"𝐷𝑒𝑢𝑠 𝘩𝑜𝑚𝑖𝑛𝑒𝑠 𝑜𝑑𝑖𝑡."
𝐷𝑖𝑜 𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖, non accoglie le loro anime al suo fianco, non li perdona dello sporco di cui sono macchiati, ma li condanna all'angolo dei peccatori.
Dio non ascolta le preghiere degli uomini...
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"Tutti a dire della violenza del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono." -BertoltBrecht
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"Stasera hai un incontro alle 11."
Queste sono state le uniche parole che mi ha rivolto quel vecchio scorbutico di Jack. E ora sono qui, nello stanzino lercio del locale, a sistemarmi le fasciature sulle mani e sperare che non sia un bestione esperto che mi mandi K.O. all'istante. Non posso permettermi di disonorare il suo nome, lei era la regina indiscussa di quel ring, e dovrò dimostrare di saper portare con dignità il suo stesso cognome, il suo stesso sangue.
Sono immersa nel mio mondo di autocommiserazione, quando la porticina cadente e arrugginita dello stanzino si spalanca, mostrando la figura del vecchio, avvolta da una camicia leggermente sgualcita che lascia intravedere gli aloni di sudore sotto le braccia, e da un paio di pantaloni di qualche taglia più piccoli. Si richiude la porta alle spalle e si avvicina con passo veloce. ~La gente lì fuori non vede l'ora di vedere di che pasta sei fatta, non appena hanno saputo di chi sei sorella il numero di persone lì dentro è aumentato tantissimo, e hanno fatto bene a venire, stasera non mi deluderai.~ ~Grazie davvero, sei di aiuto.~ gli ringhio contro, ormai presa totalmente dal panico. ~Ma dai, non dirmi che hai paura?~ ~Mai.~ rispondo fermamente. ~Fai bene, non c'è nemmeno nulla da temere, è un'altra ragazza, alle prime armi ma comunque qualcosa lo sa fare, almeno è quello che mi hanno detto. È veloce, ma tu sii più veloce di lei.~ Mi regala una pacca sulla spalla e un sorriso che è tutto tranne che incoraggiante. Ma sull'uscio della porta si ferma, incollando i suoi piedi al pavimento di legno e guardandomi da sopra alla spalla con un aria seria.
~Quasi dimenticavo...- le sue labbra si estendono in un sorriso cattivo, accentuando le rughe sul suo volto -Colpisci forte.~ Detto questo, prima di chiudere la porta, per un istante alle orecchie mi giungono gli schiamazzi provenienti dalla sala in cui dovrò entrare a breve, prima di essere avvolta dal più totale silenzio.
Silenzio, che viene sostituito dall'incessante fracasso dei miei pensieri e dei miei battiti, che ora rimbombano nelle orecchie fino a stordirmi.
Sta calma Ruby. Andrà tutto bene, devi solo rimanere concentrata.
Mi alzo, incamminandomi verso la porticina, sentendo il mio battito accelerare ulteriormente, facendomi venire il dubbio di un imminente infarto.
Sta calma Ruby. L'ansia è solo una brutta parola, non esiste.
Mentre cammino nel lungo corridoio, sento solo il mio respiro che si fa sempre più affannoso, mentre il resto degli acclami mi giunge alle orecchie solo come rumore di sottofondo.