Capitolo 19

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Erano passati almeno un paio di giorni.
Shōto non ne era particolarmente convinto, incapace di rimanere sveglio a lungo tra gli effetti residui dell'anestesia e gli antidolorifici che continuavano a somministrargli; la stanchezza e la probabile ennesima commozione cerebrale facevano il resto.
Era stata Fuyumi a dirglielo, così come gli aveva detto che avevano dovuto sedarlo per poterlo visitare perché Shōto aveva continuato ad urlare e dimenarsi come un pazzo, cosa di cui ovviamente lui non aveva alcun ricordo.
A confermagli lo scorrere del tempo era stata la data sullo schermo del telefono di Fuyumi che teneva nella mano destra.

Shōto aveva esitato a lungo, limitandosi a fissare lo schermo del telefono prima di decidersi a inviare un breve messaggio a Izuku, stupendosi persino di ricordarsi il suo numero di cellulare quando la sua testa sembrava ad un passo dall'esplodere.

'Sto bene, non preoccuparti. -Shoto' - si era infine deciso a scrivere, immaginando che Izuku fosse già nel panico più totale e con la speranza che quelle poche parole fossero sufficienti a calmarlo quanto bastava per evitare che il ragazzo facesse qualcosa di stupido come presentarsi a casa sua e affrontare suo padre. Solo l'idea gli metteva i brividi.

Non aveva idea di cosa Fuyumi e Natsuo avessero raccontato ai medici, ma il fatto che suo padre non fosse ancora lì e che la polizia non si fosse ancora presentata, non lasciava molto spazio a dubbi: chiunque si stesse occupando di lui in quel momento era certamente un amico del fratello, e gli stava facendo un enorme favore.

Non erano passati più di 2 minuti da quando aveva premuto invia ed aveva poggiato il cellulare sul comodino, che questo aveva iniziato a vibrare insistentemente avvisandolo della chiamata in arrivò. Shōto aveva riconosciuto il numero sullo schermo ma aveva esitato per qualche secondo, incerto su cosa avrebbe potuto dire e soprattutto non sicuro che sarebbe effettivamente riuscito a parlargli.

"Cosa è successo?!" - chiese Izuku dall'altra parte del telefono senza lasciare a Shōto nemmeno il tempo di dire una parola.

"Sono solo un paio di lividi..." - decise di mentite Shōto.
Izuku non aveva bisogno di preoccuparsi ulteriormente, infondo, almeno fisicamente, adesso stava bene tutto sommato. E molto probabilmente era tutto merito degli antidolorifici che gli impedivano di sentire dolore e di qualsiasi altra cosa gli stessero iniettando che sembrava annebbiargli la mente quanto bastava per non pensare a quei minuti, ma Izuku non aveva bisogno di saperlo, Izuku non doveva sapere.

"Allora perché non sei venuto a scuola?" - chiese Izuku.

"Tu non dovresti essere in classe?" - chiese Shōto a sua volta, ignorando la domanda del più grande e cercando disperatamente di cambiare discorso.

"Non sono andato a scuola oggi." - mormorò Izuku dopo qualche secondo di esitazione.

"Stai male?" - chiese Shōto accigliandosi.

"No, dovevo solo fare una cosa..." - disse Izuku dopo una pausa piuttosto lunga a cui Shōto cercò di non dare troppo peso.

"Oh...puoi dire ai professori che sono malato? Non potrò venire a scuola per un po'..." - disse Shōto con un sospiro mentre cercava di trovare una posizione leggermente più comoda sul letto.

"Non è solo qualche livido vero? Cosa è successo?" - chiese Izuku dall'altro lato del telefono e Shōto avrebbe potuto giurare che Izuku fosse ad un passo dal piangere. Poteva quasi immaginarselo mentre camminava avanti e indietro mangiandosi nervosamente le unghie con gli occhi lucidi.
"Ti prego, dimmi la verità per una volta..." - aggiunse con una punta di esitazione nella voce.

Shōto ci pensò su per qualche secondo prima di sospirare e decidersi a rispondere.

"Sono in ospedale..." - sussurrò appena e pentendosene nell'istante stesso in cui quelle parole uscirono dalle sue labbra.

𝖥𝗂𝗈𝗋𝖾 𝖽𝗂 𝗅𝗈𝗍𝗈 [𝖳𝗈𝖽𝗈𝖣𝖾𝗄𝗎/𝖣𝖾𝗄𝗎𝖳𝗈𝖽𝗈]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora