Capitolo 7

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Se c'era una cosa che Shōto aveva imparato nel corso della sua breve vita, era che la fortuna non era dalla sua parte; non lo era mai stata e probabilmente non lo sarebbe mai stata.

Infatti, quando si svegliò ne ebbe l'ennesima conferma: era ancora vivo.
Prese un respiro profondo che si spezzò presto, il dolore al torace era insopportabile, e gli impediva di respirare a pieni polmoni. La testa gli pulsava, faticava ad aprire gli occhi. Non ebbe neanche il coraggio di muovere un dito, sapeva già che avrebbe fatto male per cui rimase immobile.
Non si chiese come fosse arrivato in camera sua, né tantomeno come fosse finito nel futon di cui poteva sentire la morbidezza sotto i palmi delle sue mani.

Rimase immobile, gli occhi chiusi, il respiro superficiale.
Sentì la porta aprirsi e chiudersi più volte, riconobbe i passi leggeri di sua sorella e la sua voce mischiarsi a quella del fratello, ma non diede loro alcun modo di capire che fosse sveglio. Non che non volesse, semplicemente non ne aveva la forza.

"Pensi che dovremmo portato in ospedale, vero?" - la voce di Fuyumi spezzò il silenzio. Non aveva bisogno di vederla per capire quanto fosse angosciata, la sua voce era così carico di preoccupazione che Shōto poteva immaginare ogni lineamento de suo volto contorto dall'ansia.

"Hai fatto quell'espressione Natsu..." - aggiunse quando non ricevette alcuna risposta dal fratello.

"Sai già cosa penso..." - bisbigliò Natsuo, ma Shōto non riuscì a capire ciò che disse dopo. La testa faceva troppo male e presto perse di nuovo i sensi.

Quando riprese nuovamente i sensi e riuscì ad aprire gli occhi era già mattina ed il suo cellulare vibrava insistentemente in qualche angolo della camera.
Si alzò, ma nonostante i suoi sforzi, non riuscì a trattenere i gemiti di dolore ad ogni movimento.
Zoppicando si ritrovò in bagno a fissarsi allo specchio; sospirò spostando lo sguardo dal suo labbro spaccato al livido violaceo che contornava l'occhio destro. Se quelle erano le condizioni in cui era il suo volto, non osava neanche immaginare cosa fosse celato sotto i suoi vestiti.
Il suo braccio sinistro era fasciato dalla mano fino a metà avambraccio, le bende erano coperte da un tutore blu scuro che probabilmente si era procurato Natsuo in ospedale.

"Ok, niente scuola per un po'..." - mormorò tra sé e sé, la gola secca ed il respiro mozzato.

Raggiunse la cucina con non poche difficoltà, e non appena varcò la porta, Fuyumi gli si parò davanti con il volto corrugato dalla preoccupazione.

"Come ti senti?" – gli chiese squadrandolo dalla testa ai piedi. Shōto non le rispose neanche, la guardò di sfuggita prima di cercare di oltrepassarla per prendersi un bicchiere d'acqua.

"Faccio io, tu siediti" – disse poggiando una mano sulla sua spalla. Shōto trattenne un lamento e senza farlo notare alla sorella si scosse la sua mano di dosso. C'era sicuramente qualcosa che non andava nella sua spalla, ma non voleva pensarci in quel momento; lo avrebbe fatto più tardi, quando avrebbe trovato le forse di farsi una doccia.

"Prendi questa, ti aiuterà con i dolori. Intanto ti preparo qualcosa da mangiare" - disse porgendogli un antidolorifico mentre poggiava un bicchiere di acqua sul tavolo davanti a lui. Shōto non disse nulla, si limitò a mandar giù la compressa con un abbondante sorso d'acqua.

"È uscito?" – chiese Shōto, la sua voce poco più di un sussurro.

"Si, è andato in ufficio un paio di ore fa come se niente fosse." - disse Fuyumi con un sospiro mentre prendeva le uova dal frigo.

"Hai chiamato Natsuo..." – disse e Fuyumi lo guardò confusa.

"Vi ho sentiti parlare ieri, prima di perdere i sensi..." – le spiegò guardandola armeggiare ai fornelli.

𝖥𝗂𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗅𝗈𝗍𝗈 [𝖳𝗈𝖽𝗈𝖣𝖾𝗄𝗎/𝖣𝖾𝗄𝗎𝖳𝗈𝖽𝗈]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora