Notte»
rispose prima di salire su per le scale , 

« Notte...»
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