Il signor Morrison, cinquant'anni, avvocato, leggeva il giornale quando il figlio Dan entrò in cucina alle sette in punto, per prepararsi la colazione. Come ogni mattina, Dan era vestito fino a metà, e il padre, arrabbiato e divertito, spiò i segni rossastri sulle braccia del figlio. Erano una decina di graffi, alcuni in via di guarigione, altri recenti. E un vistoso succhiotto faceva capolino sul collo del figlio.
Il signor Morrison desiderò fare centinaia di domande al figlio ma non osò. Da quando Danielle era morta, i signori Morrison si erano chiusi nel loro dolore e Dan nel suo. I loro rapporti erano andati perduti, ed era stato crudele scoprire che fosse tutto merito di Danielle se i genitori e i figli possedevano un buon rapporto. Era Danielle che organizzava le gite della domenica, in cui tutti e quattro erano costretti a partecipare. Era Danielle che correva dai genitori quando il gemello aveva bisogno di aiuto ma era troppo timido per farlo. Era Danielle che li aveva uniti per sedici anni. Poi Danielle era scomparsa, uccisa da un pirata della strada che non si era nemmeno preso la briga di soccorrerla.
Era stata Sylvia, la migliore amica di Danielle, a chiamare il signor Morrison, preoccupata, e dirgli che Danielle non era ancora arrivata a casa sua, sebbene le avesse scritto mezz'ora prima per informarla che stava uscendo di casa. Fu un ragazzo di tredici anni a trovare Danielle due ore dopo, in un fossato vicino alla strada, dove era stata sbalzata nell'urto. E tre ore dopo, Dan e la sua squadra avevano ripreso l'autobus ed erano tornati in città.
Dan e i suoi compagni erano partiti per una gara di campionato due giorni prima, e nel pomeriggio, proprio mentre Danielle imboccava quella strada, Dan aveva iniziato la sua prima e unica gara. Era arrivato primo ed esultava mentre la sua gemella, a venticinque chilometri di distanza, esalava il suo ultimo respiro. Dan aveva avuto un mancamento quando era uscito dall'acqua, e il capitano Nicholls aveva avuto paura a farlo gareggiare per la seconda volta. Poi la chiamata, l'annullamento dell'hotel per quella sera, il frettoloso ritorno a casa. Dan non aveva potuto mostrare alla sorella la medaglia di cui parlavano da settimane. Aveva smesso con il nuoto due giorni dopo. Nicholls non lo aveva forzato a restare.
Il signor Morrison distolse gli occhi dal figlio quando questi finì di cucinare e si sedette a tavola, di fronte a lui. Il padre provò a ricordarsi il nome della ragazza del figlio per cominciare un discorso - forse aveva intenzione di domandare al ragazzo di non farsi graffiare in quel modo mentre erano soli in camera da letto - ma Dan lo precedette.
«Dopo scuola, esco con Beth.» disse, gli occhi puntati sui cereali, come se parlasse con loro.
Beth! Ecco come si chiamava. Il signor Morrison annuì. Dan finì la colazione, lavò la tazza, poi tornò in camera sua. Indossò una T-shirt nera, prese lo zaino di scuola controllando che ci fosse almeno un quaderno per prendere appunti, e guardò la foto di lui e Danielle sulla scrivania. Osservò i capelli rossi della gemella, si sentì sopraffatto dalla perdita e prese le chiavi dell'auto.
«Ciao.» salutò, e uscì di casa prima di sentire il saluto forzato del padre. La madre dormiva o, almeno, fingeva di farlo. Era da due anni che la madre lo evitava, che tentava in tutti i modi di non incrociare quello sguardo, di non vedere più quell'aria triste e impacciata di Dan. Lui la vedeva di sfuggita al ritorno da scuola, e a cena mangiavano tutti con lo sguardo fisso sul piatto o sul televisore, senza parlare.
Entrò in macchina, mise in moto e partì verso la scuola. Distava mezzo chilometro, dieci minuti senza traffico. Al primo semaforo rosso, Dan accese la radio, e canticchiò una vecchia canzone di Britney Spears. Scoppiò a ridere quando il guidatore affianco a lui si mise a fissarlo, poi partirono insieme al verde. Al secondo semaforo rosso, prese il cellulare e telefonò a Beth, per sentire la sua bellissima voce, e per chiederle del pomeriggio.
«Ciao amore.» la salutò.
«Chi sei?» rispose lei, con uno strano tono di voce.
Dan restò stupito della domanda, poi rise e dimenticò in fretta l'accaduto. «Sono Dan...»
«Oh, Danny, scusa! Stamattina sono di fretta... Devo andare di corsa al lavoro.»
«Vuoi un passaggio? Sarei a casa tua tra... dieci minuti.» Guardava l'orologio al polso. Se si fosse messo di impegno, sarebbe stato da lei anche in meno di dieci minuti...
«Non ti preoccupare, tesoro. Sto per prendere il pullman. Farai tardi a scuola...»
Dan sospirò Mise l'auricolare poi partì prima che cominciassero a strombazzare il clacson dietro di lui. «Sai, potrei mettermi a lavorare anch'io. La scuola non mi entusiasta più...»
«Lo so, ma è meglio che ci sia qualcuno di colto tra noi, no?»
Quasi la sentì sorridere. Dan rise. «Tu sei intelligentissima, amore.»
Beth sospirò. «Spiegalo al mio capo. Devo staccare.»
«Okay. Beth?»
«Sì?»
«Ti amo.»
Era così naturale dirglielo!
«Anch'io Dan. Ci vediamo più tardi.»
«Okay.»
Beth riattaccò per prima. Dan sospirò. Già non vedeva l'ora di sentirla di nuovo sua, di amare la sua voce, i suoi capelli, il suo corpo...
Era arrivato a scuola, ma non si azzardò a scendere prima che l'erezione non fosse completamente sparita.
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Tre x Lei
RomanceQuesta è la storia di Dan, Alan e Chris. Tutti e tre hanno alle spalle una vita lunga e difficile, ognuno di loro nasconde dei segreti. Non si conoscono, si incontrano per la prima volta in un bar dopo una partita di basket tra le loro scuole. Non h...