Capitolo 52

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Nel pomeriggio del primo maggio, Alan prese la macchina e guidò velocemente fino alla casa di Sylvia. Doveva chiederle di scrivere la seconda parte della lettera, che avrebbe già dovuto spedire per farla arrivare in orario.

Alan restò a guardare la casa di Sylvia con interesse, sbadigliando, pensando che anche la bruna non scherzava affatto con i soldi. L'unico sfigato squattrinato che viveva in un misero appartamento era lui. Quando Sylvia si decise a farlo entrare, Alan la inseguì nella sua lussuosa camera da letto. Sotto i muscoli di Vin Diesel, Brad Pitt e Paul Walker, Alan non fece commenti di nessun genere, a parte sbadigliare.

«Ancora la lettera?» domandò Sylvia, fissandolo, sorseggiando una tazza di caffè davanti a lui.

Alan annuì, sbadigliando ancora.

«Sono alcuni giorni che non vieni a scuola, cosa hai fatto?» si interessò Sylvia.

Il moro alzò le spalle, borbottando che non era importante. Non voleva dirle di essere rimasto a casa per parlare con i suoi genitori e per confortare Isabel, in piena sofferenza per quel coglione di Nathan.

Sylvia prese un foglio, non trattenendo uno sbadiglio causato dal moro di fronte a lui. Poi, con una penna nera in mano, iniziò a scrivere sotto la dettatura di Alan.

Eccoci di nuovo qui, Beth Kristen Missy,

come stai dalla mia ultima lettera? Spero bene.

Come puoi immaginare, ho deciso dove ci incontreremo. Corso Montgomery Burns, 44, appartamento 12, ore 17, il nove maggio. Porta i seimila dollari e ciò che vuoi mettere di interessi.

Spero per te che sia abbastanza consistente, perché non vorrei tornare a fare affari con te.

Ripeto: corso Montgomery Burns, 44, appartamento 12, ore 17, 9 maggio. Non ti sbagliare, e non tardare. Alle 17.20 io me ne andrò, e alle 17.30 i tre ragazzi sapranno tutto di te e degli altri due.

Arrivederci,

il Fotografo degli Scatti Piccanti.

«Uhm... cosa c'è in corso Montgomery Burns, 44, appartamento 12?» domandò Sylvia con voce neutra, anche se lo sapeva perfettamente.

Alan ridacchiò, rubandole un sorso di caffè. «Il tuo appartamento. Non dovevi imprestarmelo.»

«Infatti non te lo voglio imprestare. Dannazione, Alan, quello è il mio posto segreto!»

Il ragazzo moro rise, ringraziando mentalmente Dan per quella informazione. Guardò sorridente la ragazza, poi sbadigliò di nuovo per la stanchezza accumulata in quei giorni e prese il foglio.

«Sei stata un vero tesoro, Sylvia.» le disse, con il miglior tono dolce che riuscì a trovare. «Magari una volta che tutta questa storia sarà finita...»

La bruna sgranò gli occhi e spalancò la bocca per la sorpresa.

«...potrò portarti al mare, e affogarti! Che ne pensi?» Alan rise forte, prendendo la busta da lettera che teneva nella tasca e vi infilò il pezzo di carta. Sylvia scrisse il nome del destinatario in silenzio, poi lo fissò.

«Sai, Alan, è per questo che ti odio. Sei uno stronzo senza cuore, che non riesce a vedere ciò che lo circonda.»

Lui la guardò curioso. «E cosa mi circonda, a parte una gigantessa che un po' mi intimorisce?»

Sylvia digrignò i denti e lo scacciò fuori dalla sua casa. Alan salì in macchina ridendo, senza accorgersi di Trixie che, in lacrime, chiese al suo autista di riportarla a casa.

Tre x LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora