Capitolo 11

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Da quando si erano chiariti, tutto sembrava andare piuttosto bene tra lui ed Izuku, ma rimaneva sempre un velo di tensione tra di loro. Shōto non era più riuscito ad unirsi alle loro uscite pomeridiane dato che suo padre non si era più trattenuto a lavoro fino a tardi nelle ultime due settimane, ma Izuku sembrava cercare sempre un modo per ritagliarsi qualche minuto con lui durante la settimana.
Almeno un giorno si ed uno no, Izuku passava la ricreazione da solo con lui; spesso lo prendeva per mano e lo trascinava in qualche angolo della scuola dove potessero rimanere soli senza che qualcuno li disturbasse.
Tenya e Ochaco li guardavano uscire di classe con la fronte corrucciata ogni volta, soprattutto Ochaco, che in più di un'occasione si era lasciata sfuggire qualche commento poco gentile o addirittura aveva provato a fermare Izuku.

Quella mattina Izuku gli aveva preso la mano con così tanta dolcezza da rischiare di sciogliergli il cuore.
Lo aveva portato nel cortile sul retro della scuola dove apparentemente a nessuno piaceva passare l'intervallo, si erano seduti sulle scale uno di fianco all'altro e Shōto aveva passato qualche minuto a fissare Izuku in tutta la sua bellezza mangiucchiare la sua merenda.
Shōto sorrise quando il si voltò a chiedergli se ne volesse metà, ma scosse il capo rifiutando con un leggero sorriso; il suo stomaco era chiuso come ogni volta che si ritrovava vicino a lui.
Shōto non ne capiva bene il perché, ma quella leggera stretta allo stomaco era quasi piacevole, e di certo non aveva nulla a che fare con quella causata dalla paure che gli incuteva suo padre.

"Posso chiederti una cosa personale? Puoi non rispondere se vuoi..." - chiese Izuku fissando un punto indefinito davanti a lui.
Shōto mormorò un piccolo 'okay' voltandosi di nuovo a guardarlo.

"I tuoi genitori sono anime gemelle?" - chiese Izuku in poco più di un sussurro, i suoi occhi fissi sulle sue scarpe rosse che Shōto aveva ormai capito essere le sue preferite.

"Si, lo sono..." - rispose secco Shōto, e Izuku si voltò a guardarlo con un espressione preoccupata in volto. Non era un argomento di cui Shōto voleva parlare; sia perché il fatto che sua madre fosse stata destinata ad un bastardo abusivo come il padre lo disgustava, sia perchè parlare di sua madre lo faceva star male; era uno di quegli argomenti che avrebbe volentieri fatto a mano di affrontare per il resto della sua vita.

"Hai mai pensato che io potessi essere come tuo padre?" - gli chiese Izuku mordendosi il labbro inferiore nervosamente.

Ok, Izuku aveva accettato il 'mio padre mi picchia, non possiamo frequentarci', ma questo non voleva dire che non di fosse chiesto se ci fossero altri motivi per cui il più piccolo era così reticente ad avere una relazione con lui. Si era chiesto più volte se Shōto in realtà non fosse attratto da lui e avesse detto l'opposto solo per non ferirlo ulteriormente, o se magari la sua idea di anime gemelle era distorta da anni di abusi o qualsiasi cosa il padre gli avesse inculcato.
Shōto sospirò abbassando lo sguardo sulle proprie mani.

"No, non ho avuto così tanto tempo per pensarci..." - rispose in tutta onestà Shōto.

Di fatto, Shōto non aveva avuto tempo di pensare a come sarebbe stato Izuku, non era passato nemmeno un anno da quando il suo nome era apparso sul suo polso.
Aveva passato gran parte della sua vita pensando di essere destinato alla solitudine, e c'era stato un momento in cui si era quasi convinto che fosse un bene; che forse l'universo aveva voluto fare un piacere a quell'anima sciagurata che avrebbe dovuto essere la sua anima gemella. Era così simile a suo padre che forse era meglio così, perché non poteva essere sicuro che col passare del tempo non sarebbe diventato esattamente come l'uomo che odiava con tutto se stesso. Shōto era terrorizzato solo all'idea di diventare come lui e finire per fare del male all'unica persona che forse avrebbe potuto in qualche modo amarlo. Era arrivato a pensare che fosse una fortuna che sul suo polso non fosse apparso alcun nome, che non ci fosse qualcuno nel mondo destinato a lui.
Ma poi quel nome era arrivato ed aveva incrinato tutte le certezze che Shōto si era costruito nel corso degli anni, fino a che non si erano frantumate definitivamente quel pomeriggio insieme alle sue costole sotto i calci del padre.

𝖥𝗂𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗅𝗈𝗍𝗈 [𝖳𝗈𝖽𝗈𝖣𝖾𝗄𝗎/𝖣𝖾𝗄𝗎𝖳𝗈𝖽𝗈]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora