Capitolo 19

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Beatrice

Con gli occhiali da sole specchiati la camicia bianca sbottonata Samuel guidava la sua Mercedes come un pirata della strada e come se non bastasse il volume della musica era così alto che non riuscivo a sentire i miei stessi pensieri. Sembrava un adolescente in piena crisi.

" Vuoi abbassare quel volume!?"

" Cosa?!"

" ABBASSA IL VOLUME SAM!" vedere quel fantastico zero nello schermo dell'auto mi fece sospirare di sollievo.

" Sia lodato il dio dei timpani"

" sei una guastafeste Bi" mi imbronciai e misi le mani ai fianchi

" e tu in piena pubertà!" lui ridacchiò

" Se fossi davvero in piena pubertà non sarei riuscito a fare tutte quelle cose stanotte..." arrossii di colpo e lo guardai male.

Per mia fortuna trovammo parcheggio davanti l'ingresso dell'edificio e la conversazione imbarazzante si chiuse lesta.

Sam mi condusse sino all'ascensore con la sua mano poggiata sul fondo della schiena mentre l'altra era impegnata con il telefono.

Quando le porte si aprirono fummo travolti da un turbinio di persone che spostavano mobili.

Guardai stranita Sam che invece non ne era per nulla sorpreso

" Mi spieghi cosa sta succedendo qui?" lui alzò le spalle in modo innocente

" Stiamo ristrutturando" riflettei sulle sue parole

" perché lo stai facendo? Non ha alcun senso"

" Non tutto deve avere un senso tesoro, volevo solo uno stile nuovo intorno" lo guardai a bocca aperta. Con quell'uomo ogni minuto riservava una sorpresa.

" Beh devo ammettere che ne sono felice, odiavo davvero quello stile kitsch quindi ti lascio a dirigere i cambiamenti mentre io vado a fare quel che mi riesce meglio"

" che sarebbe esattamente?"

" il tuo lavoro ovviamente!"

" attenta Beatrice, dovresti stare al tuo posto. Ho sentito che il capo è piuttosto intransigente su questo" io sfoggiai il mio sorriso malizioso

" detto tra noi tesoro, il capo è un vero demone" lo sussurrai come non volessi farlo sentire a nessuno.

"credo che ti piaccia il demone sotto le lenzuola..." alzai gli occhi al cielo ma questa volta lui non avrebbe avuto l'ultima parola

" Mmmh non saprei direi che è ... sufficiente " lui sgranò gli occhi e io ne approfittai per sfuggire dalle sue grinfie

" Beatrice Mancini!"

" è stato un piacere Boss!" feci il saluto da militare e mi diressi a passo svelto alla mia scrivania.

Mi stravaccai sulla sedia girevole ancora sorridente e per una volta credetti davvero di essere felice. Dal momento in cui raccontai a Sam dei miei drammi la situazione sembrava piacevolmente quieta. Avevo fissato un altro appuntamento con la dottoressa Rosa e avevo intenzione di continuare a vederla finché non mi fossi sentita davvero al sicuro con me stessa. Confidai a Stefano i miei sentimenti per Samuel e come credevo, anche lui mi consigliò di non rivelare nulla per il momento. In fin dei conti il mio demone ed io cominciavamo solo in quei giorni ad avere una relazione normale.

Una chiamata interruppe il mio flusso di pensieri.

" De Luca editori, buongiorno " All'altro capo del telefono vi stava un autore che con una voce rauca mi chiese se avesse la possibilità di incontrare Samuel.

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