Capitolo 23

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[A/N]
Buonsalve personcine!
Dopo ben 4 mesi, almeno mi pare siano solo quattro, riemergo dagli inferi per lasciarvi un nuovo capitolo.

Come al solito spero che sia di vostro gradimento e vi ricordò che i voti ed i commentini sono sempre molto graditi.

Mi scuso ancora una volta per le lunghe attese e spero di aggiornare nuovamente al più presto.

See ya! <3

~.~

⚠️ WARNING ⚠️
Menzione di abuso sessuale su minore.


Shōto non voleva parlare. Ne aveva abbastanza delle chiacchiere, ne aveva sentite abbastanza in quei giorni rinchiuso in una stanza d'ospedale, mentre i medici parlavano con i suoi fratelli come se lui non fosse li, e decisamente troppe durante quella cena. Il cibo era rimasto intatto nel suo piatto mentre guardava suo fratello chiacchierare spensieratamente con gli uomini che amava e che lo amavano a loro volta, felice, spensierato, come se le atrocità della loro famiglia non lo avessero mai toccato. Era stato come essere pugnalato ripetutamente per tutto il tempo. L'invidia e la rabbia lo avevano divorato mentre Tōya raccontava ai suoi compagni della sua giornata, ridendo e scherzado di tanto in tanto; pensare che suo fratello potesse avere tutto ciò quando a lui non era stato concesso niente di minimamente simile, lo faceva imbestialire. Ed era così triste, non sapeva neanche più con chi dovesse essere arrabbiato: suo fratello, loro padre, se stesso...
Shōto non riusciva a decidere.

Il silenzio della sua nuova camera era la cosa migliore che gli fosse capitata nell'ultima settimana.
Poteva sentire le voci dei compagni di suo fratello chiacchierare oltre la porta, probabilmente seduti sul divano davanti ad una TV accesa ma senza volume, abbracciati metre si raccontavano chissà quale cosa inutile. Felici.
Basava quella barriera tra loro a rendere il tutto un po' più sopportabile, o almeno così fu finché non bussarono su quella porta.

"Possiamo parlare?" - chiese Tōya rimanendo sullo stipite della porta ormai spalancata. Shōto rimase in silenzio e di tutta risposta si sdraiò e girò verso il muro per dare le spalle al fratello in un chiaro segno che 'no, non potevano'.

Shōto sentì la porta chiudersi delicatamente con un lieve click e sospirò rassegnato nel sentire i passi di suo fratello avvicinarsi: apparentemente il suo rifiuto anche solo di guardarlo in faccia, non era abbastanza per farlo cedere nella sua stupida impresa di riallacciare i rapporti.

"Senti, lo so che come fratello maggiore lascio piuttosto a desiderare. Hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me, ed al posto tuo sono sicuro che mi odierei per essermene andato, ma sono qui adesso e voglio rimediare..." - disse Tōya avvicinandosi al letto, ma rimanendo comunque in piedi, incerto su quanto potesse effettivamente avvicinarsi al fratello.

"É tardi..." - mormorò Shōto senza rivolgergli neanche uno sguardo.

Era tardi per mettere a posto le cose, cancellare gli anni di urla e di abusi fisici, le ossa che un tempo erano state rotte, ormai apposto, portavano ancora i segni di quello che era stato. Restavano le voci nella sua testa, l'ormai certezza di essere sbagliato, di aver colpa di ogni cosa, di non aver diritto a niente, neanche ad essere amato.
Era tardi per cancellare lo sporco dal suo corpo, ormai era entrato sotto la sua pelle e non se ne sarebbe mai andato, rendendolo per sempre di suo padre, sporco e non amabile. 

Tōya sospirò pesantemente e si sedette sul letto poggiando le mani sulle ginocchia e fissando il muro di fronte a lui cercando di trovare qualcosa di convincente da dire mentre a stento riusciva a mantenere la calma.

𝖥𝗂𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗅𝗈𝗍𝗈 [𝖳𝗈𝖽𝗈𝖣𝖾𝗄𝗎/𝖣𝖾𝗄𝗎𝖳𝗈𝖽𝗈]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora