Epilogo

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 Beatrice

Posai i fiori accanto alla lapide e mandai un bacio all'uomo che mi guardava sorridente dalla foto.

" Mamma ma secondo te è in cielo?" guardai mia figlia da sotto gli occhiali scuri e le sorrisi stringendole la manina.

" lo è di sicuro e ci protegge da lassù" indicai il cielo con il dito

" Ma come fa a proteggerci dal cielo?"

" perché le persone in cielo ascoltano le nostre preghiere e ci aiutano quando ne abbiamo bisogno" Elisa mi guardava ancora dubbiosa

" quindi sono supereroi?" sorrisi e le scarmigliai i capelli

" una cosa del genere"

" Angelo, sarebbe meglio andare prima che scoppi un temporale" sentii il tuono presagio di tempesta e annuii. Mi chinai sulla lapide e accarezzai la foto impolverata.

" ti voglio bene papà" mi sollevai e raggiunsi l'auto scura. Sistemai i miei figli sui sedili posteriori e partimmo.

" va tutto bene angelo?" Samuel pose la sua mano sul ginocchio e mi scrollai di dosso la tristezza

" Sono solo un po'scossa, non venivo qui da molto tempo"

" perché non sei più venuta?" distolsi lo sguardo e mi posi la stessa domanda

" credo che non mi sentissi forte abbastanza per farlo. Ho sempre camminato sul filo del rasoio e pensavo che vederlo potesse far ritornare il dolore" la sincerità delle mie parole spiazzò anche me

" Adesso ti senti forte abbastanza quindi?"

" Sì, lo sono" posai la mano sulla sua e la strinsi.

Il tragitto fino a casa di Nico fu silenzioso tranne per i gorgoglii di Matteo che giocava con sua sorella felice.

Quella sera dopo aver messo a letto i bambini decisi di raggiungere Samuel e godermi la sua compagnia. Al piano di sotto sembrava tutto così silenzioso e strano che me ne preoccupai.

"Sam? Dove sei?"

"Sono qui angelo" seguii la sua voce e quando giunsi in soggiorno lo trovai ad attendermi con una bottiglia di champagne. La stanza era illuminata da poche candele che profumavano l'aria e sul tavolino basso dinnanzi al divano giaceva il mio libro. Ci avevo sperato per anni e finalmente tutti gli sforzi avevano dato frutto. Anche se non avessi avuto successo non avrei mollato, ci avrei riprovato fino a quando

le forze mi avrebbero abbandonato. Lessi il biglietto accanto al libro e mi emozionai ancor di più.

Alla donna che ha realizzato il suo più grande sogno.

Lo guardai con malizia e presi il bicchiere di champagne che mi porse.

" Festeggiamo" lui alzò il bicchiere e lo assecondai facendoli scontrare.

" ma non abbiamo appena finito di farlo in casa di tuo fratello?"

" lo abbiamo fatto a modo loro, ma non a modo nostro" lui mi strinse a se e mi guardò negli occhi.

" sono così orgoglioso del tuo successo" sorrisi

" se non fosse stato per te non avrei scritto nemmeno una pagina di quel romanzo"

" in effetti l'unica personalità interessante tra quelle pagine sono io" gli diedi un colpetto sulla spalla per la sua arroganza, poi lo trascinai sul divano con me baciando le sue labbra con ardore. Il suo corpo prese vita in un baleno e mi sovrastò assumendo il controllo. Le nostre bocche si mossero all'unisono per un tempo infinito, la passione divenne dolcezza e la dolcezza amore. Quando ci staccammo ansanti lui mi strinse e io posai il capo sul suo petto esausta e accaldata; ormai era agosto inoltrato e il caldo era asfissiante. Chiusi gli occhi e mi persi tra i pensieri.

" mi dici perché stai ridendo?" vidi il volto del mio demone corrucciato e stranito cosa che fece acuire le mie risa.

" sto solo pensando alla tua faccia quando hai letto il mio libro" lui fece una smorfia

" mi hai detto che fosse un manoscritto da correggere e che il cliente volesse un mio specifico parere" annuii soddisfatta del mio inganno. Non volevo che lui lo valutasse influenzato dal fatto che fosse mio, anche se a dirla tutta lo avrebbe scoperto dopo solo due pagine.

" volevo un tuo parere sincero"

" ti ho detto che il titolo era ridicolo per la miseria!"

" mi hai detto testuali parole: quale matto può intitolare il suo libro <<Una Divina Tragedia>>?"

Cercai di imitare la sua voce burbera e mi guadagnai una pacca sul sedere per quell'insolenza

" hai gioito a sufficienza per i tuoi scherzetti Bi " continuai a ridacchiare e a bearmi del corpo del mio demone al mio fianco. Solo dopo qualche minuto di silenzio lui riprese la parola.

" sei stanca?" annuii e mi strinsi più al suo corpo cercando una posizione comoda su quel divano troppo piccolo per accogliersi entrambi.

" Matteo è molto esigente" lui ridacchiò

" credo di sapere da chi ha preso" lo guardai storto

" lui è praticamente la tua fotocopia se ha preso da te anche il carattere mi toccherà fuggire e cambiare identità prima che sia troppo tardi"

" sei un terribile donna Bi"

" e tu hai creato un mini demone a tua immagine e somiglianza quindi credo che siamo pari" gli feci l'occhiolino e risi.

" Ci pensi mai a quello che è successo?" ingoiai il magone

" quasi costantemente" nonostante quell'incubo ci perseguitasse ancora non ne avevamo mai parlato apertamente. Il colpo che Gabriel gli aveva inferto era stato quasi mortale ma Samuel era sopravvissuto mentre il primo morì sul colpo a causa di Max.

" Cosa avresti fatto se fossi morto?" voleva sapere se fossi stata in grado di sopravvivere? La sua richiesta sul quell'asfalto freddo era stata di vivere per lui.

" Avrei vissuto Sam, sarei stata una madre come lo sono oggi e avrei fatto ogni cosa in mio potere per renderli felici... ma il mio cuore lo avresti portato via con te" lui mi strinse e mi baciò dolcemente esprimendo tutta la gratitudine che provava.

" Vieni con me" presi la mano e lo seguii verso la porta finestra che dava sul giardino.

" Mi dici dove stiamo andando?" lo fermai prima che potesse oltrepassare la soglia.

" In purgatorio Beatrice" rimasi attonita sotto il suo sguardo ma poi vidi il cielo e capii cosa significasse. Presi la sua mano e la strinsi, avevamo attraversato le intemperie dei nove cerchi dell'inferno passando dai lussuriosi ai golosi fino ad arrivare ai traditori e a lucifero. Il caldo d'estate ci attraeva nel nostro nuovo mondo.

E quindi uscimmo a rivedere le stelle.

Note:  

E quindi uscimmo a riveder le stelle (Inferno XXXIV, 139), è l'ultimo verso dell' della di . Dopo aver faticosamente attraversato la natural burella che collega l'Inferno alla spiaggia dell', e alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell'altro emisfero: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti

 

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