Insonnia e decisioni

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Hermione e Fred non avevano dormito per tutta la notte: non facevano che pensare e ripensare a quel bacio.
Lei si era alzata mille volte dal letto e verso le due, andò al bagno e si guardò allo specchio: aveva i capelli arruffati e le labbra di un rosso accesso.
Vi passò le dita sopra e si scoprì a sorridere come un'ebete. Scosse la testa per cercare di non pensare troppo alla scena di lei e Fred stretti tra le braccia dell'altro e con uno sbadiglio se ne tornò a letto.

Fred faceva avanti e dietro nella stanza - cercando però di non svegliare gli altri - poi si metteva accanto alla finestra per guardare fuori - gli occhi rivolti al cielo stellato - e pensava ad Hermione.
Così bella, così dolce, così forte.
Il rosso scrollò le spalle, come per levarsi un peso di dosso, rimproverandosi sui pensieri che aveva su di lei.
"Guarda che non c'è niente di male ad ammettere che ti è piaciuto...", gli diceva una voce nella testa che si apprestò ad ignorare per tornare a dormire.

«Herm!»
Erano le otto passate quando Ginny Weasley si buttò - letteralmente - sul letto dell'amica.
«Cosa c'è?» borbottò la riccia, strattonando le coperte sotto il suo peso.
«C'è che farai tardi a lezione, mia cara
so-tutto-io» l'avvertì prendendola in giro.
Hermione balzò fuori dal letto e si fiondò in bagno alla velocità della luce.
«Perché diavolo non mi hai svegliata prima?» urlò la rossa dalla stanza accanto.
«L'ho fatto ma russavi beatamente.»
«Stai mentendo: io non russo affatto!»
«E invece sì» se la rise la rossa mentre si preparava ad uscire. Hermione cominciò ad indossare la divisa ripetendo ad alta voce
«Tu non arrivi mai in ritardo, Hermione...»
Prese i libri al volo e corse via verso l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

«Fred Weasley! Dorme durante la mia lezione?»
Fred spalancò la bocca per sbadigliare poi si decise ad aprire gli occhi ancora assonnati per dare udienza a quella scocciatrice della sua professoressa di Aritmanzia, Septima Vector.
«Mmh come?»
«Fuori dalla mia aula!»
Fred si alzò lentamente rivolgendo uno sguardo torvo al fratello. George alzò le spalle, una domanda taciturna che il gemello riuscì ad interpretare come: "Che vuoi da me?"
Uscì dall'aula e si diresse verso la sala comune dei Grifondoro.
Mentre camminava guardava le sue scarpe pensando, "Ho baciato Hermione ieri."
All'improvviso, si riscoprì emozionato all'idea di rivederla.

Fred e Hermione si ritrovarono uno difronte all'altro quando si sedettero al loro tavolo a ora di pranzo. Erano entrambi piuttosto nervosi ma cercarono di nasconderlo.
«Stai bene Herm? Non hai una bella cera...» chiese Ron sinceramente preoccupato.
«Oh, non ho dormito molto stanotte. Sono solo stanca» rispose rivolgendo inconsapevolmente lo sguardo verso Fred. Cercò subito di mettere gli occhi da qualche altra parte.
«Oggi Freddie ha dormito durante la lezione della Vector» li informó George nascondendo un sorriso.
«Neanch'io ho dormito molto, a dire la verità» rispose l'altro sbadigliando ancora una volta.
Ginny sorrise di sbieco.
"Sa qualcosa...", pensò Hermione guardandola con gli occhi semichiusi.
La rossa le fece l'occhiolino facendo la finta innocente.
"Tss sa tutto.", concluse Hermione alquanto infastidita.
«Scusate, è che... non mi sento molto
bene.»
La riccia si alzò in fretta e uscì dalla Sala Grande.
«Nemmeno io» disse Fred uscendo dietro di lei.
«Ci sarà un virus in giro, per caso?» chiese Ron guardandosi intorno come se si aspettasse di vedere gente che tossiva o moriva in preda ai sintomi di una malattia venerea.
«Che io sappia, no» disse Harry facendo ridere Ginny e George che lo stavano già facendo a causa della reazione del fratello.
«Che avete da ridere voi due?» chiese Ron addentando un'ala di pollo.
«Niente» rispose Ginny sventolando una mano davanti alla faccia.
Harry la guardò, sentendo l'improvvisa necessità di averla accanto invece che dalla parte opposta del tavolo.
"È così bella...", pensò.
La rossa ricambiò il suo sguardo e fece un piccolo sorriso, avvertendo le stesse sensazioni di lui.
Harry fece lo stesso.

«Granger!»
La ragazza si bloccò ai piedi delle scale appena fuori la Sala.
«Posso parlarti?»
Hermione si lasciò andare a un sospiro di rassegnazione: prima o poi, sapeva che avrebbe dovuto affrontarlo.
«Certo.»
Si diressero fuori dalla scuola e si fermarono nel cortile davanti al grande portone del castello.
«Volevo parlarti di quello che è successo ieri.»
«Perché che cosa è successo ieri?» fece finta di non capire. Non sapeva proprio come comportarsi.
«Mi stai prendendo in giro?»
«No.» Si passò una mano dietro la nuca sfiorando i capelli ricci.
«Ieri ci siamo baciati.»
«Ah, quello. Sì ci siamo baciati e allora?»
Fred aggrottò la fronte irritato.
«Allora volevo solo dirti che mi dispiace. Sono stato impulsivo e... non succederà mai più.»
«Okay. Non ti preoccupare, Weasley. Non è successo nulla di importante.»
«Davvero?» chiese quasi esitando.
«Davvero» rispose lei decisa.
Con una sensazione opprimente al petto, Hermione si voltò per tornare indietro, alla ricerca di Miles.

«Lo so ma non mi ha voluto ascoltare e...»
Miles venne interrotto da qualcosa - o meglio qualcuno - che stava correndo verso di lui.
«Hermione, cosa diavolo...?» Non fece in tempo a formulare la domanda quando si ritrovò la ragazza tra le braccia che cercava di arrivare alle sue labbra.
Il ragazzo che si trovava in sua compagnia sgattaiolò via per lasciarli soli.
Dapprima rimase sbalordito da quel dolce contatto poi si lasciò andare con piacere.
Qualche minuto dopo si staccarono.
«E questo per cos'era?» le chiese con un sorriso smagliante.
«Per scusarmi di come sono andata via l'altro giorno. È stato molto maleducato da parte mia e mi dispiace, davvero.»
Hermione voleva - se non, doveva - smettere assolutamente di pensare a Fred perché sapeva che non avrebbe funzionato, che sarebbe andato tutto storto e che prima o poi lui si sarebbe stancato di lei. Così, aveva deciso di dare una possibilità a Miles: sperava che con lui sarebbe stato diverso, meno complicato, e che le avrebbe fatto dimenticare presto gli ultimi avvenimenti di quelle 24 ore - o anche di quelle ultime settimane, a dire il vero - .
«Scuse pienamente accettate.»
«Visto che le nostre uscite sono state una catastrofe a Hogsmeade... pensavo che questo sabato potremmo rimanere qui. Mentre tutti sono fuori» gli spiegò lentamente soffermandosi sulla parola tutti con la quale si riferiva particolarmente ad una persona.
«Mi sembra perfetto.»
La ragazza sorrise soddisfatta e dopo essersi salutati, si ritirò nella sua stanza per studiare un po'.

«Fred?»
Angelina era seduta sulla poltrona in un angolo della sala comune a leggere La Gazzetta del Profeta, quando il rosso fece il suo ingresso.
«Stavo cercando te» disse lui stampandole un bacio sulla guancia. Non se la sentiva di dispensare baci di altro tipo in quel momento.
«Usciamo sabato prossimo?» gli propose tutta contenta.
«Sì. Mi farebbe piacere.»
Fred la baciò di nuovo ma lei parve delusa dato che si aspettava di più.
Dopo l'assurda e inutile conversazione con Hermione, aveva sentito un vuoto e - di conseguenza - si era sentito perso.
Odiava sentirsi così.
Decise di accantonare quella faccenda e ad andare avanti con le sue cose.

Angolo Autrice

Forse non è granché come capitolo, ma quelli che verranno dopo saranno migliori. Questo è un altro capitolo in cui i nostri protagonisti dicono di volersi dimenticare l'uno dell'altra, ma non ci riusciranno.
Ad aiutarli non ci saranno solo Ginny e George, ma anche le vacanze di Natale.... Al prossimo capitolo... ✌️😄

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