Capitolo 14

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Beatrice

" La ringrazio per la sua presenza signorina Emilia, attendiamo con ansia il seguito" un applauso si levò in quella stanza e io sorrisi godendo di quel successo. Dopo quattro ore di viaggio e due di presentazione ero decisamente esausta. Fu quasi un miracolo uscire dalla villa e respirare aria pulita. Non fui a conoscenza del motivo per cui quella mattina la presentazione si tenne in una antica villa piuttosto che in una sala conferenze grigia e amorfa come era consueto. Immersa completamente nel verde passeggiai tra le vie di quell'immenso giardino. Il fruscio dell'acqua fece capolino e mi spinse a correre nella sua direzione fino a giungere ad una splendida fontana in marmo dove si ergeva una donna coperta da un fascio drappeggiato. Sul bordo della fontana un uomo se ne stava tranquillo a leggere.

" Gabriel Puccini" il capo dell'uomo si levò nella mia direzione e non appena si accorse della mia identità sfoggiò un sorriso incantevole.

" Beatrice Mancini" Mi avvicinai a lui e vidi che tra le mani aveva Sogno di una notte di mezza estate. Inarcai un sopracciglio indicando il libro e lui alzò le spalle in modo innocente.

" Non ti facevo un tipo così romantico"

" Bene, vai per la tua strada; ma non ti allontanerai da questo bosco, finché non ti avrò torturato per questa offesa" citò Shakespeare in modo teatrale facendomi ridere. Non conoscevo la letteratura inglese così bene da rispondere per le rime ma diedi ugualmente voce alle parole.

" Credi che possa farmi ricattare da un teatrante da quattro soldi?" la mia ironia lo aizzò a continuare. Il suo corpo si avvicinava al mio sempre di più mentre i suoi occhi fiammeggiavano per la lussuria. Ma il mio cuore non batteva e il mio sangue non ribolliva sotto al suo sguardo. Sentii il suo fiato sul viso e le sue mani percorsero le mie bracca dall'alto al basso.

" Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti" si chinò ma prima che io riuscissi a scostarmi Gabriel finì per terra colpito dall'ira furente di Lucifero in persona. Mi gettai sui due uomini cercando di fermare quel miscuglio di carni mascoline.

Nonostante le intimazioni dei due io non mi scostai e per paura di colpirmi si fermarono.

" Siete diventati matti! Potevate uccidervi accidenti!" Samuel e Gabriel si guardavano come due fiere in gabbia, pronte a sbranarsi non appena ne avessero avuto la possibilità.

" Ti ho detto di stare lontano da lei!" il petto di Samael si alzava e si abbassava furente.

" Cos'è Sam? Non sai tenere a bada la tua nuova fidanzatina?" L'uomo che stava parlando non era il ragazzo dolce che avevo conosciuto, quello che aveva cercato di aiutarmi. Era solo un nauseante bastardo.

I miei pensieri si fermarono quando Samuel stava per scagliarsi nuovamente contro quell'uomo.

" Fermo Sam!"

" Io ti ammazzo hai capito stronzo?!" Gabriel rise amaramente e il suo sguardo tetro mise i brividi

" avanti Sam! Fammi vedere quel che sai fare" pensai fosse matto. Le sue condizioni fisiche non erano equiparabili a quelle di Samuel per non parlare della ferocia che il mio angelo caduto sprigionava da ogni poro.

" Ti prego Sam" cercai i suoi occhi per farlo rinsavire ma fu inutile quando Gabriel uscì il suo asso nella manica.

" Sei solo un povero illuso Sam, lei no ti sceglierà mai volontariamente. Non verrai mai scelto da nessuno. Nemmeno Laura lo ha fatto"

L'urlo tuonò come un messaggio ultraterreno. Gli inferi si risvegliarono tirando fuori ogni demone. Samael assalì il nemico urlando frasi sconnesse.

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