Capitolo 39

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Alan si asciugò il tè gelato che gli era caduto sulla mano mentre prendeva il bicchiere e guardò i due ragazzi che, seduti vicino a lui, pensavano ai fatti loro. Dan sembrava su un altro pianeta, Chris giocherellava con il suo cellulare.

«Ehm, ragazzi?» mormorò il moro, prendendo la bottiglia. «Dobbiamo pensare a come agire.»

«Sono stanco morto.» bofonchiò Dan, alzandosi in piedi. «Scegliete senza di me.»

«Non azzardarti ad uscire da questa stanza!» sbottò Alan, guardandolo.

Dan alzò le spalle e andò a coricarsi nel letto del moro. Chris lo vide cadere nel letto e, dopo qualche minuto, russare.

«Credevo avesse dormito prima che arrivassi io.» borbottò il ragazzo dai capelli neri.

Il biondo alzò le spalle. «Invece no.» Chris si guardò le mani. «Allora, cosa faremo?»

«Hai qualche partita questo week-end?»

«Ci sono le partite per vedere chi saranno gli avversari della mia squadra, ma non è importante che vi partecipi. Tanto so già che vincerò!»

«Oh, Christopher, sei troppo montato.»

«Tu dovresti montarti di più.»

«Il verbo montare come è utilizzato?»

«Nello stesso senso che hai deciso di utilizzarlo per me.»

«Ah, bene, credevo montare nel senso di scopare.»

«Anche.»

Alan alzò un sopracciglio. «Guarda che io scopo abbastanza. Anzi, tanto.»

«Ma non farmi ridere...»

«Non ti costringo a ridere. Io e Kristen scopiamo tanto. E a lungo.»

«Non vedo l'ora di chiederle chi dei tre sia il migliore.» disse Chris.

«Dai, credi che sopporteresti di trovarti all'ultimo posto dopo di me?» ghignò Alan.

«Dopo di te? Oh, bello, tu ti sei fermato a guardare video porno sul computer. Sono io il migliore dei tre.»

«Non sparate cazzate, sono io il migliore.» bofonchiò Dan dal letto, la voce soffocata dal cuscino. «E piantatela di parlare di minchiate, tornate al lavoro...»

Dan riprese a russare. I due si fissarono sconcertati, poi Alan prese il suo iPhone e cominciò a guardare il calendario.

«Allora io direi di cominciare sabato.» Alan sorrise, ritirando il cellulare. «Inizi tu, Chris?»

«Se non posso proprio farne a meno...» Chris sospirò. «Ma cosa devo fare?»

«Comportarti come tuo solito. Esci con lei, chiacchiera, fai le solite cose. Io e Dan vi seguiremo e faremo le foto... e continueremo a fare così fino a quando avremo le foto di tutti e tre gli appuntamenti.»

«E se quando le arrivano lei se ne fotte altamente? È possibile, no?»

«No, perché noi in realtà non conosciamo davvero Dana. Potrebbe spaventarsi a morte o continuare a fare quello che fa. O lasciarci tutti e tre, o parlare con noi di tutta questa faccenda. Anzi, potrebbe anche venire ad ammazzarci uno a uno, ma non credo che una come lei...»

«Evita.» tagliò corto il giocatore di basket, sorridendo. «Non la credevo capace di tradire, invece...»

«Uhm... e se ci ammazzasse per davvero? Come reagiremo?»

«Be', una volta morti possiamo tornare sulla terra e tormentare il suo animo.» scherzò il biondo.

«Non scherzare!» gridò Dan, sedendosi di colpo sul letto. «Non scherzate su queste cose!»

Alan guardò stupito il rosso, e Chris si scusò. Dan si coricò di nuovo, ignorando non solo gli sguardi dei due ragazzi, ma anche quello della sorella che, seduta ai piedi del letto di Alan, lo fissava sorridendo, i denti marci che le cadevano e le ricrescevano in continuazione.

«State facendo un ottimo lavoro.» annuì lei.

Dan la ignorò. Era sicuro che se ne avesse parlato con i due ragazzi, lo avrebbero considerato pazzo per il resto della vita.

I due ragazzi decisero il luogo e il posto dei tre appuntamenti, poi Chris mandò un messaggio a Missy per averne conferma. Lei gli rispose dopo un quarto d'ora, dicendogli che non aveva nessun impegno, e quindi era libera.

«Non vedo l'ora di sapere che scusa userà per non uscire con me quel giorno.» ridacchiò piano il moro, svuotando la bottiglia di tè freddo.

Tre x LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora