Capitolo 9

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Lunedì, dopo aver riattaccato la telefonata di Kristen, Alan fu bloccato da Trixie. Come al solito, Alan provò una sensazione di disagio quando incrociò gli occhi di lei. Quando era da solo con un suo compagno di scuola, non riusciva a parlargli. Ma se invece era in compagnia di qualcuno che conosceva, le cose erano diverse.

E Trixie, dopo ciò che aveva detto sabato riguardo Kristen, lo infastidiva.

«Mars, vai a vedere la partita?» gli domandò.

«Ehm...» fece lui. Che doveva dire? Sì? No? Non gliene infischiava niente del basket, ma se Kristen voleva andarci avrebbe finto di godersi la partita... per poi godere lei realmente.

«Sai parlare? Sì o no?»

«Boh.»

«Boh? Non era nelle possibilità, caro.»

La prima campanella suonò. Tre minuti per raggiungere le aule. Alan corse dentro la scuola, cercando di liberarsi di lei, ma non ci riuscì. Prima ora: storia. Consegna della relazione e, possibile, interrogazione. E Trixie prese il posto vuoto vicino a lui.

Il professor Stone aspettò un minuto dopo l'appello per chiedere le relazioni, e Alan si sbracciò per farsi assegnare il compito di raccoglierle.

«Mars, a lei l'onore.» fece scocciato il professore.

Alan balzò in piedi prendendo la sua relazione di quarantadue pagine. Quella notte, alla trentotto, era crollato, ma si era svegliato alle cinque per concluderla. Quella di Trixie era spessa, forse anche lei quaranta pagine. Avevano preso spunto dagli stessi libri, e sperò che non avessero scritto le stesse frasi.

I primi dieci minuti di lezione passarono così, a recuperare relazioni che come minimo avevano trenta pagine. Alan posò le ventiquattro relazioni sulla cattedra - posizionandole in tre blocchi - poi tornò al posto. Quando incrociò gli occhi di Trixie, pregò che il professore interrogasse uno dei due.

«Sanders, Smith, Lovely, Happyline e Tiger.» chiamò Stone, guardando disperato le relazioni. «Interrogati. Presto, su.»

Alan si rallegrò mentre Trixie si alzava e raggiungeva gli altri compagno. Frugò nello zaino alla ricerca di un libro e lo aveva appena posato sul banco quando Stone disse: «Mars, vieni anche tu. Sembri troppo felice.»

Alan sospirò e andò alla cattedra, vicino a Trixie e Andrew Smith. La scuola - la GSM, almeno - gli aveva insegnato che doveva essere preparato su tutti gli argomenti tutti i giorni. Dopo la prima settimana, studiare tutti i pomeriggi era diventato facile e pian piano non sentiva più il bisogno di aprire i libri nel pomeriggio inoltrato.

Stone gli rivolse due domande, e lo mandò a sedere appena ottenne le risposte, segnando un dieci perfetto sul registro. Quando Alan prese posto con il libretto, il professore intrecciò le dita sul grembo e guardò gli interrogati.

«Vorrei un interrogazione come quella del signor Mars. È possibile, secondo voi?»

Alan si sentì arrossire e abbassò lo sguardo. I professori lo mettevano sempre in mostra in tutte le materie, e lui continuava a sentirsi a disagio. Forse questo era uno dei motivi per cui non riusciva a parlare con qualcuno da solo.

Prese il libro - Ragione e sentimento di Jane Austen - e cominciò a leggerlo, ancora con il viso in fiamme.

Ascoltò le interrogazioni contro la sua volontà, e si ritrovò a fissare Trixie, che parlava al professore sicura di sé. Era diversa da Kristen, non solo per l'aspetto - era alta venti centimetri meno di lui, e lui non era molto alto - ma anche per il modo di esprimersi. Sorrideva di meno, parlava di più ma mai di sé stessa. Su questo era un po' simile a Kristen. Di lei sapeva solo che aveva un fratello e una sorella, i genitori divorziati, e lei viveva con la madre. E basta. Lei non gli aveva presentato la madre, e lui non le aveva presentato i suoi. Conoscendo le loro situazioni, nessuno faceva pressione per l'incontro con i genitori dell'altro.

Guardò Trixie attentamente, osservando il professore che tentava di raggirarla. Lo faceva con tutti, e non sempre ne usciva da vincitore. Trixie riuscì a rispondere correttamente a tutte le domande, e Stone, esasperato - prima insegnava alla GTR - la rimandò a posto con un ottimo voto. Trixie sembrò compiaciuta. Alan cercò di tornare con la mente al libro, ma gli occhi di lei erano fissi su di lui.

«Mi piace ciò che leggi.» gli disse.

«Uhm, grazie.»

«Sei già arrivato alla parte...»

«Happyline, sto leggendo.»

«Mars, vaffanculo.»

Alan sospirò e posò il libro sul banco, poi incrociò le braccia. Sperava che la ragazza aprisse un altro libro, ma non fu così.

«Ci sei alla partita, domani?» gli domandò nuovamente.

Ora non poteva più scappare. Mancava più di un'ora alla fine della lezione.

«Non lo so.» si decise a rispondere Alan.

«Che la tua anima vada all'inferno!» esclamò Trixie. Come molti altri studenti della scuola, l'unico sport che si seguiva era il basket, e se non lo seguivi dovevi essere dannato.

Alan sobbalzò e la fissò. «Scusa, ma perché devo andare a quella partita? Non me ne frega niente di vedere la scuola pubblica contro quell'altra che ci ha battuto la scorsa volta... e poi, tra l'altro, non me ne frega niente del basket.» Per questo, aveva abbassato il tono di voce. Quella era una specie di bestemmia.

Trixie strabuzzò gli occhi. «Non te ne frega niente del basket?» disse, sbalordita, anche lei con un tono basso «Il diavolo dovrebbe venirti a prendere ora.»

«Oddio, Trixie, è uno stupido sport!»

Lei scosse la testa e aprì il libro di storia. «È la tua vecchia scuola, non ti va di sapere dove sono i tuoi vecchi compagni? Magari qualcuno che conosci è finito nella squadra e ora potresti incontrarlo...»

«Happyline, se volevo sapere se qualche mio amico fosse finito nella squadra di basket, non avrei perso i contatti con nessuno di loro.»

«Ah... hai perso volutamente i contatti con loro?»

«Sì.» "Fottiti, stronza, fatti i cazzi tuoi!"

Alan riafferrò il libro e lo aprì, cercando di non far notare alla sua compagna di banco il leggero tremolio alle mani. Trixie gli lanciò un'ultima occhiata prima di cominciare a sfogliare il libro di storia.

Le parole dell'Austen gli stavano davanti, ma non riusciva a leggerne nemmeno una. Era nervoso. Forse anche un po' spaventato, ma mai lo avrebbe ammesso a sé stesso.

Tre x LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora