Primo giorno

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Hermione si svegliò di buonora, come sempre, così scese nella Sala Grande per fare colazione.
Quando arrivò, non si aspettava di trovarci Fred che sorseggiava del succo di zucca, perso nei suoi pensieri.
«Buongiorno, Granger» disse lui appena la vide.
«Buongiorno, Fred» rispose la ragazza mentre si sedeva e cominciava a mangiare in silenzio.
Il rosso la guardò di sottecchi.
«Dormito bene?» le chiese per spezzare quel filo sottile di tensione che si era creato fra loro.
«Sì, tu?»
«Anche.»
"Wow, Fred Weasley a corto di parole. E chi lo avrebbe mai detto?", pensò Hermione.
«Sai, Fred, credo sia arrivato il momento per te di incominciare a chiamarmi Hermione.»
«Come vuoi, Granger.»
La ragazza sbuffò e mentre si apprestava a contestare, si zittì quando arrivò il resto del gruppo.
George rivolse un sorriso a Fred e Ginny fece l'occhiolino a Hermione.
«Buongiorno!» annunciò la rossa, squillante.
«Parla per te: oggi ricomincia l'inferno. Sveglia presto, lezioni, compiti, i G.U.F.O, Piton...» si lamentò Ron, stiracchiandosi.
«Non dire assurdità» ribatté Hermione mentre
il rosso roteava gli occhi.
«Ah, Ron, stasera dobbiamo fare la ronda quindi ci vediamo qui alle otto, va bene?»
«Perché hanno scelto proprio me pee questo stupido incarico?» chiese in modo sarcastico, senza rivolgere la domanda a nessuno in particolare.
«È quello che ci domandiamo anche noi...» dissero in coro i gemelli, divertiti ma allo stesso tempo non capacitandosi della cosa.
«Prima ora: Pozioni. Sarà meglio sbrigarci, non voglio perdere punti già il primo giorno. Ci vediamo più tardi in sala comune, ragazzi» annunciò Harry alzandosi.
Hermione e Ron lo seguirono a ruota.
Fred accompagnò Hermione con lo sguardo e quando lei ricambiò, lui la salutò con la mano.
«Freddie?»
«Che c'è?»
«Cos'era quel saluto?»
«Perché? Adesso è proibito anche salutare
un'amica?»
George e Ginny si scambiarono un'occhiata.
«Sentite: io e Hermione siamo uno l'opposto dell'altra e non riusciamo a parlare seriamente senza finire per litigare o a battibeccare come due bambini dispettosi. Per quanto mi riguarda, va bene: adoro mandarla su tutte le furie, mi fa sbellicare dalle risate!»
George tamburellò le dita sul tavolo e sporgendosi verso il fratello disse «Non dimenticare, però, che...»
«...gli opposti si attraggono!» concluse la rossa, soddisfatta.
«Oh, andate al diavolo!»
Fred decise di andarsene per una buona volta e di lasciarli soli con i loro sghignazzi.

Avrebbero voluto evitarlo ma, alla fine, arrivarono comunque con cinque minuti di ritardo così, quando Piton posò lo sguardo sui tre ragazzi che avevano appena fatto il loro ingresso, non esitò a togliere dieci punti a Grifondoro.
Ron sbuffò, esasperato.
«Non siamo nemmeno arrivati che già si diverte a togliere punti! Non è giusto.»
«Lascia stare, ormai è un'abitudine» disse Harry, dandogli una pacca sulla spalla per consolarlo.
Intanto, Hermione era soprappensiero.
«Che hai, Herm?» le chiese l'amico dai capelli corvini fissandola con i suoi intensi occhi verdi.
«Oh, niente, non ti preoccupare.»
«Be', ho parlato con Ginny e mi ha accennato qualcosa di interessante...»
«Provo ad indovinare? Il mio istinto mi dice che si tratta di me e di un ragazzo dai capelli rossi, Weasley, se non sbaglio» cominciò con tono sarcastico, poi, ritornò seria e disse «Basta! Mi sono stancata di questa storia! Come ve lo devo dire? Tra me e Fred non c'è mai stato nulla e non ci sarà.»
«Ehi, bastava dire un semplice no...» disse Harry, alzando le mani in segno di difesa e comunque poco convinto dalle parole dell'amica.
Hermione si ricompose, tornando la ragazza tranquilla di sempre.
"Perché hai reagito così? Non è da te!", disse la voce nella sua testa.
«Hai ragione. Scusa.»
Ron aveva uno sguardo infastidito.
«Ronald! Devi aggiungere le zanne non gli occhi!» lo sgridò Hermione, mentre passava il dito sulla pagina sbiadita del ricettario.
Il rosso si riscosse dai suoi nebulosi pensieri e disse «Ehm, scusate. Vado a svuotare il pentolone, torno subito».
Harry lo guardò preoccupato.

Quando tornarono nella Sala Grande per il pranzo, avevano sbagliato altre due volte la preparazione della pozione e trasfigurato uno strano volatile in un calice d'acqua al posto di una piuma.
«Non avrei mai immaginato di passare così male il mio primo giorno!» disse Hermione, frustrata.
«La regina della conoscenza non riesce a fare perfettamente le cose come di suo solito? Sei malata, per caso?» scherzò George, facendo il finto preoccupato.
«Davvero spiritoso. E a voi com'è andata?»
«Tale e quale a tutti gli altri» disse Ginny addentando una mela.
«Noi ci siamo annoiati a morte con la Cooman: continuava a blaterare cose senza senso sulla vita, l'anima e la morte e chissà quante altre fesserie. Poi, Fred ha fatto scoppiare una pozione d'amore» disse George guardando il fratello.
«Càpita» rispose l'altro.

Quella sera, alle otto in punto, Hermione e Ron si incontrarono dove avevano programmato.
«Allora: io vado al terzo piano, tu al secondo, va bene?»
«D'accordo. Ci vediamo direttamente nella sala comune.»
Si separarono velocemente e Hermione rimase finalmente sola.
Fece un giro nei vari corridoi, scovando un paio di coppiette intente a sbaciucchiarsi nelle aule vuote.
Gli ricordò che c'era un coprifuoco da rispettare e non appena minacciò di togliere dei punti alle loro Case, senza farselo ripetere due volte si sbrigarono ad andarsene.
Soddisfatta, stava per andarsene quando sentì un rumore provenire dall'aula in fondo a destra.
Si avvicinò con passo spedito e una volta arrivata alla porta urlò «Tornate nelle vostre...»
Si interruppe non appena li vide in volto.
Fred stava baciando la sua amica di lunga data, Angelina. "Ma a lei non piaceva George?", pensò ancora sconvolta dalla scena.
«Hermione» sussurrò il ragazzo.
La riccia rimase immobile dov'era.
Sentiva una strana sensazione al petto ma quando si riprese si schiarì la gola.
«Ehm... dovete tornare immediatamente nella sala comune. Avete infranto il coprifuoco» disse con tono autoritario però abbassando lo sguardo imbarazzata.
Aspettò di vederli passarle accanto per andare verso la porta prima di decidere di andarsene.
Per una frazione di secondo, Fred l'aveva fissata per vedere la sua reazione ma il suo sguardo era indecifrabile - e con una punta di tristezza - .

Quando Hermione rientrò nel suo dormitorio, scoprì di avere le lacrime agli occhi.
"Perché?" Era così confusa.
Intanto, però, un dolore le opprimeva il petto impedendole di pensare razionalmente.
Alla fine, decise che non c'era nulla di razionale in ciò che provava e in ciò che aveva visto.
Stanca, tolse la divisa scolastica per mettersi il pigiama e quando si stese finalmente a letto, si addormentò dolcemente tra le braccia di Morfeo.

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