Twenty-One

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L'unico atto sessuale contro natura è quello che non è possibile eseguire

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L'unico atto sessuale contro natura è quello che non è possibile eseguire.
-Alfred Kinsey

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Tra i due tessuti colorati di un tenue violetto, mi ostentavo a osservare la rabbia con la quale la pioggia si riversava al suolo.

Il vento che piegava il legno degli alberi, la pioggia che appesantiva le poche foglie rimaste, tutto di quel temporale rendeva la natura partecipe di una danza che aveva come melodia gli sbuffi di vento che s'insinuavano tra le tegole logore dei tetti.

Avevo, da quando ne ho ricordo, adorato la pioggia con tutta me stessa.
Ma quello che la rendeva immensamente stupenda era quando, ad accompagnarla, vi erano i ruggiti delle onde dell'oceano.
Se c'era davvero qualcosa che amavo di più in assoluto, con anima, cuore e corpo, era il mare, quella distesa infinita di acqua dal sapore salato che si perdeva all'orizzonte nella sua sconfinatezza, divenendo un tutt'uno con il cielo.
Amavo quella lastra d'acqua che mutava sempre: rifletteva il colore del cielo, passando dal blu, al celeste e al grigio, si dimenava in spettacoli fatti di onde e spuma, pavoneggiando la sua potenza e la sua maestosità, ricadendo, il giorno dopo, in un sonno fatto di lenti movimenti carezzevoli e acquietanti.

Ma non perdeva mai l'essenza del suo essere, l'instancabilità di un guerriero, la forza che madre natura le aveva donato, eppure si limitava ad apparire innocua tramite l'inganno della sua bellezza, facendoti rimanere con il fiato sospeso e gli occhi illuminati dalla sua magnificenza fatta d'illusioni, ricolmi di sentimenti contrastanti e macchiati da brividi incontrollati che solo il timore nascosto dietro all'ammirazione poteva creare.

Il vento sul viso, la salsedine nell'aria e la quiete di un posto che per me, era casa.

Ovunque lui fosse, io mi sentivo a casa.
Qualunque forma lui avesse, io mi sentivo a casa.
Con lui, io ero a casa.

~Vi ho portato un po' di latte e biscotti.~ la voce maschile alle mie spalle mi fa tornare tra le quattro mura in cui sono rinchiusa.
L'uomo sulla quarantina si palesa sullo stipite della porta con un vassoio straripante di biscotti, latte e thé, e un sorriso che sa di calore paterno.
~Papà, dai... non ho più otto anni.~ arriccia le labbra e anche da qui riesco a vedere il leggero rossore che le imporpora le guance piene.
~Quando te li preparo a colazione non ti lamenti mai.~ la incalza con un mezzo sorriso, mostrando un impressionante somiglianza nei tratti del volto.
Subito corre verso la porta e strappa il vassoio dalle mani del padre, rischiando di far cadere tutto su di lei, e chiude la porta con un calcio, lasciando il padre nel corridoio in preda ad una risata di scherno.

Rosalynn vive con il padre in una piccolo appartamento di fronte al luna park di provincia, un piccolo ma accogliente posto, poche stanze ma con una disposizione di arredamento che ti fa sembrare la casa più grande di com'è realmente.
Stile e pareti di colore diverso per ogni stanza, tanto accogliente e familiare da non farti sentire a disagio o fuori luogo, nemmeno a  una persona come me, se si sente fuori luogo anche a casa sua.

Sospiri dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora