Piccola attenzione: questo capitolo (enorme) al suo inizio tratterà di un attacco di panico per cui, se qualcuno non dovesse sentirsi a suo agio, invito a oltrepassare questa parte e iniziare a leggere da metà, o un po' più oltre, ok?
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Jungkook si illuse nel pensare che questa volta nulla sarebbe andato storto. Cadde in errore nel credere che l'avrebbe superato se avesse affrontato il problema faccia a faccia. Al contempo, ciò era impossibile, perché la paura che provava stava iniziando a prendere il controllo di ogni sua parte.
Nella sua percezione, il tempo sembrava andare lento come una tartaruga. Quando entrò nella casa e i colori rotearono vicino alla sua vista in modo disordinato, si sentì strano, ma non disse nulla, cercò di pensare che fosse sopportabile fin lì. Le cose iniziarono a peggiorare un po' quando cerchi neri deregolamentati e di diverse dimensioni si aprirono davanti a lui, rappresentando il beat della musica che stava risuonando. Era quasi come se lui stesse per essere ingoiato da quei buchi che gli stavano apparendo a un palmo dal naso, e i palmi delle sue mani iniziarono a sudare freddo. Pensò di parlare con Jimin, ma vide che l'amico era già andato a divertirsi, per cui lui ovviamente non gli avrebbe rovinato il momento. Jeon respirò a fondo. Non avrebbe ceduto.
-Stai bene?- la voce di Minji lo tolse dai suoi pensieri, e solo allora notò di aver smesso di camminare e che i suoi pugni erano stretti con forza.
-Huh, sì, io... sto bene- forzò un sorriso. A quanto pareva i suoi amici si erano già dispersi per il locale.
-Permesso, vado a cercare qualcosa da bere.Con un po' di fretta si allontanò da lì, lasciando indietro una Minji confusa e sospettosa. Yonju tirò la maggiore per il braccio, mentre salutava un piccolo gruppo di amici in comune che aveva incontrato nei paraggi, e non ci volle molto affinché entrambe si unissero a loro.
Jungkook immaginò di trovarsi vicino alla cucina quando una fitta dolorosa sul lato sinistro del capo lo fece immobilizzare nuovamente. Il ragazzo portò una delle mani sul punto e provò a massaggiare un po' l'area che trasmetteva un dolore sempre più tagliente. Si diede uno sguardo attorno e tutto ciò che riusciva a vedere erano colori, colori e più colori, forme geometriche disordinate. Tutto girava attorno a lui lasciandolo leggermente tonto. Per cercare di migliorare la situazione, Jeon fissò lo sguardo a terra, ma nel farlo, i cerchi neri tornarono a spuntare sul pavimento, sempre più grandi, portando la sua paura quasi alla follia da quanto era spaventato.
Stava accadendo di nuovo.
Lui non voleva innervosirsi più di quanto lo era già, ma era inevitabile. Il ragazzo allora si accovacciò proprio lì, ignorando il via vai di coloro che lo circondavano, e sentendo il suo corpo tremare. Per istinto, coprì gli occhi con le mani e li sfregò, in un tentativo nullo di provare a far smettere tutto quello, come vedeva i toni persino ad occhi chiusi. Con le mani ancora sugli occhi, percepì alcune lacrime lì presenti. Voleva gridare e correre, ma sapeva di non avere forze per farlo. Un paio di persone nei dintorni notavano il ragazzo abbassato, statico e circa ritratto, ma le poche che provarono a parlare con lui, ricevevano uno sguardo terrorizzato in riposta, non sapendo che i loro colori lo confondevano ancora di più. Per cui si limitavano ad allontanarsi pensando che il ragazzo fosse solamente ubriaco.
Sentendo il suo cuore palpitare e la sensazione che sarebbe accaduto qualcosa di peggiore, cercò di guardarsi nuovamente attorno alla ricerca di qualche porta che lo potesse condurre all'esterno. Il ragazzo non trovò l'uscita, ma riuscì ad avvistare una scala a circa tre metri di distanza. Non era la scalinata principale della casa, questa sembrava portare ad una qualche area di servizio ed era posizionata lungo un corridoio. Nonostante si trovasse un po' più distante e nascosta, vi erano comunque delle persone lì in giro, ma fu l'unica soluzione alla quale fu in grado di pensare nella sua condizione attuale. L'aria gli si era bloccata in gola e sentiva che la sua testa era sul punto di esplodere. Voleva solo che tutto quello smettesse immediatamente. Le mani, che ancora gli tenevano la testa, incontrarono il pavimento e, sui suoi quattro arti del corpo, Jungkook iniziò a gattonare un po' barcollante verso le scale, tentando a tutti i costi di non toccare i cerchi neri che continuavano a sorgere fin troppo vicini a lui, facendolo vacillare.
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Lack Of Color · jjk [Italian Version]
FanfictionSinestesia: (syn): "unione" + (esthesia): "sensazione". Deriva dalla parola greca synaísthesis, il cui significato è "sentire assieme" o "sentire allo stesso tempo". Dove i colori prendono vita e si fondono al monocromatico. ◆ BTS | Jungkook | longf...