One✨

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"Alessia Marie Horner! In che ospedale sei?"
Cavolo come urla, sapevo che non avrei dovuto chiamarlo anche mamma me lo aveva detto darà di matto Ale, chiamiamolo dopo ma ovviamente io non le ho dato retta e ora mi ritrovo mio padre a urlarmi nelle orecchie.
"papà calmati, sto bene, è solo un braccio rotto, c'è la mamma con me"
"passamela!" urla ancora
Passo il telefono a mia madre, lei è una persona molto calma, riflessiva. Da quando si sono separati, ormai anni fa io faccio l'uccello migratore, vivo  a Roma con mia madre, Abbiamo un rapporto speciale, con lei posso parlare di tutto. Mi dice sempre io con i tuoi nonni non potevo parlare di nulla, non voglio che sia così anche con mia figlia.
Mio padre invece... Beh lui è Christian Horner, il capo della Red Bull Racing, serio, duro, irreprensibile. Si ma solo per chi non lo conosce davvero, so com'è dentro, è buono e premuroso e gli voglio bene. Da lui ho ereditato la passione per la velocità e le macchine. Se ora sono qui a farmi ingessare il braccio è anche un po' colpa sua.
Lui e mamma hanno mantenuto un ottimo rapporto e di questo ne sono felice, riusciamo a non essere la classica famiglia divorziata, ma una famiglia diversa.
Proprio per la mia grande passione seguo per tutta la stagione mio padre in giro per il mondo per le gare, quello è il mio mondo.
L'anno scorso sono potuta andare pochissimo con lui, giusto due o tre gare, ho dato parecchi esami all'università così se i miei progetti riescono, mi laureerò quest'anno, molto in anticipo sui tempi previsti.
In giro per il mondo fin da bambina, ho incontrato la mia migliore amica, anche lei  figlia di un altro capo di una scuderia, Christina Wolff.
Siamo insieme dall'età di 6 anni, giravamo sulle nostre bici con i ruotini per la pit lane, giocavamo nascoste nei vari box.
Siamo cresciute tra motori, piloti e meccanici.
La formula uno è casa nostra. L'unica differenza tra di noi è che io amo correre, lei lo odia.
Torna mia madre che si era allontanata
"ora si è calmato"
"grazie mamma, quando urla mi innervosisce"
"lo sai com'è fatto, abbaia ma non morde è solo preoccupato per te"
"lo so mamma ma sto bene, non è la prima volta che mi rompo un braccio" le dico facendo la dura
"si lo so benissimo Ale, ma è la prima volta che te lo rompi avendo un incidente in macchina perché corri troppo"
La guardo con sarcasmo
"te lo ha detto lui vero?"
"no, lo so da me. Ammettilo correvi troppo"
Con lei non posso mentire
"si"
"Ale devi capire che perdere il controllo è facilissimo, non puoi correre sempre, ti prego"
"scusa mamma, hai ragione"
"Horner?" chiede una infermiera
Ci alziamo e la seguiamo dentro la sala gessi.

Dopo ore di attesa al pronto soccorso del policlinico, siamo tornate a casa.
Il braccio mi fa un po' male onestamente, fortuna che è il sinistro che ho sbattuto violentemente contro lo sportello.
Prendo l'antidolorifico e chiamo in videochiamata Christina, tra qualche giorno ci saremmo di nuovo viste finalmente.
"finalmente! Ti ho chiamato a casa ore fa, dove eri?"
"ospedale" dico soltanto e Alzo il braccio ingessato
"nooo dai non ci credo, è la terza volta!come hai fatto?"
"sono caduta dalle scale" non mi va di sentire un'altra ramanzina sulla velocità, sul non correre e bla bla bla
"cazzate, correvi in macchina, magari piove, strada scivolosa e baam"
Resto sempre sorpresa di come mi conosce bene
"come hai fatto?"
"1 a Roma in questo periodo piove spesso
2 tu hai il piede pesante quando guidi"
Mi fa ridere.
"tuo padre si sarà incazzato da morire immagino"
"ci ho fatto parlare mia madre"
"adoro tua madre, è spettacolare"
"lo so lo so Chri, quando vieni da noi?"
"appena ho un attimo di sosta dagli esami vengo a Roma. Tanto ci vediamo a Melbourne no?"
"si certo contaci, mi servirà una mano, anzi un braccio!"
"almeno per un mese non potrai guidare!"
"ci vediamo mercoledì Cri"
"a mercoledì Ale"
Chiudo la videochiamata e mi metto sul letto, il dolore sta passando e mi addormento così, vestita.

🧳Circuito Albert Park, Melbourne Australia

"ce la fai a stare lontana da una macchina almeno per oggi?" mi chiede mio padre mentre parcheggia dietro il box Red Bull.
"Non posso guidare papà, sta tranquillo"
"Non possono lasciartelo a vita questo gesso?"
"ti prometto che non correrò più"
"promesse da marinaio, presto fatte e presto dimenticate" mi dice sconsolato, sa perfettamente che non ci riesco, sono una pilota nata, intrappolata nel corpo di una ragazza in un mondo che è ancora troppo maschilista.
Scendiamo e andiamo in box, la nuova stagione inizierà domenica e mio padre anche se non vuole ammetterlo è agitato. Sta puntando tutto sullo straordinario talento di Max Verstappen, un duro scontroso ma dagli occhi dolci. Un piccolo Christian Horner, ecco perché vanno così d'accordo. Io e lui invece discutiamo spesso, sono anni che cerco di convincerlo a farmi entrare nella sua monoposto ma ancora non ci sono riuscita.
"ti prego dimmi che non ti è successo mentre guidavi sennò tuo padre avrà un diavolo per capello" eccolo
Mi giro e mi trovo Max appoggiato al muro con le braccia incrociate
"potrei mentirti e dirti che sono caduta dalle scale, ma neanche Christina ci ha creduto, quindi..."
Si avvicina e mi guarda il gesso bianco, prende il pennarello nero dal bancone di un meccanico e ci scrive you're crazy, Max
"grazie eh!"
"vieni usciamo a fare due passi, prima che tuo padre ci trovi"
Ci incamminiamo per la pit lane.
"racconta allora, come hai fatto?"
"1 pioveva, 2 strada bagnata,
3 curva"
Elenco sperando che basti
"e?"
Lo sa ovviamente ma vuole che glielo dica io
"oh e va bene, correvo un po"
"quanto Ale?"
"dai Max"
"quanto?!"
"limite 50, io 110"
"cazzo Ale!!!! Ha ragione tuo padre, ti ucciderai così!"
"ho esagerato è vero, ma era sera, non c'era nessuno, conosci la sensazione, una pace assoluta, io e la strada"
"no tu e il muro!"
"Max è solo un braccio rotto, stai facendo una scenata inutile"
"un triciclo a pedali, ecco con cosa dovresti andare in giro, pazza incosciente"
Si gira su stesso e torna verso il suo box
"mi lasci così Verstappen?"
"si!" mi urla sempre di spalle
"mi fai salire sulla 33?"lo sfido
"fottiti Alessia Marie Horner"
Sono uguali, lui e mio padre sono uguali.

Continuo a camminare in attesa che Christina arrivi, se conosco bene il mio grande amico Pierre Gasly sarà già arrivato. Lui è il primo pilota del team Alpha Tauri, scuderia secondaria della Red Bull.
È stato compagno di squadra di Max alla Red Bull poi per una decisione del team, Pierre è stato spostato. Non ho mai capito questa scelta, per me Pierre è uno dei migliori piloti che ci sono in formula 1.
Eccolo, lo sapevo. Sempre sorridente, gentile e sempre pronto a scherzare.
"ehyla francesino!"
Mi guarda e ride
"l'ho saputo! Non volevo crederci"
Christina immagino, lei e Pierre dallo scorso anno che hanno intrapreso una mezza storia, si piacciono, sono usciti insieme, si sono baciati e si scrivono. Poi lasciano passare del tempo e appena si rivedono tutto ricomincia. È snervante.
"Non cominciare anche tu ti prego, ho appena finito di venire strigliata da Max"
"fammi indovinare avete litigato di nuovo e ti ha mandato a fanculo"
Gli faccio un gesto con la mano con noncuranza
"ho perso il conto di quante volte mi ci manda, ci sarà da preoccuparsi quando non lo farà"
"ma insomma, mi abbracci o no? È un sacco di tempo che non ti vedo"
Lo abbraccio forte con un braccio solo, mi è mancato.
Nota la scritta di Max sul gesso e ovviamente non può accettarlo che lui non sia presente, come il suo collega prende un pennarello e lo dedica anche lui
No so faster pls, Pierre
Guardo l'orologio e mi accorgo che devo andare
"Pierre devo andare ora, tra poco Chri arriva, le ho promesso che ci saremmo viste in hotel"
"dille che la vado a trovare più tardi" mi dice
"ma quando sistemerete la cosa voi due?"
"fatti i cavoli tuoi tu" mi dice mentre esco dal box.
È bello essere qui, mi sento veramente a casa.

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