Capitolo 27

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Beatrice

il mattino seguente dopo aver lasciato il letto ancora caldo dei nostri corpi decidemmo di affrontare la realtà. Feci una doccia, indossai una tuta comoda e sistemai i capelli in una coda di cavallo; il mio viso pallido mi costrinse a mettere della cipria e del mascara per completare l'opera.

" Angelo?" Sam mi chiamava da dietro la porta; dato il tempo passato in bagno fu probabile mi avesse dato per dispersa o forse pensava solo che fossi fuggita a gambe levate da lui. Ma io non sarei scappata, non questa volta. La sua sincerità mi ha spiazzato, si era aperto con me come non aveva mai fatto e io non potevo ripagarlo fuggendo come una codarda. Sapevo anche che la merda da digerire era tanta e che nonostante lui non lo ammettesse quelle manie non lo avevano mai abbandonato. Gli scatti d'ira improvvisi, il modo di controllare sua figlia e il fatto che mi avesse messo un energumeno alle calcagna a mia insaputa ne erano la prova. Poggiai le mani sul ripiano del lavabo e sospirai.

Samuel aveva vissuto una guerra, aveva rischiato la vita e visto la morte in faccia e io non ne avevo la minima idea. Avrei parlato con la dottoressa Rosa e lei mi avrebbe di sicuro aiutato a capire come comportarmi con lui. Forse aveva ancora bisogno della terapia o forse sto solo cercando di aiutare un uomo che si è salvato da solo in più occasioni. Presi la testa tra le mani, non capivo più nulla. Un luccichio destò la mia attenzione, era una lama affilata di quella che un uomo usa per la barba. La rigirai tra le mani e mi feci incantare dalla sua forza magnetica. Pensai a come sarebbe stato posarla sul mio braccio, la sensazione del pizzico iniziale che si trasformava in qualcosa di molto più profondo. Il liquido rosso sarebbe zampillato via e la mia anima avrebbe trovato pace...

" Angelo? Sei lì dentro da quasi un ora!" senza fatica Samuel aprì la porta e mi colse in flagrante gettai il rasoio e sfoggiai un sorriso perfetto. I suoi occhi indagatori mi fecero intendere che mi aveva vista contemplare quell'oggetto infernale.

" Beatrice..."

" Va tutto bene Sam, stavo solo cercando di eliminare le mie occhiaie e ci ho messo più del previsto" lo sapevamo entrambi che era una terribile bugia ma nessuno dei due aveva il coraggio di affrontarlo.

" D'accordo, appena sei pronta di sotto ci aspettano tutti" Mi convinsi che per il momento avrei dovuto affrontare il problema più vicino a me quindi mi feci coraggio.

Il chiacchiericcio si sentiva fin dalle scale, al contrario della sera precedente nessuno urlava ma i loro volti rivelavano una preoccupazione maggiore.

" Buongiorno, dove sono i bambini?" non vedendo giocattoli in giro o urla per chi dovesse mangiare l'ultimo biscotto pensavo che ancora quei mostriciattoli stessero dormendo.

" Sono mio padre e mia madre in paese" dalle parole del mio demone e dagli occhi tristi capii che il fatto che i suoi genitori non fossero in quel salotto era che non volevano avere niente a che fare con tutto quel casino e se ne avessi avuto scelta lo avrei fatto anche io.

Mi sedetti accanto a Gaia nel divano e presi la tazza di tè che mi offriva.

" Buongiorno a tutti, De Luca" l'energumeno fece il suo ingresso rivolgendoci un buongiorno e un saluto da soldato a Samuel.

" Vorrei dire che sia un piacere rivedere la tua faccia Max ma date le circostanze ne avrei fatto a meno" A quanto pare l'energumeno si chiamava Max e conosceva Nico.

Rettifico, direi che fossero amici data la pacca che si scambiarono.

" Voi vi conoscete?" Max mi guardò attentamente poi mi porse una mano.

" Mi dispiace per tutto quello che è successo signorina Mancini ma dato che adesso non devo più nascondermi mi permetta di presentarmi, mi chiamo Max Las Casas e conosco i De Luca da molti anni ormai" allungai la mano con discrezione

Una Divina TragediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora