21-Italy, day 2

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JANE
La sveglia continuava a suonare ritmicamente ogni cinque minuti da almeno un quarto d'ora. Non sapevo il motivo per il quale non mi ero ancora alzata, ma di certo non era per colpa del sonno o del freddo che avrei potuto sentire una volta alzata dal letto e dalla stretta di Louis.

Diciamo che il petto nudo del ragazzo alla mia sinistra non mi aiutava a voler uscire dal letto, soprattutto perché quel ragazzo stava ancora dormendo profondamente e che, probabilmente, stava facendo qualche sogno dal quale non sarebbe voluto essere svegliato.

Avevo spento la sveglia almeno tre volte da quando l'ho sentita la prima volta, ma non avevo intenzione di spegnerla.

Probabilmente volevo vedere quando si sarebbe svegliato Louis, se subito o dopo qualche minuto.

Alla quarta volta mi girai e sentii la stretta del ragazzo farsi più forte, mugolando qualcosa di incomprensibile contro il mio collo.

"Se non vuoi alzarti spegnila e rimettiti a dormire. Stavo facendo un sogno stupendo e mi hai svegliato sul più bello." sussurra il ragazzo dagli occhi azzurri con voce roca e impastata dal sonno.

"Quindi sei sveglio!?" domando, ma sembrava più un'affermazione che una domanda.

"Già e ho anche riprovato ad addormentarmi, ma la tua sveglia continuava a suonare almeno ogni cinque minuti." dice per tornare dalla sua parte del letto che stavamo condividendo. "Perciò, ora che sono sveglio del tutto, mi daresti che ora è?" chiede.

"Sono le 9 e ventidue." lo informo, sapendo che la sveglia era stata impostata alle 9 ed aveva suonato per quattro volte, ma erano passati due minuti.

"Bene. Ti do massimo un quarto d'ora per prepararti, così andiamo a fare colazione in un bar in centro e poi andiamo a fare tutti i giri di qualsiasi museo che tu voglia." dice dandomi una pacca sul sedere, dopo che mi ero messa abbracciata a lui, incoraggiandomi ad alzarmi dal letto.

"Uff... Va bene. Vado a cambiarmi." dico e mi alzo andando in bagno.

Mi sciacquo il viso per svegliarmi.

Indosso un jeans nero con un maglioncino bianco, sperando che possa tenermi al caldo.

Il mio solito filo di mascara e lascio i capelli sciolti dopo averli pettinati.

Esco dal bagno trovando Louis con dei jeans neri e una felpa rossa della Fila.

"Sono pronta."

"Uh, finalmente posso andare in bagno." dice andando in bagno.

"Non è colpa mia se mi hai fatto andare per prima!" gli urlo fuori dal bagno.

"Infatti non lo farò mai più!" risponde e dopo poco esce dal bagno.

"Bene direi che possiamo andare."

"Direi anche io." affermo prendendo i cappotti e uscendo dalla stanza.

Ci dirigiamo in centro e troviamo un bar in Piazza San Carlo dove al centro della piazza c'è un enorme albero di Natale fatto di metallo e da quel che ricordo alla sera dovrebbe accendersi mostrando le varie forme geometriche che ricopre l'albero fino alla punta.

La nostra colazione consiste in un cappuccino e una brioche al cioccolato.

-

"Sono seria!" dico dando un colpo giocoso sul braccio di Louis.

"Non ci posso credere! Eri un terremoto da piccola?" chiede ancora ridendo.

"Un terremoto? Peggio."

"Non vorrei essere uno dei tuoi genitori!" dice tra le risate. Piccolo colpo al cuore.

Per quanto non mi importasse di mio padre e per quanto ero felice così, mi faceva male pensare che da quando era nata Maddie che mio padre se n'era andato di casa, lasciando me e coloro che chiamo famiglia... da sole.

management~lwtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora