Three

733 31 0
                                        

"Segui il tracciato dell'inchiostro, il corpo è come una pagina, ti tatui sulla pelle ma tu senti male all'anima

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Segui il tracciato dell'inchiostro, il corpo è come una pagina, ti tatui sulla pelle ma tu senti male all'anima."
-Dydo

►◄

Sono passate già due ore scolastiche.

Mi dirigo verso la classe della terza ora, dovrebbe essere l'ora di storia.
Varco la porta e mi siedo al secondo banco dal lato della finestra.
Posto poco noto all'occhio di qualsiasi professore, e comodo per me che, annoiata da tutti questi argomenti che sto rifacendo ancora una volta, mi posso distrarre guardando ciò che accade all'esterno.
Con "argomenti che sto rifacendo" s'intende il mio anno mai terminato, e gli anni persi nel carcere minorile.

Aspetto, con la testa poggiata sul mio zaino, l'arrivo dell'insegnante, che come se mi avesse letto nella mente, entra nell'aula, chiudendosi la porta alle spalle, ed annunciando un sonoro "buongiorno" ai mocciosi in classe, che prontamente salutano.

Con timore l'insegnante comincia il suo discorso, ~Oggi abbiamo una nuova compagna, Signorina Woods vorreb-
~No.~ secco, coinciso.
Stroncata sul nascere come gli insegnanti delle due lezioni precedenti.
E anche lei, come gli altri, si chiude nel suo mutismo, impotente davanti al mio verdetto,
perché lei sa,
come sapevano anche gli altri, chi sono e cosa "sono stata capace di fare".
Hanno tutti paura, di un mio scatto di rabbia, di una mia imminente perdita di pazienza.
Hanno paura che gli faccia del male, perché io mi distinguo dagli altri proprio per questo.
Perché nelle loro testoline, se sono stata capace di uccidere una volta, lo posso fare una seconda, e una terza, e una quarta... fin quando non mi stancherò.
E su una cosa fanno bene ad avere paura, i miei imminenti scatti d'ira sono davvero pericolosi, per chiunque mi stia intorno e anche per me stessa.

Dopo qualche altro secondo di silenzio la lezione incomincia, così come la contemplazione del paesaggio fuori la finestra e il fiume di pensieri che continua a fracassarmi i neuroni.

∆~∆~∆~∆~∆~

Mi sto dirigendo verso la mensa.
Con una mano tengo la cartina che copre la mia visuale, mentre con l'altra mando un messaggio ad Iris per sapere se anche lei, come me, si sta dirigendo verso la mensa per appostarci nel cortile.
O almeno queste erano le mie intenzioni fino a quando la mia organizzazione mentale non viene interrotta da una vocina timida.
~Hey~

Ignora Ruby, ignora.

Continuo a proseguire per la mia strada,
~Hey, aspetta!~
Cazzo come sono insistenti in questa scuola.

Accelero il passo e,
BOOM!

Il mio busto si scontra violentemente contro qualcosa, o meglio dire in questo caso, qualcuno, che si scaraventa a terra provocando un rumore sordo.
Il corridoio si riempie di risate, e fortunatamente anche di ragazzi che si precipitano ad aiutare il malcapitato che ho quasi investito.

Sospiri dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora