Quei gradini di cemento non erano mai stati così scomodi come in quel momento.
Shōto faceva davvero una gran fatica a rimanervi seduto mentre Izuku al suo fianco mordicchiava controvoglia la sua merenda.
Izuku, dal suo canto, non era mai stato così silenzioso, e di certo non aveva mai lasciato che tra loro si creasse un silenzio così pesante e difficile da sopportare."Non hai fame?" - chiese Shōto, più che altro per spezzare quel silenzio opprimente. Izuku sospirò e spostò lo sguardo dalla sua merenda a Shōto.
"Hai detto che avremmo parlato..." - disse Izuku voltandosi completamente verso di lui con uno sguardo preoccupato.
"Si, ma non c'è fretta. Finisci di mangiare..." - rispose il ragazzo distogliendo lo sguardo.
No, non c'era alcuna fretta, Shōto non aveva alcuna voglia di affrontare l'argomento e soprattutto non aveva alcuna idea di come dire ad Izuku che dopo essersi finalmente avvicinati ed aver trovato una sorta di equilibrio, dovevano tornare ad ignorarsi.
Avrebbe preferito passare il resto della ricreazione in silenzio piuttosto che aprir bocca ed affrontare l'argomento per vedere la reazione di Izuku."Quando le persone dicono 'dobbiamo parlare' è sempre qualcosa di brutto...cosa devi dirmi? Cosa è successo con tuo padre?" - chiese Izuku poggiando la sua merenda di fianco a lui sullo scalino; segno evidente che sarebbe finita nella spazzatura.
"Ha capito..." - disse Shōto portando la mano destra intorno al polso sinistro, e quel gesto fu abbastanza perchè Izuku non chiedesse cosa quelle parole significassero.
"Ti ha picchiato?" - chiese invece.
Shōto rimase in silenzio per qualche secondo con un sorriso amaro in volto e lo sguardo fisso sulle proprie mani. La trovava una domanda stupida, di quelle dalla risposta ovvia; cosa si aspettava sarebbe successo Izuku? Che ne avrebbero parlato civilmente? Che suo padre avrebbe magicamente smesso di essere un abusatore omofobo? No, uno scenario del genere era impossibile, l'unico scenario possibile era quello in cui Shōto si ritrovava coperto di lividi ancora una volta. Per come la vedeva Shōto, era un miracolo che fosse ancora vivo. O forse era una condanna.
"Mi ha detto di non parlarti più..." - sussurrò Shōto andando dritto al punto. Forse era meglio così, senza inutili giri di parole per addolcire una pillola troppo amata da mandar giù.
"Tutto qui?" - chiese Izuku, ed al più piccolo sembrò che il ragazzo fosse genuinamente confuso, forse anche un po' divertito.
"Ti sembra poco?" - chiese Shōto torturandosi le dita nervosamente.
"Beh, si. Non capisco quale sia il problema...Lui non è qui, quindi possiamo fare quello che vogliamo...Perché dovremmo smettere di parlarci se non può vederci?" - chiese Izuku allungando la mano per poggiarla su quelle di Shōto nel tentativo di evitare che si facesse male.
Shōto sospirò: doveva aspettarsi che Izuku non capisse, non aveva idea di cosa fosse capace suo padre; lui d'altro canto era certo che se non avesse ubbidito, suo padre sarebbe venuto a saperlo e più che lui, sarebbe stato Izuku a farne le spese.
"Perchè non voglio che lui ti faccia male..." - sussurrò il ragazzo scrollandosi la mano di Izuku di dosso e incrociando le braccia al petto in una sorta di abbaraccio avvicinando il busto alle ginocchia.
"Che mi faccia male? Ma di cosa parli?" - chiese il più grande visibilmente confuso.
"Ha detto che se non lo faccio, si libererà lui di te..." - mormorò Shōto con un filo di voce incrociando lo sguardo del più grande.
Izuku rimase a fissarlo in silenzio a lungo, e nonostante avesse abbassato lo sguardo sulle sue converse azzurre, Shōto poteva sentire gli occhi del ragazzo su di lui.
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𝖥𝗂𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗅𝗈𝗍𝗈 [𝖳𝗈𝖽𝗈𝖣𝖾𝗄𝗎/𝖣𝖾𝗄𝗎𝖳𝗈𝖽𝗈]
Fanfiction"Ti avessi incontrato in altre mille vite, ti avrei scelto ogni volta. Non conta il dolore che ne è seguito, conta che anche solo un giorno di quelli che abbiamo avuto ha fatto di quel momento 'il ne vale la pena' " Un nome appare sul tuo polso per...