Capitolo 7

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Beatrice

La terra tremava sotto ai miei piedi e il sangue scorreva nelle mie vene come lava incandescente. Fermati! Urlava il mio cuore che minacciava di uscirmi dal petto. Sentii le sue mani circondarmi il volto intento ad approfondire il sacrilego incontro delle nostre labbra e fu in quel momento che ripresi cognizione del mio essere staccandomi da lui.

Non gli diedi il tempo di proferir parola e fuggii come un coniglio codardo. Presi le scale per non essere raggiunta in fretta anche se non sapevo realmente se lui mi stesse inseguendo, per cosa poi? Per un insulso sfioro di labbra?

Dopo dieci piani in corsa mi ritrovai ansante e accalorata fuori dall'edificio. Il trillo del mio telefono mi avvisava di una chiamata in entrata.

" Mamma non è un buon momento"

" Oh con te non è mai un buon momento per tua madre!" chiusi gli occhi pensando che quella donna oltre che un tempismo pessimo era una vera megera.

" dimmi cosa vuoi" le risposi acida

" Sabato ho organizzato un party alla villa e tu ci dovrai essere"

" devo lavorare" e anche se ogni volta che le rifilavo una scusa del genere era una bugia quella volta era la verità. Sabato avrei avuto la prima presentazione di Emilia.

" Beatrice! È impossibile che lavori sempre! Tu Sabato ci sarai perché ho invitato Roberto e lui viene solo per te"

" comunicazione di servizio, non ho più dieci anni e non puoi costringermi a vestirmi da bambola e venire alle tue stupide feste! E dì a quel viscido che non accetterei di uscire con lui nemmeno in punto di morte!" attaccai la chiamata esausta.

" va tutto bene?"

Mi girai lentamente già cosciente da chi provenisse quella voce.

" Era solo mia madre" cercai di nascondere il mio astio ma invano.

" Ti va di parlarne?" lo guardai con occhi tristi e adirati

" cos'è adesso anche i demoni hanno compassione?" la mia risata amara invase il portico dell'edificio.

" Beatrice..." il suo tono divenne austero ma non mi importò

" No, sai cosa? Mi piaceva di più il tuo lato da stronzo senza cuore" i suoi occhi divennero scuri, una tempesta stava per abbattersi in quelle iridi.

" Mi dici di cosa cazzo stai parlando adesso?!"

" Di te! In due giorni mi hai praticamente supplicato di aiutarti, mi hai portata a cena e mi hai appena baciata!" portai le mani tra i capelli quasi disperata

" Credo che tu stia esagerando Bi" il nomignolo mi fece incattivire ancor di più.

" devi farla finita. Voglio che le cose tornino come prima" lo guardai seria mentre la sua mascella contratta rivelava il suo nervosismo.

" Voglio che tu sia il De Luca che conosco, quello che ho imparato a sopportare"

" stai rinunciando al lavoro?" lui incrociò le braccia al petto. Pensai alle sue parole, volevo che lui tornasse lo stronzo di sempre e che io ritornassi ad odiarlo come avevo sempre fatto ma avrei davvero rinunciato a quel lavoro?

" No. Io sarò Emilia ma questo è tutto"

" come desideri Beatrice. Mi stupisce solo il fatto che un piccolo bacio insignificante ti abbia fatta uscire dai gangheri."

Lui controllò il suo orologio e poi posò i suoi occhi sulla mia inerme figura

" prenditi la giornata libera, Sabato ti verrò a prendere alle dieci, staremo via per tutto il weekend" non mi salutò neppure, rispose al telefono e rientrò.

Una Divina TragediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora