Quella mattina, Alan si svegliò alle sette e un quarto per andare di nuovo in bagno di corsa. Quando ne uscì, con la nausea, trovò la sorella e il fratello in cucina, già pronti per andare a scuola, che litigavano come loro solito per l'ultima brioche al cioccolato. Quando lo videro, si fermarono.
«Perché non sei pronto?» gli chiese Isabel, che aveva perso i fatti della serata precedente.
«Non sto bene...» rispose Alan, portandosi una mano alla bocca.
«Ah. Per fortuna ho già chiamato Nate per farmi portare a scuola...»
«Nate? Chi è Nate?» provò ad interessarsi Erick.
«È il mio ragazzo, Nathan.»
Alan ignorò volutamente le parole della sorella, poi tornò in camera, cercando di pensare il meno possibile allo stomaco dolorante. Si chiese cosa avrebbero detto i professori notando la sua assenza: sarebbe stata la seconda dall'inizio dell'anno. Pensò anche che gli sarebbe toccato andare da Trixie e domandarle i compiti, ma decise di ignorare quel brutto fatto.
Udì il fratello e la sorella uscire di casa, poi il suo cellulare squillò. Lo prese, pensando a Kristen.
Dan il Rosso, ore 7.48
Oggi, ore 11, in via Silvestrini 445, casa di C. Porta da mangiare.
Alan fissò a lungo quel messaggio, chiedendosi cosa volesse dire con l'ultima frase. Solo l'idea del cibo lo fece star di nuovo male. Si vestì, riprese qualche medicina per il mal di stomaco, poi alle dieci e mezza si mise in macchina.
Kristen non lo aveva ancora cercato, quella mattina. Di solito gli mandava sempre un messaggio di buongiorno, soprattutto quando la serata non la passavano insieme. Alan cercò di pensare che fosse tutto collegato, ormai, e si avviò a casa del biondo.
In principio, vedendo il mare e le barche, si domandò se Dan non lo avesse mandato da un'altra parte per escluderlo, ma riconobbe subito i capelli color carota da lontano e gli andò subito incontro, decidendo di spaventarlo. Senza volerlo, senza averlo previsto, si era messo a ridere notando l'espressione di Dan, dritto in piedi con quella busta di carta in mano. Alan prese quell'unico pacchetto di patatine che si era portato da casa, e poi, finalmente, lo seguì fino al numero 445.
«Ma sei sicuro che abiti davvero là?» chiese Alan, cercando di non guardare il mare. Lo sciabordio delle onde gli ricordava quello nel suo stomaco.
«Sono sicuro.» rispose Dan, ignorandolo.
Camminarono sul ponte, uno guardando l'acqua meravigliato da tanta bellezza, l'altro guardando lo yacht, in attesa di vedere uscire il biondo per salutarli.
Fianco a fianco, Alan bussò alla porta, sperando che fosse Chris ad aprirgli. Attesero per dieci minuti, Alan sbuffando e Dan accendendosi la prima sigaretta della mattinata.
«Non è a scuola, vero?» chiese Alan, cominciando a schiacciare le patate nel pacchetto, provando un crick crick fastidioso.
«Mi ha detto che non andava... magari è stato costretto...»
«Da chi? Da Moby Dick?»
Dan fu sul punto di ribattere quando la porta di fronte a loro si aprì. I due osservarono attoniti il ragazzo alto a petto nudo con gli occhi assonnati, che li fissò senza riconoscerli.
Si fissarono un minuto senza fiatare. Chris li studiò uno ad uno, e Alan si scoprì spaventato da quegli occhi azzurri, che sembravano privi di qualcosa, forse riposo.
«Avete portato da mangiare?» brontolò Chris, prima di uno sbadiglio, mostrando ai due una fila di denti candidi e regolari.
Dan mostrò il sacchetto, Alan le patatine, e Chris li occhieggiò. «Speravo che uno dei due mi portasse un Big Mac... uff, dai, entrate.»
Alan entrò subito dopo di lui, osservando affascinato l'interno. Era tutto in ordine, e non c'era alcun rumore, fatta eccezione per il silenzio.
«Sedetevi pure.» disse Chris indicando il divano.
Alan ubbidì e Dan posò su un tavolino il sacchetto che aveva portato. Si passò una mano tra i riccioli guardando verso le finestre, e poco dopo Chris tornò con una canottiera arancione indosso.
«Volete qualcosa da bere?» chiese.
«Tipo?» domandò Dan.
«Birra, tè, Coca-Cola...»
«Acqua.» dissero insieme Alan e Dan.
Chris prese tre bicchieri e una bottiglia d'acqua, posandoli sul tavolino. Curiosò il contenuto del sacchetto cominciando ad avere fame. Guardò l'orologio sul muro, che segnava appena le undici e venticinque.
«Abiti qua da solo?» chiese Alan, interessato, riempiendo i bicchieri.
«Sì. Mio padre mi ha comprato questa barca due mesi fa.» Chris svuotò il suo bicchiere in fretta.
«Era il tuo compleanno?» domandò Dan, incuriosito.
«Oh, no. Me l'ha regalato così. Compio gli anni ad ottobre, io.»
«Ah.»
Ognuno di loro cominciò a bere, ognuno perso nei propri pensieri. Tutti e tre desideravano iniziare il discorso che li aveva portati su quello yacht in quel momento, ma tutti aspettavano che fosse un altro a parlare per primo.
In silenzio, si aiutarono a preparare dei sandwich con ciò che Dan aveva portato. Non rifiutarono da mangiare, perché non sembrò loro cortese farlo, e Alan si sentì meglio della serata precedente. Forse, al posto di prendere medicine, aveva solamente bisogno di mangiare qualcosina.
Per un quarto d'ora, mangiarono in silenzio, senza guardarsi. Poi Dan, finalmente, volle interrompere quel silenzio.
«Cosa avete fatto ieri sera?» domandò, schiarendosi la gola.
Chris ingoiò l'ultimo boccone di panino e lo osservò. «Intendi me e... lei?»
«Sì.»
«Secondo te, cosa possiamo aver fatto?»
Alan e Dan si sentirono attorcigliare le budella dalla gelosia, ed entrambi ebbero l'impulso di picchiare quel ragazzo così alto, così biondo e così bravo a basket, ma non potevano farlo. Era anche la sua ragazza, dopotutto.
Chris finì un altro bicchiere d'acqua, poi mormorò: «Ora parliamo seriamente. Ieri sera, le ho chiesto se aveva qualche secondo nome... e mi ha confessato di chiamarsi Elizabeth Kristen Missy.»
Spostarono lo sguardo dall'uno all'altro, poi tornarono a fissare i loro bicchieri. Si sentivano traditi, presi in giro, umiliati. Quella ragazza li aveva proprio giocati per bene!
«Quindi siamo sicuri che sia sempre lei?» fece Dan, posando sul tavolino il cellulare. L'immagine della sua Beth con il bikini rosso invase gli occhi di tutti e tre, prima che il display si spegnesse di nuovo.
Anche Alan posò il suo cellulare, e poi toccò a Chris.
«Sì, sono sicuro che sia sempre lei.» fece il biondo, passandosi una mano tra i capelli. «Tre ragazzi che frequentano e amano la stessa donna... dovrebbero farne un film, non vi pare?»
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Tre x Lei
RomanceQuesta è la storia di Dan, Alan e Chris. Tutti e tre hanno alle spalle una vita lunga e difficile, ognuno di loro nasconde dei segreti. Non si conoscono, si incontrano per la prima volta in un bar dopo una partita di basket tra le loro scuole. Non h...