Capitolo 24

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Beatrice

I miei piedi erano gonfi e la mia testa stava per esplodere, non avrei mai pensato che intrattenere una bambina di cinque anni fosse così stressante.

" Bi! Voglio fare un giro! Ti prego! ti prego!" la bambina mi strattonava il braccio facendo l'ennesimo capriccio ma questa volta non l'avrebbe avuta vinta. Mi abbassai al suo livello e le accarezzai il visino imbronciato.

" Tesoro quella giostra l'hai già provata ed è molto tardi, dovremmo tornare a casa e aspettare tua madre" lei scosse la testa ed ebbi paura che stesse per mettersi a piangere.

" non ci vado!" sbattè il piedino a terra e incrociò le braccine al petto in modo irremovibile. Io sbuffai e la presi in braccio.

" Avevamo un accordo noi due, ricordi?"

" Accordo annullato!" mise su un sguardo furbetto che mi ricordò tanto quello del demonio adulto con cui avevo a che fare quotidianamente.

" oh non se ne parla signorina! Ti ho fatta divertire e saltare la scuola ma tu andrai da tua madre senza fare i capricci altrimenti niente più cioccolata di nascosto da papà!"

" Non valeee!" le presi il naso tra le dita strappandole un sorriso

" certo che vale! E adesso si va a casa scricciolo"

Samuel era ancora a lavoro quindi decisi di prendere un semplice autobus di linea per andare alla De Luca Editori. Fu strano ritrovarmi tra quelle mura per una motivazione diversa dal lavoro ma fu ancora più sconcertante il fatto che tenevo per mano la figlia di Sam.

Quando le porte dell'ascensore si aprirono un paio di occhi cielo mi accolsero brillanti.

" ehi voi due! stavo per venire a prendervi, ma a quanto pare avete fatto presto"

" Abbiamo comprato tutto ciò che ci serviva quindi siamo venute qui" gli sorrisi

" bene allora sarà ancora più semplice portarvi a pranzo" io scossi la testa lasciandolo interdetto

" Mi stai rifiutando Bi?" alzai gli occhi al cielo per il suo essere melodrammatico

" Ho mandato un messaggio a Federico e gli ho chiesto di incontrarci per riavere il mio lavoro" se il suo sguardo appariva ferito prima adesso era decisamente tormentato

" Federico?!" il suo tono elevato mi indispettì

" Si Sam, il mio datore di lavoro con cui ho fatto un casino!"

" è stato lui a farlo e ti ha cacciata!" misi le mani ai fianchi e mi avvicinai sperando di finire quel siparietto che stava attirando troppa attenzione

" tecnicamente il casino lo hai fatto tu. E lui non mi ha cacciata sono stata io ad andarmene"

" Vorresti dire che adesso è colpa mia?"

" Santo cielo Sam! Sii ragionevole per una volta!"

" non sono ragionevole quando ti butti tra le braccia di un altro uomo!" capii perfettamente cosa stava accadendo al mio angelo caduto. Stava morendo di gelosia e questo mi fece scappare un sorrisetto.

" Sei geloso?" lui sgranò gli occhi quasi a rendersi conto di ciò che mi aveva appena rivelato

" io non sono geloso Beatrice" il suo tono tornò serio e composto e io ne approfittai per infierire.

" bene allora va a pranzo con tua figlia" indietreggiai verso l'ascensore dalle porte ancora aperte e non staccai gli occhi da quelli di Samuel ancora infervorito per aver perso quella piccola battaglia.

Una Divina TragediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora