Capitolo 2

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Samuel

Sbattei una mano sul volante maledicendomi, come un povero idiota mi sentii subito in colpa dopo averla insultata nel mio ufficio e per la prima volta in tre anni pensavo di dovermi scusare! Se solo non l'avessi trovata nel bel mezzo di un ménage. Scossi la testa e continuai a guidare cercando di non pensare a quella donna. Quella mattina non avevo un appuntamento con nessun cliente ma avrei dovuto prendere mia figlia e portarla dai miei genitori. Nella grande villa dove viveva la mia orrenda ex moglie mia figlia se ne stava sempre rintanata nella sua stanza a giocare. La mia bambina era convinta che sua madre non l'amasse e per quanto lei avesse ragione cercavo ogni giorno di convincerla del contrario. Mariavittoria era una donna spietata, una modella ancora in carriera che non aveva bisogno di una figlia e se non fosse stato per me forse non ne avrebbe mai avuti. Tirai un sospiro amareggiato e decisi di scendere dall'auto.

" Sam! È sempre un piacere vederti" sorrisi cordiale all'uomo che per qualche anno era stato mio suocero. Fui piacevolmente sorpreso della sua presenza, era l'unico che come me aveva accolto la mia bambina con calore e felicità. Non compresi mai come Alexander Lione potesse aver sposato quel diavolo di donna che non aveva nulla di diverso dalla pazza di figlia che io stesso avevo sposato. L'unica differenza fu quella che io compresi in tempo il mio errore, anche se forse avrei dovuto capirlo prima di mettere al mondo una bambina che soffre la mancanza di una madre. Scossi la testa per cacciare via quei pensieri abominevoli, soffrivo per Elisa ma senza di lei la mia vita sarebbe vuota.

" Anche per me è un piacere Alex" mi diede una pacca sulla spalla e mi condusse verso l'ingresso che era tanto imponente quanto il giardino.

" Come mai sei qui?" Alexander era un direttore di banca in pensione che amava la tranquillità e di certo quella villa non ne era l'emblema. Feste e sfarzi non mancavano mai nei weekend e per quanto la mia ex moglie guadagnasse bene sono convinto che qualche extra lo guadagnasse anche mentre eravamo sposati.

" Sono appena rientrato da New York e ho pensato di fare un salto per vedere mia figlia, speravo che ci fosse anche la piccola Elisa" i suoi occhi si illuminarono e io sorrisi felice.

" Sono contento che tu sia stato qui, di solito Elisa si rifiuta persino ad uscire dalla sua stanza e Mariavittoria non fa che chiamarmi per i capricci della bambina." Sbuffai irritato da quanto spesso quella situazione si fosse verificata.

" Non temere, Elisa è stata un angioletto, e credimi se ti dico che la sua stanza era l'ultima cosa che voleva vedere!" Ridacchiai sereno e decisi che lui sarebbe stato il primo a dover sapere la reale situazione.

" Sto per chiedere l'affidamento esclusivo."

Lui si bloccò e mi osservò serio. Gli attimi di serenità si tramutarono in stizza e poi rassegnazione.

" Non posso darti torto, Mariavittoria non ha mai avuto istinto materno e tu sei la persona migliore per occuparti di lei." Io annuii apprezzando il suo appoggio.

" Spero solo che non mi allontanerai da lei."

" Alex, Elisa non perderà mai i contatti con suo nonno e anche Mariavittoria farà parte della sua vita. Voglio semplicemente che questa storia del tira e molla finisca e che Elisa possa avere una sola casa con la sua stanza e i suoi giochi. Ha bisogno di stabilità."

" Lo capisco..." La nostra conversazione si interruppe quando una piccola peste cominciò a correre verso di me.

" Amore di papà!" La presi facendola volteggiare e mi beai della sua risata dolce e innocente.

" Papi! Lo sai che il nonno mi ha insegnato a sparare? Boom!" Vidi Elisa imitare il gesto dello sparo e io guardai male il suo dolce nonno che non mi aveva rivelato che tipo di giochi avessero fatto in quei giorni.

Una Divina TragediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora