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Un'altra creazione finita. Jungkook, che era inclinato per portare a termine il quadro, si raddrizzò sul banco e osservò la sua stessa opera. Era un dipinto monocromatico, qualcosa che raramente veniva composto da lui. I diversi toni di verde che coprivano la tela catturavano l'attenzione del giovane, finché questa non venne sospesa dalla dolce voce color marsala della sua professoressa.

-Ogni opera ha un autore, Jeon.

-Con questa non è diverso- il ragazzo sospirò nel parlare.
-L'autore semplicemente non vuole essere rivelato...

-Perché non usi un nome artistico allora?- domandò, anche se conosceva già la riposta.

-Rovinerebbe l'essenza... Rimarrebbe diversa da cosa vedo realmente. Un semplice scarabocchio altererebbe la vera autenticità...

-Capisco il tuo pensiero- il marsala eccheggiò.
-Ma continuo a pensare che meriti di essere riconosciuto per il tuo lavoro.

Il ragazzo sorrise debolmente.

-Se dovessi scegliere tra l'essere visto e acclamato per qualcosa che ho fatto, o dare l'opportunità di vedere, almeno un minimo, come vedo io, preferisco la seconda opzione.

Ed era vero. In fondo, se avesse potuto, non avrebbe nemmeno incorniciato alcuni dei suoi quadri. Jungkook non svalutava le opere firmate, proprio al contrario. Semplicemente non era adepto a questo standard. E non fuggiva da ciò per ribellione, anche perché riusciva ad essere ben metodico e perfezionista con le sue cose. Oltre a ciò, lui capiva le differenti condizioni artistiche di ciascuno, così come la sua. Era solo... Disturbo per lui, quella piccola sottoscrizione nera, mescolata ai colori dell'angolo di un dipinto. Lui non vedeva quello con occhi reali, pertanto, perché rappresentarlo?

A Jeon piaceva osservare i quadri e immaginare il contesto, gli piaceva provare a vedere, decifrare o sentire le emozioni che l'autore aveva trasmesso alla tela in un determinato momento, e voleva che le persone facessero lo stesso ogni volta che vedevano uno dei suoi quadri. Ammetteva a sé stesso che una firma a volte era perfino irrilevante, e quasi sempre passa inosservata da parte dell'osservatore, ma anche così è quella che è. La sua tradizione, il suo segno, la sua stessa firma era non possedere alcuna firma.

Non appena verificò di non avere più nulla da fare lì, il ragazzo aiutò la professoressa a togliere dalla parete alcuni dei lavori anteriori che sarebbero andati ad un'esposizione del campus, e assieme ad altri alunni appese su quello stesso muro i quadri appena composti. Infine il castano setacciò la parete con gli occhi, osservando alcune delle sue opere che già erano lì. Un quadro senza firma poteva essere di chiunque, non solo suo. Amava questa prospettiva.

Con un semplice sorriso uscì dalla classe. La sua mente era piena. Dipingere lo calmava sempre ma quando la distrazione finiva, non vi era come fermare la corrente che si faceva largo nel suo cervello. Da quel giorno qualcosa gli passava per la mente, per cui aveva bisogno di una conferma. Solo una. Prima di rinunciare e di lasciar perdere, respirò a fondo e permise ai suoi piedi di portarlo al locale necessario.

E là si trovava lui. Dopo poche settimane, che più sembravano anni, Jungkook si trovava appoggiato al vecchio muro contraddistinto da diversi doodle e graffiti. Voleva dire che gli stessi motivi di sempre lo avevano portato fino a quel posto o allora pensare che, in realtà, non poteva dire con certezza cosa ci faceva lì. In fondo sapeva che forse era per confermare un dubbio a sé stesso e ai suoi pensieri urlanti. Erano successe così tante cose che a malapena si era reso conto che a poco a poco aveva smesso di andare al locale che un tempo era stato così frequente per lui, ma non smetteva di sentire qualcosa di confuso, come adesso sembrava tutto molto strano e distante.

Lack Of Color · jjk [Italian Version]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora