Capitolo 24

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Martina si era cambiata mettendosi comoda a tavola per fare colazione del sabato mattina sapeva già che sua nonna avrebbe preparato la tipico ciambellone di famiglia con le noci che ne andava matta soprattutto se la preparava sua nonna con amore . Sentì la porta del ingresso aprirsi e dei passi pesanti e del borbottare riconoscibile del  nonno la ragazza sorrise ricordando che il papà era andato a fermare la fossa che non c'era più bisogno ecco il motivo del suo borbottare come una bettola di fagioli .

«Buongiorno bambina mia » esclamò quando vide sua nipote alzarsi e prendendo una sedia per il nonno che a sua volta si accigliò non vedendo sua moglie« Ma la nonna? » domandò non vedendola , Martina alzo le spalle non sapendo nemmeno lei . 

«Pino ! La prossima volta che trovo la torta che la lascio fuori tu non mettere le tue mani ! Te la sei mangiata quasi tutta! Devi stare a dieta !» sgridò la vecchia signora che in mano aveva il piatto mettendolo finalmente a tavola  , il nonno fece finta di non ascoltarla e mettendo il caffè per lui e per nonna Martina rise vedendo in qualche modo il nonno perdonarsi , adorava sentire quei due che battibeccavano per cose inutili adorava ancora passare intere giornate con loro per lei il tempo che trascorreva con loro era prezioso più di qualsiasi altra cosa . 

« No nonna può bastare il ciambellone non mi vanno i biscotti » disse Martina vedendola che la nonna gli passò un piatto pieno di biscotti all'anice fece per prenderli il nonno ma la mano della nonna scattò per impedire di mangiarne altri . « Non sei pieno ?! Ti fanno male troppi zuccheri! Sei hai finito di aspirare cibo io e te  dobbiamo andare al mercato devo prendere qualche pianta!» disse la nonna impaziente alzandosi per togliere il grembiule . 

« Buona fortuna nonno» sussurrò per farsi sentire dal nonno che rise a sua volta , la nonnina senti benissimo e gli fulminò sua nipote e suo marito seduta stante « Vi ho sentita eccome se non si sbriga a trovare la chiave della macchina entro due minuti ; metterò  io il nonno nella buca che ha fatto!» l'anziano sbuffò e acciuffò un biscotto e pizzicò le guance della nipote . Solo una decina di minuti la casa si inondò di silenzio , per noia si mise a pulire casa lasciò tutte le finestre aperte una volta finito di pulire si affacciò  vedendo che fuori era un bel tempo solo che qualche nuvola  ,"  chi sa cosa sta facendo Faik ? " pensò Martina andando a riposarsi nel divano prese il suo cellulare e andò a vedere alcuni messaggi da parte di Laila che si sarebberono incontrate alla casa del Sinor Alessandro ,è uno da parte di Faik .

-Buongiorno , oggi ti vengo a prenderti -

Martina sorrise e si mise più comoda nel divano trovando uno dei cuscini ricamati dalla nonna portandolo dietro alla nuca . Acciuffò una ciocca di capelli torturandoli non sapendo cosa rispondere sospirò rassegnata scrivendo la millesima cosa è cancellandola sbuffò rassegnata .

        -Grazie non voglio disturbarti soprattutto con quello che è successo ieri ti chiedo      perdono per l'invasione dei mie parenti sono fatti così non si danno pace ... è imbarazzante -

–Nessun disturbo di solito nessuno mi ha fatto tante domande  ero a mio agio forse eri tu che eri sotto pressione dei tuoi-

- Quando vogliono ti fanno uscire matto ;) -

Un fruscio di vento seguito da una porta che si chiuse arrestò i movimenti di Martina  che si mise immediatamente  sugli attenti , gli si mozzò il fiato quando sentì dei passi riconobbe  dalla porta dì ingresso cominciò a tremare dal terrore "un ladro" gli venne in mente sperando che fosse suoi nonni , prese il cellulare che aveva lasciato sul divano e cliccò su numero di Faik.

La suoneria racchegiò tra le mura e dei passi si cessarono la ragazza stranita prese coraggio e si affacciò lungo il corridoio . Vendo una grande ombra scura Martina si fermò e trovo l'interruttore della luce accendendola «Signor Faik ,» esclamò Martina mettendosi una mano al cuore prendendo finalmente a respirare . 

«Ho quasi visto l'anima andare via per lo spavento! Non potevi utilizzare il campanello come le persone normali » 

«Ho visto la porta aperta e ho sfruttato l'occasione , tu invece smettila d'ora in avanti  di lasciare la porta di ingresso aperta e pericoloso» disse Faik serio aveva in mano la chiave della sua auto Martina corrugò la fronte assottigliando leggermente le labbra « Sono grande so badare a me stessa . Grazie papà!» esclamò la ragazza  sbuffando diregendosi nella cucina  riempendosi un bicchiere d'acqua sentiva ancora i battetti accelerati del suo povero cuore , si massaggiò il petto finendo l'acqua e osservandolo con la coda del occhio quando si mise seduto una sedia della cucina osservandola a sua volta .

" Chissà cosa gli passa nella mente e così... serio be lavorare in quel ambito non doveva mica essere un pagliaccio " 

« Possiamo andare ti devi per caso prepararti ? Non ho tanta voglia di prendere polvere e ragnatele ..» commentò sarcastico vendendola la ragazza arrabbiarsi mettendo in mostra il rossore nelle sua guance la trovava bella a suo modo , è così Faik viaggio nella sua mente immortalando il volto di Martina in tutte le sue sfaccettature, solo quando una finta tosse lo riportò nella realtà.

« Senta io di certo non sono quel genere di donna che lei è abituato a uscire ok? Sono pronta non c'è bisogno che mi metta che sa che cosa devo solo andare a stare con la mia amica » disse Martina offesa si girò e chiuse la finestra che lei stessa aveva lasciato . 

« Mi fai sentire vecchio se mi dai del tu sarò contento mia cara ...» sussurrò Faik dietro a Martina che si girò trovandosi  due occhi celestiali simili al celo sereno ma con punta di oscurità, rimase lì a guardarlo con le labbra socchiuse sentiva ogni fibra del suo corpo agitarsi solo alla presenza di Faik che a sua volta non le staccava gli occhi di dosso voleva sapere cosa c'è veramente diverto ai  quei preferiti  occhi grandi  castani dolci con delle piccole pagliuzze più scure tende di al nero . La osservava ogni suo minimo filamento del suo viso fino a soffermarsi alle sue labbra , un piccolo flashback del loro bacio quasi rubato.

«Allora la sua è una abitudin-» non finì la frase che venne  presa e baciata , sentiva l'esigenza di spegnere il cervello quando stava intorno a lei e ancor di più di sentirla sua .


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