"𝐷𝑒𝑢𝑠 𝘩𝑜𝑚𝑖𝑛𝑒𝑠 𝑜𝑑𝑖𝑡."
𝐷𝑖𝑜 𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖, non accoglie le loro anime al suo fianco, non li perdona dello sporco di cui sono macchiati, ma li condanna all'angolo dei peccatori.
Dio non ascolta le preghiere degli uomini...
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"Incapace di percepire la tua forma, ti trovo ovunque intorno a me. La tua presenza mi riempie gli occhi con il tuo amore. Il mio cuore si fa piccolo, perché tu sei ovunque." -La Forma dell'Acqua
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Dopo aver superato tutti i limiti di velocità e aver quasi investito un bambino, fermo la moto nel parcheggio della scuola e prendo subito il telefono per chiamare mia sorella.
Dopo un paio di squilli risponde, ma la prima cosa che sento sono solo delle risate. ~Iris? Pronto?~ ~Hei sorellona, pensavo non venissi più.~ ~Sto fuori al parcheggio, tu dove sei?~ ~Ti vedo, sono dal lato opposto del parcheggio, ho il braccio alzato.~ Mi giro con tutta la buona intenzione di vedere quel tappo di mia sorella in mezzo a tutte queste persone, e la vedo, ma vedo anche i tre nani vicino a lei, poi un urlo mi costringe ad allontanare il telefono dall'orecchio per paura di perdere l'udito. ~Cos'hai combinato alla faccia?!!~ continua a tenere il telefono vicino all'orecchio, ma malgrado le distanze riesco a sentirla anche senza il telefono. Adesso tutto i ragazzi presenti nel parcheggio si girano nella sua direzione, e vedendo la direzione del suo sguardo, prendono a fissare me. E posso tranquillamente dedurre dalle loro espressioni che non si parlerà di altro per giorni. Chi prende a bisbigliare, chi continua a fissarmi allibito e chi addirittura prende a fare fotografie.
Sono costretta ad abbassare la testa, apprezzando di più la visione del sellino della moto, piuttosto che tutti quegli occhi su di me, anche se sono sicura di essere diventata il nuovo scoop scolastico per il prossimo mese.
~Ma quella è la ragazza nuova?~ ~È successo qualcosa qui a scuola?~ ~No, oggi non l'ho vista nei corridoi.~ ~Ma siamo sicuri sia una lei?~ Mi sembra di essere tornata a 10 anni fa. Quando non venivo accolta tra i bambini come una di loro ma come una strana.
~Ascoltami bene Iris, se non muovi il culo e vieni qui con le tue gambe te lo farò rimpiangere.~ detto questo, attacco la chiamata, rimettendomi il casco e accendendo la moto. Non passa molto prima che sento la moto abbassarsi, segno che sia seduta dietro. ~Potevi anche non urlare. Si sono girati tutti.~ Esco fuori dall'aria scolastica e sfreccio tra le poche macchine di quella zona, in direzione del minimarket vicino casa per comprare quello che serve per stasera. In pochi minuti arriviamo, accosto sul retro del negozio e scendo senza aspettarla, incominciando ad entrare dentro al negozio. Le porte automatiche si aprono, e subito il fresco dei condizionatori mi procura sollievo. Afferro il piccolo cestino con lentezza, perché anche se il gesto dettato dalla rabbia di prima, non mi va di lasciarla indietro, e appena sono sicura che stia per entrare anche lei, mi avvio lentamente verso il reparto alimentari. Camminiamo entrambe nel silenzio, io che cerco di sbollire la rabbia, lei che sa, che una parola detta male, potrebbe farmi incazzare ancora di più.
Dopo aver quasi riempito completamente il piccolo cestino, sbuffo, mettendo una mano nelle tasche dei pantaloni, alla ricerca di una moneta, e una volta trovata mi volto per dargliela. ~Vai a prendere un carrello, non ci entra niente qui dentro.~ cerco di non guardarla, conoscendola, avrà una faccia da cane bastonato solo per farmi tenerezza. ~Mi dispiace Ruby, non volevo. È che mi sono spaventata.~ la sua voce è strozzata. Mi giro di scatto e la ritrovo con i suoi magnifici occhioni ricolmi di lacrime, in procinto di cadere. A quella vista la rabbia superficiale scopare subito, poso il cestino a terra e subito mi accovaccio sulle ginocchia per ritrovarmi alla sua altezza, proprio come si fa con i bambini, e le prendo il piccolo viso tra le mani, strofinando i pollici sulle sue morbide guance. ~Hei, hei, non ti devi preoccupare per me, sto bene. So badare a me.- continuo a sfiorarla lentamente, provando ad accennare ad un sorriso affettuoso -Sono riuscita a cavarmela per quasi 4 anni, non è niente.~ ~Che cosa hai fatto?~ Sospiro, consapevo di non poter rispondere a quella domanda. ~Non te lo posso dire fiorellino...~ sussurro, abbassando lo sguardo consapevole di quanto stia peggiorando la situazione. ~Allora promettimi che non ti succederà nulla di cui mi dovrò preoccupare.- è arrabbiata, si stente dalla voce -Ruby, guardami negli occhi e promettimelo.~ Mi ha messo all'angolo, così alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi che in questo momento cacciano fiamme ardenti.