Capitolo 11

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Per la partita Green Park contro Green Thomas Redd - GTR - quest'ultima aveva organizzato l'incontro nella propria immensa palestra, ripulita dalle centinaia di impronte che i ragazzi della scuola lasciavano durante il giorno. La palestra era stata tirata a lucido dai bidelli e dai ragazzi delle ultime sospensioni.

Dan si sedette nella quinta fila, vicino ad alcuni compagni di classe, compreso Lukas Lion. Alle sue spalle, qualcuno scommise venti dollari sul risultato della partita. Altri elemosinavano dal cielo la vincita in cambio di incontri contro l'alcolismo e il sesso non protetto. Le sigarette mai nessuno le avrebbe toccate.

«Arriva la feccia!» gridò Robert Anders, indicando l'entrata della palestra.

A testa alta, nasi storti per la puzza di detersivo, con le divise dai colori verdi, neri e argentei, entrarono una trentina di studenti della GSM. Dan riconobbe Sylvia intenta a chiacchierare con una ragazza bruna.

«Tutti questi fottutissimi RICCONI DEL CAZZO!» urlò Lukas Lion. Alcuni ragazzi della GSM alzarono gli occhi su di lui.

«Non tutti.» sospirò una ragazza carina dietro Dan, dai capelli nero inchiostro. «Lì in mezzo c'è anche mio fratello maggiore. Però sa che non deve sedersi vicino a me, se non vuole rischiare il linciaggio.»

Dan era troppo concentrato su Sylvia per fare domande. Era diventata molto bella. Al cimitero non lo aveva notato, visto che la situazione non era molto allegra. Se Danielle fosse stata lì, l'avrebbe chiamata a gran voce e avrebbero guardato la partita insieme, infischiandosene delle differenze delle scuole.

*

Alan era pochi passi dietro a Sylvia Chambers. L'aveva sempre trovata odiosa e sgradevole - forse per il fatto che, da un giorno all'altro, era diventata più alta di lui. Notò la sorella Isabel in mezzo a delle compagne, tutte con i colori blu e bianco della loro scuola e squadra. Di fronte a Isabel sedeva un tizio con dei capelli impossibili, color carota. Alan pensò che, dopo i suoi occhiali giganteschi e spessi, i capelli di quel colore erano la cosa più oscena del mondo. Incrociò gli occhi della sorella e la ignorò, poi abbassò lo sguardo e salì più in alto possibile, cercando di mimetizzarsi tra i suoi compagni di scuola. Lo stavano assalendo troppi ricordi orribili. Trixie e la Chambers si sedettero vicino a lui, parlando di qualche programma televisivo. Alan, per salvarsi, provò a pensare a cosa avrebbe fatto quella sera con Kristen.

*

Chris, invece, si trovava in spogliatoio. L'arancione, il giallo e il viola erano i colori più diffusi tra i ragazzi della squadra, che ridevano alle battute di Luis Carter.

Chris era nervoso, preoccupato per la partita. Il capitano gli aveva annunciato che lo avrebbe fatto entrare in squadra al terzo tempo. Di solito giocava agli ultimi minuti, quando i suoi compagni erano stanchi e lui proprio per niente. Non si notavano i suoi modi di fare bruschi quando tutti erano stanchi e volenterosi di chiudere quella partita. E lui era in ansia. E, tanto per liberarlo da quel senso di oppressione che lo attanagliava, ci aveva pensato un messaggio di Tay.

Tay, ore 17.08. Ehi, Chris, se non hai niente da fare stasera, ti va di andare in un locale? Billy mi ha detto che è possibile trovarci papà.

Chris gli aveva telefonato immediatamente.

«Tay? Stasera ho una partita.» Chris aveva sorriso.

«Sul serio? Cazzo, perché non me lo hai detto? Sarei venuto a vederti giocare...»

Chris non aveva aggiunto niente. Sapeva che Tay odiava il basket e tutti gli altri sport in cui si sudava - tranne, naturalmente, la ginnastica da letto, come la definiva lui. Aveva aspettato che il fratello la smettesse di farneticare sul basket prima di chiedergli del padre.

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